Oltre 32 mila attacchi contro bambini, donne e uomini disarmati. Il bilancio completo dell’offensiva di Mosca contro la popolazione, dalle scuole ai depositi alimentari, dalle chiese ai centri medici. L’inchiesta dell’Espresso con Disclose e altre testate europee

Anatomia di un massacro. Bombe, missili e carri armati russi continuano a colpire la popolazione, in Ucraina, dall'inizio della guerra. Dal 24 febbraio 2022 le stragi di persone inermi non si sono mai interrotte. Solo nel primo anno di combattimenti sono morti almeno 468 bambini, secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhcr), che ha diffuso un primo bilancio delle vittime non militari, ancora incompleto, alla data del 13 febbraio scorso: 7.199 morti e 11.756 feriti. In un solo mese, nel gennaio 2023, hanno perso la vita almeno 697 civili ucraini. Sono cifre che disegnano uno spaventoso quadro d'insieme, ma lasciano irrisolta una questione cruciale: con gli attacchi militari contro i civili, il regime di Mosca ha perseguito una strategia? Per cercare una risposta, un gruppo di ricercatori e giornalisti europei ha analizzato tutti i dati disponibili, per verificare, selezionare e isolare le singole categorie di obiettivi colpiti: quanti ospedali sono stati bombardati e in quali periodi? Quando e dove sono stati distrutti abitazioni, scuole, asili, supermercati, aziende agricole, beni culturali?

La base di partenza è l'archivio informatico dell'Acled, l'organizzazione internazionale che da vent'anni raccoglie e pubblica informazioni sui conflitti armati in tutto il mondo. Da quella banca dati, il sito investigativo francese Disclose ha estratto la lista completa di oltre 32 mila azioni militari russe che hanno colpito bersagli civili in Ucraina durante il primo anno di guerra, dal 24 febbraio 2022 allo stesso giorno del 2023. I dati sono stati verificati, rielaborati e condivisi con cinque testate europee, tra cui L'Espresso per l'Italia. Per ognuno di quei 32.528 «eventi di guerra», sono state registrate le notizie fondamentali: data e ora dell'attacco, luogo esatto, obiettivo colpito, forza militare responsabile, numero di morti o feriti. In questo modo è diventato possibile isolare le diverse tipologie di bersagli civili, dalle case agli ospedali, dalle università ai centri commerciali, ed evidenziare l'andamento degli attacchi russi nel tempo: la cronistoria del primo anno di guerra, giorno per giorno, dal punto di vista della popolazione ucraina.

I grafici che pubblichiamo qui mostrano i principali risultati di questa ricerca.

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Si parte da una cifra: 3.246. È il numero totale degli attacchi russi contro obiettivi esclusivamente civili, dove si è registrato almeno un ferito grave tra donne, bambini o uomini ucraini disarmati. La cifra comprende anche le stragi più gravi, con decine di morti, spesso le uniche documentate dai media internazionali: il missile che sventra il condominio, la bomba che devasta l'ospedale. La banca dati creata da Disclose ha escluso tutti i casi dubbi, quando non è chiaro se a sparare siano stati militari russi o ucraini, e gli eventi con più cause, non conteggiando ad esempio i danni provocati da missili di Mosca abbattuti dalla contraerea di Kiev. Nonostante questi criteri restrittivi, il risultato finale è impressionante: almeno 3.246 raid, appunto, con una media di 9 al giorno.

 

Nelle prime cinque settimane di guerra i massacri sono sistematici, con quasi 700 attacchi contro la popolazione. Le stragi si riducono tra aprile e maggio, quando le truppe russe devono ritirarsi da Kiev. Ma i bombardamenti di obiettivi non militari continuano su tutta la linea del fronte, soprattutto nelle aree di Donetsk e Kharkiv, dove in un anno si registrano oltre 1600 blitz russi contro i civili, più di cento solo nel febbraio 2023.

Anche le categorie di obiettivi sono significative. Nel primo anno di guerra, i militari russi hanno bombardato almeno 108 ospedali o centri medici, anche lontano dal fronte. Tra febbraio e maggio 2022 risultano distrutte anche 12 ambulanze. In estate le strutture sanitarie vengono quasi risparmiate. Ma da novembre si ricomincia: sedici blitz in due mesi.

 

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Dopo un singolo bombardamento, i comandi militari possono trincerarsi dietro l'alibi dei cosiddetti effetti collaterali: l'ospedale è stato colpito per errore. Difficile però accampare questa scusa per giustificare 184 attacchi militari (più di dieci al mese) contro asili, scuole, licei e università di gran parte dell'Ucraina. Si tratta di strutture frequentate solo da studenti e professori: quelle occupate da militari di Kiev sono state escluse dalla ricerca. Se non si ipotizza una strategia russa per terrorizzare i giovani ucraini, diventa arduo spiegare anche le discrepanze tra i dati mensili: 40 istituti d'istruzione attaccati nel marzo 2022, solo 5 ad aprile, più di 20 in maggio, meno di 10 in giugno.

Altrettanto drammatici e altalenanti sono i dati sui bombardamenti durante le evacuazioni della popolazione dai centri abitati: almeno 89. Tra febbraio e marzo, nelle prime cinque settimane di terrore russo, se ne registrano ben 48, in aprile 17, in maggio 13, in luglio zero. Tra agosto e settembre si ricomincia: otto blitz in due mesi. Da notare che i raid militari contro civili in fuga hanno colpito il distretto di Kiev (con 19 attacchi) ancora più delle province sul fronte come Kharkiv e Luhansk (16 ciascuna).

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Negli stessi mesi le bombe russe hanno devastato 30 supermercati e centri commerciali. Anche in questo caso con variazioni sospette: 13 nel marzo 2022, nessuno in settembre, almeno due al mese da novembre a gennaio 2023.

I blitz di Mosca hanno colpito anche 78 fattorie, aziende agricole e depositi di cibo e mangimi, soprattutto nella stagione dei raccolti. Gli attacchi alle strutture alimentari si scatenano da maggio a settembre, con una media di dieci al mese. Tra l'autunno e l'inverno si scende da cinque a zero. I raid contro l'agricoltura sono distribuiti su una vastissima mezzaluna che va da Odessa al confine a nord con la Bielorussia.

Sempre nel primo anno di guerra, le bombe russe hanno distrutto almeno 50 tra i più celebri beni culturali di diverse regioni dell'Ucraina: chiese, monumenti, musei, centri archeologici. Solo in un caso su venti si tratta di bombardamenti aerei: oltre il 90 per cento dei beni culturali è stato colpito da forze di terra.

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L'energia, ovviamente, è stata al centro della guerra, con 152 blitz contro centrali ucraine di elettricità, gas, petrolio e raffinerie. Dopo il picco di 37 raid nel marzo 2022, in estate, con il caldo, il numero di attacchi alle fonti di energia scende da 4 a 9 al mese. A fine settembre Vladimir Putin proclama l'annessione delle quattro province occupate e annuncia «l'offensiva finale». E tra ottobre e novembre le centrali tornano ad altissimo rischio: 44 bombardamenti in due mesi. Con l'inverno anche questi attacchi si riducono: il regime di Mosca ormai si prepara a una lunga guerra di logoramento.