A 33 anni, la spunta con uno scarto di 500 voti, portando al centrosinistra l’unica città del ballottaggio: «Abbiamo fatto una cosa incredibile»

Giacomo Possamai, candidato sindaco del centrosinistra al ballotaggio a Vicenza, ha vinto con 23.416 preferenze, cioè il 50,54% contro le 22.916 (49,46% finale) del suo rivale, il sindaco uscente sostenuto dal centrodestra Francesco Rucco.

Tra i due uno scarto esatto di 500 voti. Il Pd diventa così il primo partito in città con il 14,66%, seguito dalla lista Possamai (13,1%); tra i suoi alleati c'è Europa verde che arriva al 5,30, ma c'è anche la lista del Terzo polo (Iv e Azione) che con i 3,51 conquista un seggio in Consiglio comunale. Nel centrodestra prima la lista Rucco (24,03%), poi Fdi (10,2%) e Lega (6,43%), quindi Forza Italia al 3,41%.

 

Nelle vene di Giacomo, nonostante i suoi 33 anni e nonostante sia il capogruppo del Pd in Regione Veneto (il più votato dopo il leghista Roberto Marcato, quello del «Dare nuovi posti a Fratelli d’Italia? Col c...»), scorre uno storico e stoico sangue democristiano. «È vecchio dentro», dicono gli amici. Tanta senilità interiore soddisfa la sete di sicurezza dei vicentini. Non che Vicenza sia una città insicura. Questo è un posto dove un giapponese può girare con un Audemars Piguet da 28 mila euro al polso, non come a Milano, dove il giapponese in questione è stato prontamente rapinato. Eppure, le due signore al caffè di piazza delle Erbe sono ossessionate dai senzatetto che dormono sotto i portici di Palazzo Chiericati, riparati dalle colonne della Basilica. Parlano di un’escalation di furti. L’una racconta di aver postato la foto di un accattone sulla chat di quartiere e l’altra: «Arrivano i vigili e per qualche giorno spariscono. Poi torna tutto come prima». La sicurezza è il tema clou della campagna elettorale vicentina e allora il candidato del centrosinistra, Giacomo Possamai, appunto, affonda il coltello: «Il sindaco Francesco Rucco ha fatto migliaia di multe ai senzatetto. E vanta 20 mila interventi della Polizia Locale. Ma ha ottenuto più microcriminalità, risse e occupazioni abusive. Perché Rucco sbaglia approccio e continua a usare la stessa strategia, sperando abbia esito diverso. Come un pazzo». Quindi, quale sarebbe la soluzione? «Un uso massiccio della tecnologia e maggiore attenzione al sociale».
 

La tattica Possamai ricorda da vicino quella del civico Damiano Tommasi, sindaco di Verona che ha spodestato la destra da Palazzo Barbieri. Del resto, lo spin doctor di entrambe le campagne elettorali è stato lo stesso: Giovanni Diamanti, 34 anni, tessitore delle strategie di comunicazione di Beppe Sala, Dario Nardella, Roberto Gualtieri e figlio del politologo Ilvo. Nel 2012 Giacomo e Giovanni sono stati volontari della campagna elettorale “Obama for America”. A Philadelphia hanno fatto il porta a porta «nei quartieri più difficili della città. Il nostro compito era bussare, convincere le persone a votare Barack Obama e raccogliere feedback», conferma Diamanti. Vi ricorda qualcuno? Sì, Elly Schlein; anche se i due parlano lingue diverse: lui tifava per Stefano Bonaccini ed è un politico moderato, tanto da aver ricevuto un endorsement da Giorgio Sala, sindaco democristiano del capoluogo berico negli anni Sessanta, ancora amatissimo in città.

 

Di origine più battagliera era l’avversario sconfitto, il primo cittadino uscente Rucco, nato a Lecce, cresciuto a Vicenza, avvocato, ex militante di Alleanza Nazionale, così tifoso del Vicenza Calcio da farsi tatuare il simbolo della squadra (la R di Lanerossi) sull’avambraccio e da utilizzare la stessa R per firmare i cartelli elettorali. Una trovata divisiva per la curva sud: c’è chi lo reputa un grande, chi un blasfemo. Nei cinque anni di amministrazione, Rucco ha perso pezzi importanti: il vicesindaco Matteo Tosetto, che ha deciso di sostenere Possamai con una propria lista, Claudio Cicero e Lucio Zoppello che hanno presentato proprie liste e gli porteranno via voti. Non ha giocato a suo favore un’inchiesta pubblicata dal Giornale di Vicenza in cui è stato svelato il fatto dei 105 edifici da abbattere per far passare l’Alta Velocità: i 200 residenti da sfrattare l’hanno scoperto dal quotidiano. Già, che il treno aprirà in due la città come un melone lo si sa da anni, ma il sindaco Rucco non ha comunicato lo stato di avanzamento dei lavori ai cittadini.

 

Rucco aveva schierato in lista personaggi di estrema destra e negazionisti, come il medico Ivan Danchielli, già consigliere comunale. Nel 2020 se ne era uscito con la frase: «A voi dà fastidio il fascismo, a me la bandiera arcobaleno». E nel momento peggiore del Covid aveva dichiarato: «Il vaccino io non lo faccio». Con lui c’era anche Leonardo De Marzo che tempo fa aveva postato un articolo su Nichi Vendola, sostenendo: «Sieg Heil ai camerati che hanno preso a calci nel sedere sua maestosità er froc...». E fu acclamato dalla pancia razzista della città. E invece l’urgenza delle molte e ricche imprese vicentine – qui hanno sede le Acciaierie Valbruna, le Acciaierie Beltrame e la Diesel di Renzo Rosso, solo per citare le tre industrie più famose – è di trovare personale, anche straniero. Il vicepresidente di Confindustria Vicenza, Alberto Favero, dalle colonne del giornale locale, invitava a superare il sistema delle quote per i lavoratori extracomunitari, perché «il fabbisogno delle aziende è grande e continuo. Si parta dalle richieste di lavoro degli imprenditori: quali posizioni, dove, con quali competenze, per quanto tempo. Questi sono i parametri che devono permettere alle persone di arrivare legalmente in Italia. Tutto l’anno».
 

A proposito di imprenditori, la Confindustria a Vicenza non si era schierata, ma agli addetti ai lavori non è sfuggito che Giacomo Possamai è figlio di Paolo Possamai, 63 anni, giornalista economico, già direttore del Piccolo, poi dei quotidiani veneti del gruppo Gedi e successivamente alla guida del progetto editoriale Nord Est Economia. Oggi Possamai ha lasciato il giornalismo, ma conosce il tessuto produttivo veneto come le sue tasche.

Dopo l'ufficializzazione della sua vittoria e la chiamata del sindaco uscente che ha riconosciuto di essere stato battuto, Possamai ha commentato la vittoria dopo «mesi straordinari. Abbiamo fatto una cosa incredibile: non so se avete visto i dati in giro per l'Italia di oggi. Il nostro risultato è al di là di ogni aspettativa per come siamo partiti mesi fa, molto indietro, ma abbiamo pian piano recuperato fino ad una vittoria incredibile».