I primi nomi dei consiglieri scelti in Lazio e Lombardia tra riconferme, bocciature e sorprese. Eccoli

La via dei Consigli Regionali è lastricata di sorprendenti vittorie e inaspettate bocciature. Unica certezza nel trionfo della destra alle Regionali l’astensionismo, di chi non è andato a votare perché non aveva per chi farlo, una media nazionale del 40 per cento che in Lombardia arriva al 41,7 e che nel Lazio segna in assoluto il record negativo della partecipazione degli italiani al voto: 37,2 per cento, mai l’affluenza era stata così bassa. Intanto dal Viminale arrivano i nomi di chi plasmerà i prossimi anni di governo delle due regioni che, insieme, contano quasi sedici milioni di abitanti.

 

In Lombardia c’è Cristian Garavaglia, il sindaco che ha imposto più tasse ai cittadini che accolgono i migranti nella propria abitazione e il direttore di Libero Vittorio Feltri. Presente anche la consigliera comunale coinvolta nel caso “lobby nera”, Chiara Valcepina, per Fratelli d’Italia. Brilla per risultato il portavoce dell’associazione I Sentinelli di Milano, Luca Paladini che candidato per la civica di Majorino ha raccolto 3.790 preferenze. Niente da fare nel partito della Meloni per Stefano Zecchi (948 preferenze) e il direttore d'orchestra Alberto Veronesi (1.120). Si era candidato e ha vinto con la promessa di dimettersi a favore del secondo in lista con Noi Moderati, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

 

Per la Lega arriva prima, con 4.081 voti, la consigliera uscente Silvia Scurati, sostenuta dal gruppo anti-scelta e anti-lgbt di Pro-Vita che durante la campagna elettorale aveva tuonato contro il gender (“I nostri figli non possono e non devono diventare i bersagli della propaganda della sinistra“) e contro la droga diffusa, secondo la consigliera, anche tra i bambini con meno di 10 anni.

 

Per Forza Italia passa un altro uscente, il capogruppo Gianluca Comazzi (7.902 voti), mentre restano fuori l’ex assessore alla Sanità Giulio Gallera (secondo con 5.670 preferenze) e il consigliere uscente Fabio Altitonante, sotto processo per traffico di influenze illecite (terzo con 3.405).

 

Nel Pd ce la fa Paolo Romano, giovane assessore del Municipio 8 del capoluogo lombardo (9.249). Dopo di lui vengono riconfermati quattro consiglieri uscenti (Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Carmela Rozza e Paola Bocci) e passa una new entry, il sindaco di Cesano Boscone Alfredo Negri. Nella civica di Majorino la più votata è la sindaca di Arese Michela Palestra (3.960), seguita da Paladini (3.790), mentre non ce la fanno il virologo Lorenzo Pregliasco e il consigliere uscente di +Europa Michele Usuelli, terzo con 2.534. In provincia di Brescia il Pd elegge il candidato più votato in assoluto di questa tornata, il sindaco del capoluogo Emilio Del Bono, che raccoglie ben 35.761 preferenze.

 

Non è bastato l’endorsement di Vittorio Feltri per Azzurra Noemi Barbuto penna di Libero, silurata prima come giornalista dal nuovo direttore Alessandro Sallusti e adesso come politica anche dagli elettori dopo aver raccolto solo 424 voti: «Un risultato straordinario anche se non basta per essere eletta» ha commentato. Ma fa più rumore il Terzo Polo che ha tentato la prova di forza con la candidatura autonoma di Letizia Moratti: la lista Azione-Iv prende il 4% e l’ex vicepresidente della Regione (sotto al 10%) resta addirittura fuori dal consiglio.

 

Nel Lazio, dopo il risultato che ha visto la vittoria schiacciante del centrodestra con l'elezione del neo presidente Francesco Rocca, è ancora in corso la lotta sulle preferenze. In attesa di avere i dati delle sezioni di Roma Capitale, il Consiglio regionale della Pisana dovrebbe essere composto da 22 consiglieri di Fratelli d’Italia. Entrerà Giancarlo Righini, vicino alla premier Meloni, consigliere regionale uscente, condannato in primo grado nel 2013 a 4 anni di reclusione per turbativa d’asta, in una vicenda legata a un appalto gestito nel suo vecchio ruolo di assessore a Velletri: fu prescritto nel 2016.

 

Seconda per preferenze al candidata meloniana Micol Grasselli. Per Forza Italia, un seggio sicuro per Fabio Paolei, Diana Magari, Tiziana Pepe e Giorgio Simeoni condannato a 3 anni in primo grado nel 2014 per una vicenda legata a dei corsi di formazione “fantasma” in Regione. Tra il 200 e il 2005, secondo i pm, aveva permesso a una società di ricevere finanziamenti per 7 milioni. Reato prescritto.

 

La Lega si aspetta invece di eleggere 4 o 5 consiglieri. Per il Carroccio risulterebbe al momento certa l'elezione di Angelo Tripodi a Latina e di Pasquale Ciacciarelli a Frosinone, entrambi consiglieri uscenti.

 

Per il centrosinistra ancora deve esserci la ripartizione ma al momento, da quanto si apprende dal Pd regionale, i dem ad essere eletti dovrebbero essere circa 10, poi scatterebbero per la coalizione: 2 consiglieri per il Terzo Polo, 1 alla lista civica, un consigliere per Verdi-Sinistra verdi. Ma dai dem ancora mostrano cautela sui numeri certi per la distribuzione dei seggi. Campione di preferenze per i dem, in provincia, attualmente risulta l'ex vice presidente della giunta di Zingaretti, Daniele Leodori, seguito da Eleonora Mattia. Il Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Lazio sarà più che dimezzato. Nel 2018 elesse dieci consiglieri; al momento gli eletti, in attesa dei risultati definitivi, dovrebbero essere solo 4, tutti nella circoscrizione di Roma, tra cui l'ormai ex aspirante governatrice Donatella Bianchi, candidata anche nelle liste, che dovrebbe risultare alla fine anche la più votata del Movimento. Gli altri eletti dovrebbero essere Enzo D'Antò, l'ex sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà (fatto cadere da un gruppo di ex-pentastellati), e il consigliere uscente Valerio Novelli. Non bastano 863 voti per il vicesindaco di Virginia Raggi, Luca Bergamo candidato con Demos, il partito guidato da Paolo Ciani e alleato dei dem.