Onorevole, c’è un video per lei: così si risparmierebbero tempo, energie e intemperanze sparse in ogni canale

Ci sono ammiccamenti, domande basiche, volgarità, profili discutibili, tradimenti strategici, urla, linguaggio creativo, strategie, schieramenti, prese di posizione e protagonismi lampo. Praticamente il copione di un ordinario talk show. In realtà si tratta di “Temptation Island”, il reality fortunato di Canale 5 che porta a casa milioni di fedelissimi spettatori che, come vampiri del lunedì, cercano affamati gocce di sangue tra le coppie dei fidanzati lasciati in pasto ai (diavoli) tentatori.

 

Una minuscola isola di vuoto pneumatico della ragione, posizionata a caso in un’ipotetica cartina geografica del palinsesto. Le redini sfilacciate del minimondo di cui sopra è dominato da Filippo Bisciglia, un conduttore dal bizzarro destino che viene scongelato solo per questo programma, per poi tornare in un limbo sconosciuto i mesi rimanenti dell’anno in cui non va in onda. I suoi interventi sono costruiti con l’intelligenza artificiale, quattro frasi diventate ormai modi dire, sguardo fisso alla telecamera o al massimo testa ciondolante in segno di comprensione quando le immagini diventano troppo forti e, di conseguenza, oro colato per la produzione.

 

Così si snoda il bestiario settimanale, in cui i ruoli sono definiti con lo scalpello, i maschi affetti da gelosia atavica che arrivano tronfi esibendo come trofei donne sottomesse ma che si sgonfiano come palloncini al primo accenno seduttivo delle loro compagne.

 

E viene da chiedersi quanti danni si potrebbero evitare se si decidesse di affidare proprio a questo bizzarro format di successo l’agone politico che tiene banco nei palinsesti a venire. Immaginiamo per un attimo se Bisciglia comodamente seduto su una roccia appuntita dicesse all’onorevole di turno: «Ho un video per te», chiudendo con le sue sole espressioni accartocciate l’inutile commento sulle dichiarazioni del giorno. Poi tutti nel “pinnettu”, per disvelare le strategie e le intemperanze degli alleati, commentati in bermuda e tatuaggi dai colleghi solidali. Infine, quando le tensioni tra gli avversari si fanno corpose, il fatidico falò di confronto. Dove anziché volantinare su ogni canale il mal costume condito da applausi compulsivi, si concentrasse in quell’unico spazio il tiro libero delle parole e alla fine uscire mano nella mano, snocciolare scuse e pentimenti o tutt’al più liberarsi in lacrime solitarie.

 

Così facendo si risparmierebbe un bel po’ di tempo, tenendo a bada l’ego altrui, evitando cloni fastidiosi, intemperanze in luoghi pubblici, polemiche barbine sparse in ogni canale. Praticamente un’isola delle tentazioni politiche. E sarebbe un successo. Altro che Maxxi.

 

DA GUARDARE
Fanno giri immensi e poi ritornano. “La conferenza stampa”, un vip (abbastanza vero non fasullo come usa di questi tempi) viene intervistato da 350 ragazzi. Il risultato è un format delizioso che nasce su Rai Play, sbarca su Rai Due poi torna ad accucciarsi in streaming. Ma in ogni caso va visto, recuperato e apprezzato.

 

MA ANCHE NO
Dalle indiscrezioni (di Giuseppe Candela) in arrivo come opinionista al Grande Fratello Vip ci sarebbe Katia Ricciarelli. L’ex concorrente che a uno disse «è normale o gay?», definì un’altra «tenutaria del casino» e intimò alla fanciulla di origini straniere «vai a studiare al tuo Paese». Una scelta a dir poco impeccabile.