Gioielli di architettura Bauhaus, caffè, studenti. Fino a trent’anni fa era una delle aree più inquinate della Ddr. Oggi la città di Händel, dove insegnò Martin Lutero, attira ogni anno 400 mila turisti

La facciata del “Ratshof”, il municipio di Halle, è di un grigio pallido, scarne linee geometriche in puro stile Bauhaus anni Venti. Agli architetti dell’espressionismo tedesco però piaceva movimentare gli interni stendendo, sui pavimenti, linoleum dai colori caldi. Nei quattro piani del municipio ad esempio troviamo un suggestivo amaranto scuro. «Quella che vede qui sotto», ci dice Egbert Geier, il sindaco di Halle, dalle finestre del 4° piano, «è una delle più ampie piazze in Germania, con un curiosità davvero unica fra tutte le chiese tedesche». In effetti, sulla Marktplatz, la piazza centrale di Halle spiccano ben 5 torri: le quattro torri della Markt Kirche, la chiesa del mercato. Più l’imponente “Rote Turm”, la torre rossa del campanile. Sulla cui sommità, ad 84 metri di altezza, risuona il gioco di 76 campane - “il più grande carillon d’Europa”, leggiamo sotto la torre - che da il ritmo delle ore a questa ridente cittadina nella regione del Sachsen-Anhalt.

 

La “curiosità” a cui accenna il sindaco è che le quattro torri della Markt Kirche nascono dalla ‘fusione’ di due diverse chiese precedenti. L’altra curiosità è che le campane risuonano in piazza, con il festoso “Halleluja” di Händel, ogni volta che ad Halle nasce un bambino. «È stato il potentissimo cardinale Albrecht a decidere, nel 1529, di ‘fondere’ insieme le due chiese precedenti», spiega Isabel Hermann, responsabile della ‘Stadt Marketing’ della città. Si deve quindi ad Albrecht, l’arcivescovo di Magonza e Magdeburgo, e alle miniere di sale locali, se Halle è diventata quel gioiellino ricco e barocco che ancora oggi brilla in tutto il suo splendore. Il 16 aprile del ‘45 infatti la città si arrese saggiamente agli americani, senza quindi ricevere (quasi) nessuna bomba sui suoi edifici e piazze.

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«Siamo una città storica al centro della Germania ed una delle più rinnovate della ex Ddr», commenta orgoglioso il sindaco, «per questo siamo una calamita per studenti e turisti, e pronti alle nuove sfide del futuro. «Il sindaco non esagera. Oggi tra i 240 mila abitanti di Halle scorre la linfa creativa di 24 mila studenti delle varie facoltà della Martin-Luther Universität, e delle accademie di arte e musica. Inoltre la città attraversata dalle acque della Saale ha appena spuntato un concorso nazionale per erigere - nei pressi della stazione centrale - un “Zukunft Zentrum”, Centro di ricerca ecologica e laboratorio politico in cui fluiranno investimenti regionali e del governo di Berlino per 250 milioni di euro. «Vogliamo essere la prima città in Germania completamente verde, de-carbonizzata, e mostrare a tutti in Europa che ciò è possibile nel giro dei prossimi 10 anni», aggiunge il sindaco Geier. Sarà per le tante università o per i vari festival e musei della città - lo scorso marzo fra l’altro ha aperto ad Halle, ed è costato 21 milioni, un nuovo “Planetarium”- «ogni anno ci vengono a trovare qui ad Halle sui 400 mila turisti», spiega la guida Hermann.

 

Ma cosa attira tanti giovani e turisti in questa cittadina ad un’ora di treno da Berlino, e a 25 minuti da Lipsia? Prima di tutto la bellezza delle sue chiese, e il fascino così tedesco delle sue intricate stradine nel centro storico. Nella Markt Kirche, decorata all’interno con fiori dorati su sfondo blu, possiamo ammirare il pulpito su cui predicava Martin Luther in persona. Nella chiesa è esposta anche la maschera mortuaria dell’eroe della ‘Reform’ protestante. E sull’altare troneggia un meraviglioso trittico composto da Cranach il Vecchio. È in questa chiesa che il nume tutelare di Halle suonava all’organo la sua musica: Georg Friedrich Händel. Il genio della “Wasser Musik”, che già a 19 anni lasciò la cittadina natale. È lui, in parrucca e con lo spartito del “Messias Oratorium” in mano, al centro della Markt Platz, e con lo sguardo rivolto a Londra, la capitale che accolse il compositore tedesco con sommi onori. Sul suo monumento, a lettere cubitali, è scolpito: eretto dai suoi ammiratori, tedeschi ed inglesi, nel 1859. «La musica di Händel ci colpisce ancora oggi per l’intensità dei suoi cori e la forza dei sentimenti che esprime», dice Annette Landgraf, curatrice dell’edizione completa delle opere di Händel, accogliendoci nella “Händel Haus”, la casa-natale del genio, oggi un museo con 700 strumenti storici e 1000 documenti originari. I legni chiari delle scale dell’affascinante museo scricchiolano come ai tempi di Händel nell’archivio, in cui sono custoditi i suoi magici spartiti. E gli “Händel Festspiele” richiamano ogni anno ad Halle fans da tutto il mondo ad ascoltare una delle sue 42 opere ( quest’anno il festival si è tenuto dal 26 maggio all’11 giugno).

