Sono sei i personaggi indicati nell'atto d'incriminazione del tycoon come membri del complotto che puntava a sovvertire il risultato elettorale del 2020

La trama dell’incriminazione di Donald Trump è stretta intorno a un coro di personaggi in bilico sul crinale fra l'assoluto e il nulla accomunati da ordinarie gloriose esperienze di disinformazione. C’è il "sindaco d'America" e "la matta", il costituzionalista senza scrupoli e "Mister Six". Sei personaggi dietro l’ombra del tycoon, indicati nell'atto d'incriminazione di Donald Trump come membri del complotto, in concorso con l’ex Presidente Usa, per sovvertire il risultato elettorale del 2020.

Il sindaco d’America
L’italoamericano Rudy Giuliani, avvocato di New York, 79 anni, cresciuto a Brooklyn, ex procuratore distrettuale, ex sindaco di ferro nella City dal 1994 al 2001. Nell'atto di incriminazione del dipartimento Giustizia è indicato come «conspirator 1», il legale che «volutamente diffuse notizie false e perseguì strategie» respinte dagli avvocati di Trump. Quello che una volta era considerato il «sindaco d'America» è passato dall'essere uno dei primi sostenitori di Trump nella campagna presidenziale del 2016 al suo avvocato tuttofare, due anni dopo, nell'inchiesta del super procuratore Robert Mueller sul Russiagate. Giuliani è poi diventato il capo del team che nel 2020 tentò di sovvertire il risultato elettorale. L'ex sindaco ha ammesso di aver fatto false dichiarazioni ed e' stato citato in giudizio in numerose cause di diffamazione. L'ordine degli avvocati gli ha sospeso la licenza per il foro di New York.

[[ge:rep-locali:espresso:409907765]]

L’inventore del golpe
Il 6 gennaio 2021 stretto in un cappotto color cammello, con una sciarpa bianca a motivi floreali e un cappello borsalino marrone è il primo a parlare dal podio sulla Mall, la striscia monumentale di Washington che va dal Lincoln Memorial fino a Capitol Hill. La sua immagine entrerà nella storia insieme a quella di Donald Trump in guanti neri, lo sciamano, i poliziotti schiacciati tra le porte del Congresso. John Eastman è un avvocato del Nebraska e costituzionalista, 63 anni, viene inquadrato come un elemento chiave nel tentativo di sovvertire il voto. Il 6 gennaio 2021 fu lui a presentare a Trump il discorso incendiario che il tycoon avrebbe poi fatto davanti a migliaia di sostenitori, incitandoli ad assaltare il Congresso per bloccare la proclamazione di Joe Biden a nuovo presidente degli Stati Uniti. Sempre Eastman, nonostante i suoi studi da costituzionalista, aveva implorato l'allora vicepresidente Mike Pence a bloccare la certificazione del voto, cosa che Pence non avrebbe potuto fare, invitandolo a violare l'Electoral Count Act, che regola le procedure per il conteggio dei voti. L'ordine degli avvocati della California è intenzionato a revocargli la licenza.

[[ge:rep-locali:espresso:409907762]]

La matta
Sidney Powell, anche lei legale del team Trump, 68 anni, del North Carolina. Sarebbe colpevole di aver «diffuso accuse infondate su frodi fiscali», ma è anche la scheggia impazzita del gruppo, quella che lo stesso ex presidente e il suo entourage consideravano «matta». Powell si era unita al team legale subito dopo le elezioni, per diventare in poco tempo uno dei volti ufficiali della campagna per sovvertire il voto. Era lei a comparire, regolarmente, su Fox News e su altri network di destra per promuovere le sue «teorie infondate» e le cause avviate contro il governatore della Georgia, uno degli Stati in cui Trump aveva perso di misura. 

[[ge:rep-locali:espresso:409907763]]

Il burocrate
Jeffrey Clark è il quarto avvocato del team, 56 anni, di Philadelphia, secondo i procuratori federali è colui che «avviò indagini su presunte frodi elettorali pur essendo consapevole della falsità delle accuse». Burocrate di medio livello del dipartimento Giustizia, inviò una lettera ai funzionari degli Stati in bilico chiedendo loro di dare una mano a Trump. Clark promise di usare i poteri del dipartimento per aiutare il tycoon a fare pressione sui funzionari addetti alla certificazione elettorale. Il piano fallì quando i funzionari del dipartimento Giustizia minacciarono dimissioni in massa.

[[ge:rep-locali:espresso:409907764]]

L’architetto
Kenneth Chesebro laureato a Harvard, 62 anni, di Austin, Texas, nell'atto d'incriminazione viene indicato come colui che «fornì consulenze nel tentativo di mettere in atto un piano per sottomettere dichiarazioni fraudolente da parte di elettori». Considerato l'«architetto» del complotto: lui propose di nominare falsi grandi elettori, che poi avrebbero dovuto, in sede di ratificazione, dichiarare il proprio voto per Trump, ribaltando il risultato delle urne. L'ordine degli avvocati di New York ha chiesto la sospensione della sua licenza per «comportamento fraudolento e disonesto».

Mister Six
Il consulente politico senza nome. I media americani stanno cercando di identificarlo, per cui l'identità potrebbe uscire nelle prossime ore. Il misterioso "Mister Six" è accusato di aver stilato elenchi di avvocati compiacenti e disponibili negli Stati in bilico a lavorare per sovvertire il risultato del 2020. È sempre questo consulente ad aver tenuto i contatti con almeno sei senatori repubblicani con l'obiettivo di ritardare la certificazione della vittoria di Biden.