I fusti rinvenuti negli appartamenti degli indagati, così come l’abito da sceicchi indossato da alcuni di loro, lasciano ipotizzare l’interferenza indebita di qualche paese produttore di petrolio

Sono sempre più inquietanti i retroscena dello scandalo Qatargate al Parlamento europeo. I primi sospetti sono nati quando un folto gruppo di deputati ha preso l’abitudine di presenziare alle sedute con il caratteristico copricapo degli sceicchi, il ghutra, dopo avere legato il dromedario agli alberi circostanti. Un comportamento anomalo che ha insospettito il giudice belga Antoon De Pieter, inflessibile pubblico ministero. Anche i barili di greggio trovati, durante le perquisizioni, negli alloggi di alcuni degli indagati, hanno confermato l’ipotesi di una influenza illecita dei Paesi arabi nel Parlamento europeo.

 

Marius Church Uno degli indagati, il laburista Marius Church, è stato sorpreso dalle forze dell’ordine mentre tentava di liberarsi, al loro arrivo, del maltolto, buttando nel gabinetto le sue concubine. Tentativo maldestro per almeno due ragioni: la prima è che le concubine non passavano dal condotto e alcune, le più prosperose, non entravano nemmeno dalla porta del bagno. La seconda è che una di esse, ex campionessa di judo, si è rivoltata e ha messo con la testa nel water lo stesso Church, attualmente ricoverato in prognosi riservata e piantonato dall’Interpol.

 

La difesa «Una normale attività di lobbismo, simile a tante altre». Così si difendono alcuni degli imputati. In effetti, i precedenti ci sono. Forti sospetti destò la febbrile attività di alcuni europarlamentari per dichiarare il wurstel “cibo dietetico” e per depenalizzare lo yodel, il canto tradizionale delle Alpi germanofone che in quasi tutti i paesi del mondo è considerato un crimine contro l’umanità. Poco chiaro anche il tentativo, trasversale in tutti gli schieramenti, di promuovere nelle scuole di tutto il continente, a partire dalle materne, l’acquisto, come materiale scolastico, di automobili di grossa cilindrata. Venne dimostrato che i promotori del progetto di legge avevano a disposizione, già da mesi, le ammiraglie delle principali case produttrici europee, con autista. E con questo? Forse che l’attività lobbistica non è consentita, da secoli, proprio nelle democrazie di grande tradizione?

 

L’accusa Per il giudice De Pieter, e per i numerosi giornalisti al seguito, il lobbismo non è una giustificazione. «Tutti abbiamo l’hobby di qualcosa - dichiara De Pieter - ma non per questo dobbiamo sentirci assolti. L’innocente è solo un colpevole che per adesso l’ha fatta franca, come dice il mio collega Dawighen. Bisogna alzarsi dal letto, ogni mattina, sentendosi loschi. Sporchi dentro. Prima o poi un’inchiesta ti spiegherà perché».

 

L’opinione pubblica Come sempre è divisa in due fazioni: una favorevole all’impiccagione preventiva di qualunque parlamentare, per impedirgli di delinquere a prescindere dalle sue intenzioni. L’altra che difende a spada tratta il diritto di ricevere valigie di banconote come simbolica riconoscenza del proprio impegno per una giusta causa: la politica ha dei costi, voi non avete idea di quanto sia alto, a Bruxelles, l’affitto di un attico con giardino pensile ed eliporto. Chiunque manifesti una posizione intermedia è oggetto di disprezzo e di scherno da ambedue le parti. Per i parlamentari coinvolti nel Qatargate, di conseguenza, l’alternativa è tra l’esecuzione capitale, con sputo sul cavadere e dileggio dei figli da parte dei compagni di scuola, e l’ovazione, con conseguente nomina a Martire, se deceduti, o a premier, se viventi. Tutto quello che sta nel mezzo non è preso in considerazione, tanto che si sta pensando di riaccorpare i gruppi parlamentari europei in due nuovi e vasti schieramenti.

 

I nuovi gruppi Non più destra, centro, sinistra, categorie vecchie, ma Colpevoli e Innocenti. Secondo i sondaggisti sono queste le due fazioni, soprattutto sui social, in grado di appassionare la pubblica opinione, coinvolgendola nuovamente nella politica dopo anni di indifferenza. «È il solo rimedio possibile alla crisi della politica», spiega il celebre politologo Levi-Pumkin. «I parlamenti sono luoghi noiosi, è importante vivacizzarli».