Satira preventiva
Il prossimo direttorio 5 Stelle: un ventilatore, uno scaldabagno e un cruscotto
È l’idea di Davide Casaleggio per rilanciare il Movimento. Ma in questo momento di spaccatura ci si chiede anche che fine abbia fatto Rousseau. Alcuni rumors dicono che si sia rifatta una vita trovando impiego in un Luna Park
La crisi dei Cinque Stelle è stata dichiarata chiusa a causa dell’impossibilità di risolverla. È una soluzione politica considerata geniale dai politologi, accorsi da tutto il mondo per studiare da vicino il fenomeno. Secondo gli ultimi accertamenti, con Di Maio sarebbero schierati, tra i big del partito, Di Giuseppe e Di Laura; Di Mariano, Di Carolina e Di Peppe sono dalla parte di Conte; Di Guido e Di Mariella incerti. Ma sono dinamiche che coinvolgono solo i diretti interessati, e a volte nemmeno loro. I soliti rumors dalla buvette dicono che, nel corso di una animata discussione su Di Maio, due deputati del movimento si sono addormentati.
La linea politica Si scontrano sostanzialmente due diversi approcci alla politica: una parte del Movimento sostiene, da sempre, che non bisogna essere né di destra, né di sinistra, né di centro. Un’altra parte ribatte che bisogna essere sia di destra, sia di sinistra, sia di centro. La mediazione, fin qui, è stata di carattere operativo, con la presenza concorde di tutte le anime del partito in tutti i governi fin qui succedutisi: di destra (Conte 1), di sinistra (Conte 2), di centro (Draghi). Nella nuova fase, in seguito ai dissapori tra i governisti di Di Maio e gli antigovernisti di Conte, si sta studiando il modo di stare non solo in tutti i governi, ma anche in tutte le opposizioni, per garantire al Movimento un futuro certo, che non dipenda dalle bizze momentanee del quadro politico.
La scissione Per adesso è scongiurata, ma sono moltissime le pressioni su Di Maio affinché ricostruisca la Democrazia Cristiana, tanto rimpianta ogni volta che ci si rende conto di quello che è accaduto dopo. «È l’uomo giusto, un Andreotti giovane», dicono in molti, che vedono nel ministro degli Esteri, nella sua misura e nella sua pacatezza, l’uomo giusto per tornare finalmente ad annoiarsi.
Rousseau Ma come mai la soluzione della disputa non è stata affidata alla Piattaforma Rousseau, della quale tanto si parlò in passato soprattutto per la querela degli eredi Rousseau a Casaleggio? Secondo alcuni è stata disattivata da tempo, ma il suo nocciolo in fusione emette radiazioni nocive nel condominio che la ospita fino dalla sua nascita, provocando le proteste degli altri inquilini. «A parte il cattivo odore - si legge in una lettera all’amministratore - si registra un continuo via vai di curiosi che vogliono assistere al fenomeno: è diventata fosforescente ed emette un forte ronzio, udibile anche sul pianerottolo». Secondo altre voci la Rousseau si sarebbe rifatta una vita trovando impiego in un Luna Park, come programmatrice delle attrazioni. Davide Casaleggio non rilascia dichiarazioni e medita un rilancio, forse fondando un partito proprio, guidato da un direttorio composto da un ventilatore, uno scaldabagno e un cruscotto di ultima generazione.
I transfughi Dall’epoca del loro travolgente esordio sulla scena politica, i Cinque Stelle hanno perduto parecchie delle loro componenti costitutive: se ne sono andati i novax, i terrapiattisti e i rettiliani, considerate le tre correnti più fedeli allo spirito originale. Oltre a loro, sono passati al Gruppo Misto anche singoli deputati e senatori che davano un contributo molto importante agli articoli di colore dei quotidiani, e dunque alla popolarità del Movimento. Come la senatrice Di Gino, che propose l’istituzione di un Albo delle Fattucchiere anche per regolarizzare la sua professione, e il deputato Di Pino, capofila dell’animalismo gender, che finalmente consente agli umani che lo desiderino di assumere sembianze zoomorfe, dalle più plausibili (il babbuino, lo scimpanzé) alle più audaci (il serpente, il dromedario), e di poterlo scrivere sui documenti. Ora, secondo l’analista americano Levi-Pumpkin, attento studioso delle nuove forme della politica, «il rischio è che il movimento, avendo perso la sua bizzarria originaria, diventi noioso, o addirittura serio. Quest’ultima ipotesi rappresenterebbe la fine del movimento stesso».