Dal “Granello di sabbia” del ‘61, ai successi, agli eccessi. Quest’anno cinque “canzoni per l’estate” in una settimana. E non se ne può più

Dai, non scherziamo. L’ossessione del tormentone estivo nella musica italiana sta assumendo proporzioni che rasentano il comico, come se in primavera partisse una sorta di colossale Bingo, un selvaggio “squid game” a cui tutti vogliono partecipare per tentare la sorte. Hanno talmente sfracassato i limiti di assorbimento e assimilazione del nostro udito da provocare una strana reazione di massa. Tutti ascoltano i tormentoni estivi, anche perché sarebbe difficile evitarlo, ma tutti se ne lamentano.

 

Alla fine, con morettiana filosofia ci si potrebbe domandare se non si nota di più chi il tormentone e/o pezzo per l’estate che dir si voglia, non lo fa, vincendo per elegante assenza. Come al solito l’hanno capito Colapesce e Dimartino che la tematica estiva l’hanno esaurita in pieno inverno portando a Sanremo un pezzo totalmente inadeguato alla stagione intitolato “Splash” e ora che si schiatta dal caldo sono appena usciti con un pezzo “esistenzialista” dal pensoso titolo “Considera” che dice: «La verità è che è solo un pugno nell’anima, questo bisogno di esserci, per la paura di perdersi nell’universo».

 

Altrove è un diluvio, un’incontinenza bulimica che rischia di provocare un effetto nausea, una reazione allergica. Quella che era una simpatica e gaudente invenzione italiana (perché vale la pena ricordarlo, all’estero le canzoni per l’estate non si fanno) sta diventando un virus, una patologia. Non c’è nulla di personale, ovviamente. Non è un problema dei singoli, la domanda è più generale: ma questi tormentoni, sono proprio necessari? Fermi, non affrettate la risposta, non scrivere niente sui social, altrimenti l’acquazzone tropicale quotidiano delle 17 e 15 potrebbe cadere su di voi, con fantozziana precisione. Ma la domanda rimane.

 

I tormentoni sono ormai una tassa obbligatoria, un virus che contagia anche i migliori, ci cadono tutti, Mengoni e Elodie, in coppia, la Berti con Rovazzi, il trio Fedez Annalisa Articolo 31, Coez e Frah Quintale con “Alta marea” e tanto di ribattuto che fa «…rea, …rea,…rea».

 

Pensare che solo nelle uscite dell’ultima settimana abbiamo contato almeno cinque pezzi, e cinque pezzi in una sola settimana sono tantissimi, che hanno già dal titolo una vocazione estiva: “Colombre” feat. Chiello con Adriatico, perfino Levante con “Canzone d’estate”, Federico Rossi se la prende con un “Maledetto mare”, Reclame invoca addirittura una “Estate nera”, e come dargli torto, e Kenai si sfoga con “Pazza estate”. Tutto è cominciato con “Legata a un granello di sabbia”, nel lontano 1961, ma se continua così da questa sabbia ci vorremo sciogliere, al più presto.

 

UP
Si è addirittura parlato di captatio benevolentiae, ma la verità è che ai Coldplay non serve. Hanno già abbastanza successo. Decidere di cantare “Napul’è” a Napoli e “O mia bela madunina” a Milano è semplicemente un bel gesto, per una volta, e non c’è cattiveria in grado di smontare questo momento di generosità.

 

& DOWN
La moda dei biopic è talmente imperante da produrre effetti singolari. Stupisce che pochi mesi dopo “Elvis” di Baz Luhrmann, sia stata annunciata l’uscita in ottobre di “Priscilla”, firmato da Sofia Coppola, dedicato alla storia d’amore tra Elvis e sua moglie Priscilla Beaulieu. Neanche fosse un soap opera.