È diventato normale sentire parlamentari appoggiare Putin o le teorie novax e usare le stesse parole d’ordine del ministro degli esteri russo. Un cortocircuito in cui non si capisce più chi produce menzogne per Facebook e chi poi se le beve

La fronda interna grillina ha chiesto – senza ridere – di consentire una replica parlamentare a Vladimir Putin, dopo l’intervento da remoto di Volodymir Zelensky alle Camere. Sarebbe stato facile deriderli, additarli, colpirli fortissimo sulle nocche delle dita con un righello, scrivergli qualcosa con un cacciavite sulla fiancata dell’autoblu, ricoprirli di pece e piume e costringerli a sfilare per le strade di Karkhiv con la scritta in cirillico “Sono un fesso”. E sarebbe stato sommamente giusto. Tanto più che, ove vigesse la par condicio, pure Putin avrebbe avuto da collegarsi da un bunker, in un Paese assediato, mentre gli sterminano i concittadini.

 

Ma questa settimana mi sento l’Alberto Angela grasso e voglio entrare per un attimo, anche solo per provare la sensazione del vuoto assoluto, nella testa dei pentastellati presenti e passati o dei loro epigoni rossobruni, l’affascinante recinto antropologico nel quale giacciono insieme vitello e leone, comunisti e fascisti, novax e novax.

 

A cominciare da Bianca Laura Granato, insegnante catanzarese, 51 anni splendidamente interpretati, che ha licenziato sui social un video nel quale invitava a sostenere lo Zar, anzi: ad unircisi proprio, nella lotta contro l’agenda globalista che sta combattendo per tutti noi. C’è un piccolo dato forse insignificante, eppure rivelatore: il globalismo non esiste. Esistono globalizzazione e mondialismo, che è poi la stessa sbobba ma rivisitata lessicalmente dagli estremisti di Destra. A voler proprio cavillare, la globalizzazione sarebbe la gentrificazione dei consumi contro cui combattevano i cosiddetti no-global, affogata a mazzate durante il G8 di Genova.

 

Il mondialismo è invece quella roba che i neri di tutto il mondo criticano, salvo poi fare affari coi russi e con qualunque altra zona grigia del’orbe, perché dove manca la democrazia c’è spesso un faccendiere italiano. E ancor più spesso ama l’ordine e la disciplina, ma solo per gli altri.

 

Naturalmente Granato non è né fascista né faccendiera. E non è neppure laureata all’università della vita, dato che ha fatto il Classico. Purtroppo però, come molti suoi ex colleghi di schieramento (e come molti degli attuali, che però fischiettano aspettando il 27 del mese) ha finito col credere a ciò che le portava like sui social. E più che di Storia s’intende di geografia, dato che per tracciarne gli spostamenti parlamentari occorrerebbe un Gps: al Senato ha già cambiato quattro gruppi, tra i quali campeggiano le spoglie dell’Italia dei Valori, la Lista del Popolo per la Costituzione e il Cal, Costituzione Ambiente Lavoro, da cui è comunque andata via. Il ViaCal.

 

Al momento in cui scrivo ha appena dichiarato che Zelensky non è davvero sotto le bombe perché altrimenti non gli avrebbe retto il collegamento e… attenzione: Ultim’ora. Il ministro russo Lavrov (non scherzo neanche qui) ha comunicato alla Tass che l’Ucraina vuole stabilire il Nuovo Ordine Mondiale. Le stesse parole d’ordine della Granato e di Povia. Ne consegue che stiamo vivendo un cortocircuito definitivo tra chi produce cazzate su Facebook al minuto, chi all’ingrosso, e chi mentre le produce all’ingrosso gestisce giganti geopolitici rancorosi. Non ci resta che affidare la mediazione a Red Ronnie.