L’ente del turismo della capitale austriaca ha aperto un account sul social più utilizzato per i contenuti vietati ai minori. In modo da promuovere anche i contenuti censurati su Facebook e Instagram

«La battaglia contro la censura non è finita. Con l’ascesa dei social media è tornato in prima pagina il problema delle restrizioni nel campo dell’arte». A parlare è Helena Hartlauer, la portavoce di Vienna Tourist Board, l’ente del turismo austriaco. «Le istituzioni artistiche della capitale sono vittime di questa nuova ondata di pudore». Ed è per questo che quattro dei più importanti musei di Vienna hanno deciso di portare le loro opere d’arte su OnlyFans. Così anche quelle che mostrano scene di nudo possono essere visualizzate dagli utenti.

 

OnlyFans è nato nel 2016 proprio con l’obiettivo di essere una piattaforma permissiva, per dare spazio a tutti i tipi di creatori online che possono ricevere finanziamenti direttamente dagli utenti. Durante la pandemia è diventato popolare nel settore dell’intrattenimento per adulti e ha raggiunto 85 milioni di persone. Lo scorso agosto il social ha provato a imporre norme più rigide per la diffusione di contenuti sessualmente espliciti ma le proteste degli iscritti hanno portato a un’immediata inversione di rotta.

 

 

 

Quanto accaduto ha anche sottolineato l’importanza che hanno i social network per chi diffonde i propri lavori online. Al contrario di OnlyFans, infatti, le piattaforme più conosciute come Instagram e Facebook hanno policy di controllo per la diffusione di contenuti sessualmente espliciti molto severe che colpiscono sempre più frequentemente e indiscriminatamente anche chi, come gli artisti, non offre materiale sessuale.

 

É già successo infatti che alcune importanti istituzioni artistiche della capitale austriaca finissero per essere censurate. Tra queste l'Albertina Museum a cui è stato sospeso e poi bloccato l’account TikTok per aver condiviso le opere del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki che mostravano un seno femminile oscurato e il Leopold Museum. Facebook e Instagram si sono invece rifiutati di pubblicare un video promozionale per il ventesimo anniversario del museo di Vienna, contenente “Gli amanti” di Koloman Moser, perché “potenzialmente pornografico”.

 

Nel 2018 Facebook aveva definito porno, e quindi rimosso, la fotografia della statuetta della Venere di Willendorf, di quasi 30 mila anni fa, che è conservata nel Museo di storia naturale della capitale e nel 2015 in Francia era finita in tribunale la storia de “L’origine del mondo” di Courbet rimossa dal sito in quanto contenuto pornografico.

 

«A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà» si legge all’ingresso del Palazzo della Secessione, uno dei più noti simboli dello Jugendstil austriaco. Vienna è la casa di molti dei più importanti artisti che con i loro linguaggi hanno oltrepassato i confini di ciò che era considerato accettabile nell'arte e nella società. Ed è proprio per questo, come ha sottolineato Hartlauer, che l’apertura dell’account @viennatouristboard sulla piattaforma per adulti è più che una che una campagna marketing volta a promuovere il turismo, e si prefigge soprattutto l’obiettivo di offrire consapevolezza e di aprire il dibattito sugli standard entro cui lavorano gli artisti contemporanei.

 

Opere iconiche, cruciali per la città e per la storia dell’arte, come l’autoritratto di Schiele del 1910, ora sono esposte, al sicuro, e visualizzabili, su OnlyFans, mentre altri social come Facebook e Instagram le hanno rifiutate.

 

Gli ostacoli che l’ente del turismo di Vienna ha trovato per lanciare sugli altri social la campagna di comunicazione per la diffusione delle opere su OnlyFans è un ulteriore modo per evidenziare il potere che le piattaforme hanno nell’influenzare l’espressione artistica. «L’abbiamo fatto anche per solidarietà con chi è stato censurato - ha detto Hartlauer alla CNN - l’impossibilità di mostrare le opere d'arte sui social media può essere un ostacolo duro per la comunicazione e la carriera degli artisti».