Berlusconi ha cercato di farne il suo ennesimo delfino. Ma lui ha preferito ripararsi all’ombra della Merkel
Sembra che Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, sia l’unico tra tutti i delfini - poi spiaggiati da un padre (politico) che non riesce a essere nobile - ad aver mangiato la foglia e a salvarsi. Forse è l’uso di mondo acquisito nell’alta società dei potenti furbacchioni europei. Vicepresidente di Forza Italia, coordinatore politico de facto, una trottola di dichiarazioni, incontri, strategie nel difficile tentativo di riossigenare il partito, ha dichiarato a Night Tabloid di Annalisa Bruchi che non rimarrà in patria. Ma tornerà in Europa. E così ancora una volta sarà colpa di Silvio Berlusconi, padre del populismo italiano.
Dopo il ventennio che ha abbassato se non annullato le difese culturali del Paese e le ambizioni di un riformismo necessario e strutturale ancora oggi resta una chimera la costruzione di una destra moderata e europeista con un leader diverso. Niente da fare. L’ultra ottantenne tycoon sempre più simile a un alieno con trucco e parrucco color cassoeula non cede lo scettro, non accetta il declino politico né la possibilità che qualcuno possa prendere il suo posto. Certo, conta non poco anche la preoccupazione per il futuro delle sue aziende.
Come Saturno Berlusconi ha sgranocchiato uno dietro l’altro tutti i figli prescelti e cresciuti da lui. La lista dei politici di prima linea con le loro diverse carature, tralasciando personaggi meno rappresentativi, è ampia. Gianfranco Fini, Franco Frattini, Angelino Alfano, Giovanni Toti, Stefano Parisi. L’unico a darsi a gambe levate e a sopravvivere tanto bene da essere eletto il 4 marzo persino nelle file del Partito democratico è stato Pier Ferdinando Casini. D’altronde i democristiani di razza non si fanno mai abbindolare. Tajani che geneticamente non è democristiano, nasce e non resta monarchico (ma Berlusconi non è forse un sovrano?) ha capito che nessuno può se ha Saturno contro.
Sedici anni fa dopo aver perso elezioni e illusioni italiane, Tajani, uno dei fondatori di Forza Italia, ha fatto le valigie e si è fermato a Bruxelles. Ha studiato, ha curato relazioni con nomi che nell’ormai piccola provincia italica dell’impero non fanno alcun effetto ma sono quelli che contano davvero. Bacchettone e, nonostante la pacatezza, assai fumantino soprattutto su questioni di forma istituzionale, spiritoso anche involontariamente, Tajani è stato due volte commissario e vicepresidente della famigerata Commissione europea e un anno fa ha sconfitto il socialista Gianni Pittella nella corsa al trono del Parlamento europeo succedendo a Martin Schultz, il politico tedesco che Berlusconi in uno scontro epocale aveva amabilmente definito “kapò”.
Anche Tajani e Matteo Salvini non sono da segnalare ai propri piccini a esempio di amici del cuore. Tajani lancia al vicepremier anatemi sull’alleanza gialloverde e richiami della foresta berlusconiana. Anche se Salvini da europarlamentare non ha votato per il suo insediamento alla presidenza del Parlamento Ue ma ne ha dette di cotte e di crude. «Tajani? Macché italiano. È solo l’ennesimo domestico al servizio della Merkel».
Berlusconi non ha solo ibernato Forza Italia la sua creatura politica. Ma ha ossessionato la sinistra italiana che da una parte si è concentrata sull’anti berlusconismo spinto, dall’altra ha cercato di inseguirlo sul suo stesso terreno tralasciando i bisogni reali delle fasce più deboli e non proponendo nessun nuovo modello di società e di economia.
Tajani torna in Europa quindi (a meno di non essere richiamato con pubblico giuramento su una pila di Bibbie) con l’obiettivo di riprendersi un posto apicale a Bruxelles magari giocandosi la carta della presidenza dell’eurogruppo dei Popolari visto che l’attuale Manfred Weber è stato ufficialmente candidato dal Ppe come capo della Commissione europea.
Intanto, e succede ciclicamente, si torna a parlare delle figlie, Marina (che non ne ha voglia) o Barbara (più attratta) come possibili ereditiere del consenso politico del padre.
Che si tratti del solito fanta-scenario o no, di sicuro godrebbe di un vantaggio. Non avrebbe Saturno contro.