Gli opinionisti inglesi analizzano i motivi che hanno portato il Primo Ministro a ricorrere al voto anticipato e gli scenari che potrebbero aprirsi

Theresa May ieri ha annunciato elezioni anticipate. Dal numero 10 di Downing Street, il Primo Ministro ha comunicato che la Gran Bretagna tornerà alle urne l'8 giugno, proprio mentre sta muovendo i primi passi verso quell'hard Brexit decisa con il referendum del 23 giugno dello scorso anno.

Eppure la May aveva scongiurato per mesi lo spettro delle elezioni anticipate dopo il ritiro di David Cameron, tanto che l'annuncio di ieri è stata una vera sorpresa per tutti. La scadenza naturale prevista per la legislatura è il 2020 e non sembrava ci fosse la possibilità né il bisogno di ricorrere al voto. Nella giornata di oggi il Parlamento inglese dovrà esprimersi sulla richiesta formulata dalla May, ma il risultato della consultazione appare già scontato: Democratici e Laburisti voteranno a favore delle elezioni anticipate.

Cosa ha spinto il Primo Ministro a voler tornare alle urne così in fretta? Sulle prime, tutti i siti d'informazione sembravano concordi sul fatto che la mossa fosse scaturita dopo la pubblicazione dei sondaggi che attualmente danno in netto vantaggio i Tories. Questo però non convince gli opinionisti del Guardian, che trovano insufficienti le giustificazioni che Theresa May ha dato ieri ai suoi cittadini.

Durissime le parole di Anne Perkins, storica opinionista del Guardian, che nel titolo del suo editoriale paragona le elezioni anticipate ad un vero e proprio colpo di stato. “Questo non è il momento e il modo giusto per rovesciare il Parlamento.” Soprattutto perché la legge elettorale inglese (denominata“first past the post”) è particolarmente pericolosa. “Ricordate l'ultimo tentativo dei Tories di espellere i Labour nel 1931? I Laburisti vinsero con il 28 per cento dei voti, ma ebbero solamente 52 seggi in Parlamento (i Conservatori ne ottennero 470, anche se avevano guadagnato meno del doppio dei voti laburisti, ndr). Non lasciate che accada di nuovo.”

D'altronde, la sinistra britannica appare visibilmente indebolita dal post referendum sulla Brexit. Jeremy Corbyn, leader del partito laburista britannico, deve rimettere insieme i cocci di un elettorato eterogeneo e in gran parte ammaliato dalle promesse di uscita dall'Eurozona. “I laburisti devono difendere strenuamente i diritti ed i benefici che il Paese ha acquisito, questa deve essere la base di qualsiasi accordo sulla Brexit. Se i Conservatori dovessero vincere le elezioni con una larga maggioranza, l'uscita dall'Europa potrebbe essere rovinosa. La vittoria schiacciante dei Tories significherebbe la trasformazione della Gran Bretagna in un Paese dove gli interessi dei miliardari conteranno prima di tutti gli altri, trasformando il Paese in un paradiso fiscale a loro disposizione”. Questo è quanto riporta sul Guardian Owen Jones, editorialista e scrittore inglese.

I salari nell'ultimo periodo stanno crollando e la Gran Bretagna sta risentendo di una crisi che prima di oggi l'aveva solamente sfiorata. Questo sembrerebbe essere anche uno dei motivi che hanno spinto la May a ricorrere ad elezioni anticipate: rafforzare il proprio governo in un momento particolarmente delicato. “Il taglio ai servizi pubblici che questo governo ha varato, sta togliendo qualsiasi possibilità ai più giovani” scrive sempre sul quotidiano inglese Abi Wilkinson. Il problema dell'emancipazione dei giovani si fa sentire anche qui, dove gli under 25 non riescono a permettersi un affitto e lasciare la casa d'origine dopo il taglio del governo al sussidio per l'alloggio.

Sul fronte lavoro le cose non migliorano; anche la Gran Bretagna deve fare i conti con una generazione più precaria di sempre. “La maggior parte dei giovani che hanno votato al referendum sull'Ue ha optato per restare, ma ora dobbiamo portarci noi sulle spalle gli oneri della Brexit.” Abi Wilkinson commenta anche il discorso di Liam Fox, segretario di Stato al commercio internazionale, che ha dichiarato l'intenzione di varare un ulteriore taglio ai diritti dei lavoratori, come strategia per attirare investitori ed imprenditori dall'estero. “Gli inglesi saranno costretti sempre di più a competere con salari a ribasso. La verità è che Fox sta spingendo verso questa visione politica da anni e la Brexit non è altro che una scusa. Alcuni economisti hanno suggerito a Theresa May di indire le elezioni anticipate perché sanno benissimo che la recessione è alle porte e la sua popolarità andrà in declino”

La Wilkinson vede come soluzione una cosa soltanto: fermare l'avanzata dei Conservatori attraverso una massiccia partecipazione dei giovani alle urne. “Abbiamo la possibilità di scegliere. Se la mia generazione resta passivamente a guardare mentre il partito conservatore gioca con il nostro futuro ci rammaricheremo per il resto della nostra vita”.

Non solo detrattori: sul Telegraph appare un editoriale a pieno sostegno della May e della sua decisione di andare presto alle urne. Secondo quanto riportato dal quotidiano conservatore, l'elezione anticipata scongiurerebbe il paese dalla possibilità di un futuro governo Corbyn e da un'ampia coalizione tra Liberali e Partito Nazionale Scozzese. “Quella del Primo Ministro è stata una decisione coraggiosa, che permette a Theresa May di diventare una figura dominante sulla scena politica come fu trent'anni fa Margaret Thatcher”.