Anche quest’anno si è eletta in televisione la più bella d’Italia. Ma a prevalere, nello ?show de La7, è stato il senso di malinconia

Sere fa, su La7, i telespettatori hanno potuto constatare che stava andando in onda alle 21.10 il film Operazione sottoveste. Regista, Blake Edwards. Interpreti, Cary Grant e Tony Curtis. Ma soprattutto, data di prima visione 1959: ovvero 58 anni fa e infinite volte in cui questa pellicola è stata proposta sul piccolo schermo al pubblico. Abbastanza per accoglierla con una simpatia ai limiti dell’affetto, abbastanza per riassaporarne volentieri qualche frammento, ma anche abbastanza per porsi una piccola domanda: può il tele-canale di Urbano Cairo, campione di palinsesto in questa nuova stagione con un’offerta che spazia dal talk-show chic quotidiano di Lilli Gruber all’appuntamento settimanale info-pop di Massimo Giletti, trasmettere a settembre inoltrato una pellicola che odora non di muffa catodica ma di carcassa di dinosauro proprio?

La risposta è un semplice e prevedibile “no”. Trovarsi faccia a faccia in prima serata con un prodotto che odora di riempitivo genera danno all’intero impianto della rete, trasferendo a casa l’impressione di un’incompiutezza categorica, ingiusta magari visti gli sforzi compiuti ma di fatto lecita da supporre. Anche perché la sera prima che La7 entrasse in modalità old movie aveva dato un’altra prova del suo andamento sghembo, devoto in parte alla dea Informazione e succube sull’altro fronte di una visione scaduta del reale, proponendo la finale della settantottesima edizione di Miss Italia.

Uno spettacolo in cui è accaduto tutto quello che era logico accadesse: l’eliminazione progressiva delle ragazze, la consegna alle stesse lucenti giovani di premi oltre i confini dell’immaginabile (come ad esempio la fascia di Miss Tricologica), le dichiarazioni a caldo delle concorrenti sotto il livello del mare (con tanto di citazione di William Shakespeare) e la partecipazione malinconica a questo rito logoro di Christian De Sica (il quale, va da sé, ha parlato del padre), di Gabriel Garko (in quanto bello dei belli) e Nino Frassica, che queste prodezze forse se le potrebbe evitare.

Naturale, in questo panorama, che l’impegno in conduzione di Francesco Facchinetti non incidesse più di tanto. Come pure è evidente che la testimonianza sul palcoscenico di Gessica Notaro, sfregiata in volto dalla malvagità di un ex fidanzato, non potesse salvare l’intero programma. Al contrario si è navigato tra bordate di malinconia e timidissimi sorrisi per le imitazioni di Gabriella Germani nei panni vocali di Venier, Raggi, Bellucci e Ferilli, fino alla premiazione della miss Alice Rachele Arlanch. Sempre con un pensiero in testa: ma quando La7 butterà la zavorra del tempo che fu?