Il Festival è una tradizione che continua anche quando le luci dell’Ariston si sono spente. Nei giorni a seguire, infatti, si decretano quali sono le canzoni più orecchiabili. Quelle che canticchieremo a lungo

È passata una settimana dalla fine di Sanremo e in questi giorni ho avuto l’ulteriore conferma di quanto questa manifestazione canora sia una tradizione che continua anche dopo, quando le luci dell’Ariston si sono spente. È ciò che ascolti alla radio o canticchi per le strade che ci fa capire quali siano i veri successi della kermesse sanremese. La canzone vincitrice del Festival può mettere o meno tutti d’accordo ma è nei giorni a seguire che si decretano gli altri vincitori: quelli che non prevedono dissensi e che, non di rado, ci regalano le canzoni più orecchiabili.

Sanremo ci piace perché non ha regole, è piacevolmente “contraddittorio”: è tutto e il contrario di tutto. Proclama un vincitore assoluto ma la vittoria può spaccare l’opinione pubblica; stila una classifica ma le posizioni più basse non necessariamente determinano il destino di un artista; accoglie esordienti che, dopo breve, diventano star internazionali. Sanremo, per quanto sia una macchina ben organizzata fin nel minimo dettaglio, è assolutamente imprevedibile.

Ha il carattere dell’imprevedibilità anche questa notizia: in un mattatoio di Hong Kong, in Cina, un dipendente si trovava costretto a uccidere un maiale che però intanto uccideva lui. A una prima lettura ho pensato a un atto di rivalsa da parte del maiale ma si è trattato di un incidente in cui l’uomo cinese che lavorava in quel mattatoio da più di 24 anni, disgraziatamente, ha perso la vita.

Pare che l’uomo avesse tentato di stordire il povero animale con una pistola elettrica, ma, inaspettatamente, il maiale più sveglio che mai ha cercato di difendersi, cogliendo di sorpresa l’operaio che si è ferito accidentalmente e in modo grave a una gamba, con una mannaia che teneva tra le mani. L’uomo è stato trasportato in ospedale dove, poco dopo, è stata dichiarata la sua morte. Brutta storia sia per il maiale sia per il dipendente del mattatoio. La conseguenza qual è? Che non si possono e non si devono toccare i suini.

Certe notizie farebbero sorridere per il loro essere surreali, se non fosse che hanno risvolti tragici.

Leggo infatti che un commerciante di alimentari per superare la crisi dovuta ai vari lockdown da Covid e scongiurare la chiusura della sua attività commerciale si era rivolto a un usuraio chiedendo in prestito 50 mila euro. Il commerciante, però, solo in parte era riuscito a saldare il suo debito con i contanti poiché per il rimanente aveva dovuto fare incetta, nel suo magazzino, di formaggi e prosciutti che cedeva all’usuraio come forma di pagamento. Dopo un po’ l’usuraio, probabilmente con qualche chilo in più, ha preteso, usando violenza contro il commerciante, di nuovo i contanti. Coraggiosamente, la vittima dell’usuraio lo ha denunciato facendolo arrestare. Mi chiedo chissà per quanto tempo, l’usuraio non vorrà che gli si porti in tavola un pezzo di formaggio o una fetta di prosciutto.

È stato un ragazzo brianzolo di 34 anni che, preso dalle allucinazioni dopo essersi fatto una canna, ha ripetutamente chiamato i carabinieri, denunciando la presenza di ladri in casa. Innanzitutto, informarsi che canna era e poi mi domando: che altri effetti ha avuto? Non è facile vivere tra cannaioli.