L’istituzione si appresta a comprare uno stabile inutile pur di compiacere la Francia. Che non vuole perdere i vantaggi della doppia sede ormai diventata uno spreco agli occhi di quasi tutti

Quale migliore idea per legare il fato di Strasburgo, la sonnolenta cittadina alsaziana, a quello del Parlamento europeo dell'acquisto di un nuovo edificio? Il presidente francese Emmanuel Macron è disposto a tutto pur di non farsi sfilare la sede di Strasburgo per le plenarie del parlamento europeo, soprattutto ora che è chiaro a tutti quanto una seconda sede per l'Eurocamera sia diventata pletorica e inutilmente costosa.

 

Negli ultimi tre anni una serie di palazzoni tutti acciaio e vetri sono stati costruiti sul terreno antistante l'emiciclo dell'europarlamento. Qualche marchio celebre, come Adidas, ha preso a farvi capolino ma il palazzo Osmose, voluto dalle Banche del territorio francese con l'approvazione delle autorità locali e regionali, è ancora vuoto. Ed è nuovo di zecca. La presidenza francese intende venderlo all'Europarlamento e già nella scorsa legislatura i contatti con l'allora segretario generale Klaus Welle erano in fase avanzata. L'alleanza di destra tra i gruppi politici di Renew (a cui appartiene En Marche di Macron) e il Ppe, il gruppo più grande del parlamento, e il placet dei deputati francesi potrebbero garantire sia in aula, sia nell'ufficio di presidenza, l'organo che dovrà prendere la decisione finale, il buon esito del risultato. Per il momento il tentativo dei socialisti nella seconda seduta di ottobre di bloccare la possibilità dell'acquisto di Osmose con un emendamento al budget 2023 è stato fermato per 275 voti contro 274.

 

Certo è che l'acquisto di un ulteriore edificio in un momento di crisi incipiente, in cui il budget europeo è insufficiente persino a garantire l'indipendenza energetica del Vecchio Continente, è quantomeno superflua, se non del tutto fuori luogo.

 

Ecco allora l'idea maliziosa che la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola del Ppe, ha caldeggiato in una lettera, resa pubblica da "Politico", che nel febbraio 2022 aveva inviato all'allora primo ministro francese Jean Castex: trasformare un altro edificio dell'Eurocamera, il Salvador de Madriaga, connesso con Winston Churchill, l'edificio collegato a quello principale della plenaria con una passerella sul fiume, in un albergo in cui ospitare i parlamentari durante le trasferte a Strasburgo, «alleviando la pressione sul settore alberghiero». Una specie di ostello di lusso della bolla di Bruxelles. Così si aprirebbe immediatamente la necessità di un nuovo palazzo da destinare ad uffici e l'acquisto di Osmose sarebbe, almeno sulla carta, giustificato.

 

«Dicono che sarebbe un'operazione a costo zero, uno scambio di edifici», racconta Nils Usakovs, europarlamentare lettone della commissione Bilancio: «L'europarlamento riceverebbe il nuovo edificio Osmose e darebbe quello vecchio a un privato non meglio identificato che lo trasformerebbe in albergo in cui ospitare gli eurodeputati». In realtà, anche se fosse così, e non è detto perché non c'è ancora trasparenza sui piani della presidenza, l'europarlamento dovrebbe spendere almeno 26 milioni di euro solo per la sicurezza del nuovo edificio e altri 15 per costruire una nuova passerella con cui connetterlo ai vecchi edifici. «Tra l'altro ci vorrebbero oltre dieci minuti a piedi per andare da Osmose a Winston Churchill», sottolinea Usakovs: «Una perdita di tempo enorme, oltre che uno spreco di soldi». Una pausa. «Che figuraccia per l'europarlamento!» In un momento di crisi epocale dimostrerebbe una totale assenza di empatia verso quei cittadini che lo finanziano. In barba ad ogni retorica democratica.