Dopo il diluvio universale, Renzi è pronto a imbarcarsi in un nuovo partito. Obiettivo: il 12 per cento subito. E poi...
Fa l’arca o non la fa? Che fa? Non si sa, i dem in attesa, i dem in difesa. Più che una linea dritta il Renzi pensiero somiglia a quella di un labirinto persiano. Non è colpa sua, dicono le anime pie che non l’hanno abbandonato, chi è continuamente sotto tiro deve per forza fare zig zag e cambiare strada per schivare le frecce avvelenate e confondere le tracce.
Il piano A, quello dell’arca, è già allo studio con tanto di scenario post elezioni europee e con l’obiettivo di farne la costola di Matteo. Nel frattempo però l’aria ha cominciato a tirare in una direzione imprevista e i sondaggi sulle primarie Pd del 3 marzo per la candidatura a segretario di Marco Minniti, sostenuta dai renziani un giorno sì, un giorno no hanno ventilato dati non confortanti. E di conseguenza lo spettro di una rovinosa sconfitta al congresso.
Così ora si parla anche di un piano B più traumatico e immediato. Sbattere la porta insieme ai fedelissimi e dare un taglio definitivo al legame tormentato con un partito che non l’ha mai veramente accettato. Questi sono i due demoni che lavorano ai fianchi dell’ex segretario, sono aperte le scommesse su chi dei due piccoli diavoli avrà la meglio. Il Pd non trova pace e Renzi non riesce a sotterrare l’ascia di guerra. Almeno oggi, domani vai a sapere.
In principio tutto doveva restare com’è - e non è detto che non lo resterà - con Renzi che morde il freno (cioè il partito) ma tiene a freno lingua e risentimenti (verso il partito) mentre comincia a costruire il futuro (lontano dal partito) partendo dalle elezioni per l’europarlamento. È l’occasione giusta per ragionare su un soggetto diverso dal Pd, battezzato da alcuni in codice «arca di Noè» sul quale imbarcare gli esemplari dell’Italia migliore. Una lista civica dove candidare italiani simbolo, il genere di persone che «non ci sarà» alla manifestazione dell’8 dicembre a Roma come promesso da Matteo Salvini al suo popolo.
Il piano prevede che “l’arca” non sia dichiaratamente legata a Renzi ma di area dem ovvio, raccontano fonti poco inclini a fare la ola all’ex segretario, e secondo alcuni istituti di sondaggi interpellati potrebbe oscillare tra il 10 e il 12 per cento. Sul progetto sarebbe stato sentito anche il parere di Adrio Maria de Carolis, guru di Swg, da sempre società di fiducia del Pd, amico dell’ex premier e del senatore Francesco Bonifazi (entrambi fanno parte della Fondazione Eyu rispettivamente come consigliere e presidente) alter ego di Renzi.
Con un risultato accettabile “l’arca” potrebbe diventare l’infrastruttura su cui Renzi e i suoi potrebbero poggiarsi con base già solide per costruire un nuovo movimento. Secondo le orecchie da Dumbo di senatori non organici Bonifazi avrebbe detto più volte che tanto, prima o poi, si farà un altro partito. La frase di Renzi «Su mio padre il Pd non mi ha difeso» a commento della vicenda di Di Maio senior è certo frutto dell’amarezza ma non è stata detta a caso.
La tentazione è forte. Tanto da far fare addirittura la conta del numero dei senatori disposti a seguire l’ex segretario in una nuova avventura, circa quindici sarebbe stato il risultato del calcolo. Di pari passo va avanti la formazione dei Comitati civici voluti da Renzi e dei quali si occupano Ivan Scalfarotto e Sandro Gozi. In più non bisogna dimenticare, riflettono sia i renziani sia gli altri, che i deputati grillini al secondo mandato non ricandidabili per lo statuto dei Cinque Stelle sono parecchi e ben poco desiderosi di abbandonare il calduccio del Parlamento.
Ospite del programma Omnibus su La 7 l’ex premier Paolo Gentiloni alla domanda sull’eventualità di un Matteo fondatore di un nuovo movimento ha risposto «Non posso e non voglio credere a un Renzi fuori dal Pd» . Per uno come lui misurato quanto un cucchiaio di sciroppo è stata quasi una dichiarazione d’amore. «Non credo voglia farlo» è stata invece la risposta da igloo di Maurizio Martina a “Circo Massimo” di Massimo Giannini. Intanto Renzi sfoglia la Margherita, arca o non arca?