“Sempre più località di mare assomiglieranno a Ostia”, dice Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde. Nel ddl Concorrenza è scomparso il divieto di partecipare alle gare per i titolari di balneari che hanno costruito senza regole

«L’accordo sulle concessioni balneari, raggiunto tra governo e maggioranza, è una sanatoria degli abusi edilizi», dice Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde, a proposito del ddl Concorrenza. Il disegno di legge che, dopo settimane di trattative, ha ricevuto il via libera della commissione Industria del Senato. E lunedì arriverà alla Camera.

 

A destabilizzare la maggioranza e animare la discussione tra il centrodestra e l’esecutivo era stato soprattutto il problema delle concessioni balneari: dal 2006 una direttiva europea, conosciuta come Bolkestein dal commissario che l’ha curata, chiede all’Italia di mettere a gara, a livello europeo, gli spazi occupati dai balneari, al momento della scadenza della concessione. Ma, se fino ad ora i governi che si sono succeduti hanno rimandato l’applicazione della direttiva, cedendo alle pressioni dei titolari delle concessioni che non volevano perderle, questa volta in gioco ci sono i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Così dopo un intervento incisivo con cui il premier Mario Draghi ha spinto i partiti a trovare una mediazione, sottolineando l’importanza di rispettare i termini degli accordi presi con l’Ue per non perdere i fondi del Pnrr, ieri è arrivata l'intesa. Con un emendamento sono stati eliminati, dal testo finale, i riferimenti alle modalità con cui dovranno essere calcolati degli indennizzi da riconoscere al concessionario uscente a carico del concessionario che entra. Sarà il Governo con i decreti attuativi che dovrà definirle.

 

Nel testo che lunedì arriverà a Palazzo Madama c’è anche la conferma della proroga delle concessioni balneari fino alla fine del 2024 nel caso in cui ci siano «ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2023». Mentre sarà il ministero delle Infrastrutture a dover certificare l'andamento delle gare trasmettendo al Parlamento, entro giugno 2024, una relazione sulle procedure di selezione, gli esiti e le ragioni che eventualmente ne avrebbero impedito il compimento.

 

«Ma dal testo finale sono scomparsi anche i riferimenti espliciti al fatto che chi ha commesso abusi edilizi non può concorrere alla gara per ricevere la concessione». Come spiega Bonelli, è il Codice della navigazione, nello specifico l’articolo 47, che norma la decadenza delle concessioni per chi ha compiuto gravi violazioni, tra cui quella edilizia. «Visto che il ddl prevede la deroga dal Codice della navigazione e visto che l’abuso edilizio non è indicato come elemento ostativo, anche chi ha commesso abusi può partecipare alle procedure selettive o ricevere l’indennizzo».

 

Questo significa che tante località di mare italiane devastate dagli abusi edilizi dei balneari rimarranno così come sono. O peggio: potrebbero assomigliare sempre più a Ostia, la periferia di Roma dove il mare c’è ma non si vede. Sedici chilometri di costa quasi totalmente coperti dagli stabilimenti balneari che oscurano le spiagge e abbattono il principio secondo cui il mare sarebbe un bene di tutti, impendendo non solo l’accesso ma anche la vista di chi passeggia su quello che ormai tutti chiamano «il lungomuro», invece di lungomare.

 

«La lobby balneare ottiene un grande risultato. Se pensiamo ad Ostia dove il peso della criminalità è stato forte sul demanio marittimo ci rendiamo conto ancora di più di quanto tutto ciò sia inaccettabile», conclude Bonelli.