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«Al contrario di quella di Bach», continua Landgraf, «la musica di Händel ha sempre avuto un grande pubblico e riscosso successo. «Passeggiando nel groviglio di stradine al centro, scopriamo nella Graseweg uno degli esempi più suggestivi di ‘Fachwerk’, le case tutte in legno tipiche dell’architettura tedesca. «Questa è la casa più antica di tutta Halle», ci dice Angelika Burchardt accogliendoci nella sua deliziosa “Schoko Lädchen”, squisita pasticceria. Il cioccolataio è suo figlio, ed ha il laboratorio proprio di fronte, in uno dei tristi palazzi della ex DDR, tutto freddo cemento e mattoni. «Nei 40 anni della Ddr il centro storico di Halle era completamente a pezzi, e tutti preferivano abitare ad Halle Neustadt», spiega Robert Fajen, docente di francese e italiano all’università. Le case e quartieri della ‘città nuova’ - ad Halle la gente la chiama “Haneu”, e in tedesco si pronuncia ‘Hanoi’- erano bruttissimi, ma almeno vi funzionavano i riscaldamenti e le tubature d’acqua.

 

«Oggi invece», spiega Fajen, «tutti vogliono abitare nelle belle palazzine del centro storico, completamente ristrutturate negli ultimi 30 anni. «Mentre ora nei quartieri di ‘Hanoi’ pullulano gli elettori di Afd, l’estrema destra tedesca, e il disagio sociale. Gli studenti in ogni caso arrivano da mezza Germania nelle università, accademie e nel nuovo Campus del centro storico, nel suo mix di nuovi edifici ed ex villette ristrutturate.

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«Ci vivo e studio benissimo ad Halle», assicura la 25enne Antonia Hemberger, studentessa di economia, «è tutto raggiungibile nel giro di 5 minuti, e soprattutto gli affitti sono pagabilissimi. «Antonia - molto preoccupata per un suo Erasmus a Milano - paga 300 euro per la sua stanza ad Halle. E trova le biblioteche della città, quelle più moderne come le sale storiche, eccellenti. Per non parlare poi delle stupende costruzioni delle Franckische Stiftungen, le Fondazioni Francke, con la loro biblioteca barocca e 50 palazzine universitarie che sono fra i complessi ‘a traliccio’ più lunghi di tutta Europa. Non per niente da anni sono patrimonio Unesco, e sono l’esempio più brillante della cultura del pietismo di August Francke. «La nostra università è sia un centro di ricerca umanistica che scientifica», ci dice orgogliosa Claudia Becker, da poco nominata rettrice della Martin-Luther Universität, «ed abbiamo tutti i numeri e le capacità per diventare uno dei centri di eccellenza in tutta la Germania».

 

Un famoso centro di eccellenza è di sicuro anche la Burg, come tutti ad Halle chiamano la meravigliosa Accademia delle belle arti, fondata nel 1915 su un colle e all’interno di un meraviglioso castello. «È senza dubbio una delle accademie d’arte e design più prestigiosa di tutta la Germania», ci dice il simpatico Helmut Brade, uno dei grafici e docenti più importanti della Burg. Il famoso quartiere Paulus, dove abitano Helmut e sua moglie, è un quartiere di raffinate villette fine Ottocento, oggi completamente rimesse in sesto. Ma non sono solo le tante istituzioni accademiche e di ricerca ad attirare oggi i più giovani nella città di Händel. « Halle ha un’incredibile offerta culturale, letteraria e teatrale», spiega Maria Giuliana, lettrice ministeriale di Lingua e Cultura italiana ad Halle e Lipsia, «e non parliamo poi delle varie mostre nei suoi grandi musei».

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Leggendarie in particolare le mostre che organizza il grande ‘Museo preistorico’ (che al suo interno custodisce lo stupendo ‘Disco di Nebra’). O quelle nelle belle sale del Museo-Moritzburg, dove negli anni Venti aveva il suo atelier Lyonel Feininger, ristrutturate ora con maestria dagli architetti spagnoli Nieto & Sobejano, e piene dei tesori dell’arte del 19° e 20° secolo. Tra i centri della pulsante vita culturale c’è di sicuro anche la Literatur Haus. «Non dimentichiamo», ci dice il direttore Alexander Suckel nella villetta fine Ottocento della Literatur Haus, «che ad Halle c’era una casa editrice importante come la Mitteldeutsche Verlag». Era la casa editrice in cui Christa Wolf pubblicò i suoi primi romanzi, e un capolavoro come “Il cielo diviso” è ambientato ad Halle. Anche il teatro, classico e moderno, è una realtà molto vissuta ad Halle. «Da 40 anni mettiamo in scena qui ad Halle i nuovi impulsi teatrali», conferma il direttore del Neues Theater, il vitalissimo Matthias Brenner, «forse i Bonzi della Ddr non se ne erano accorti delle nostre provocazioni. «Ma ancora oggi il Neues Theater, fondato nel 1981 e costruito dagli stessi attori, richiama ogni sera pubblico non solo nelle varie sale del teatro. Anche i tavoli del “Bier Tunnel”, il ristorantino del teatro - «vi si mangia una cucina tedesca niente male», assicura Matthias - è una delle attrazioni della grande “Kultur Insel”, l’Isola della cultura ad Halle. Con il suo stupendo “Lese Cafe”, il caffe delle mille caraffe, e le serate al “Puppen Theater”, il teatro in cui gli attori recitano con i loro incredibili pupazzi. «Siamo una città giovane, pimpante e molto verde», conclude il sindaco Geier salutandoci nel suo Ratshof, «si faccia un giro per i parchi della Saale». Il sabato pomeriggio vi ritroviamo folle di ragazzi sdraiati sui prati, a prendere il sole e a ballare accanto al fiume (persino Zucchero è venuto a suonare qui sulla Saale). E pensare che fino al 1990 questa regione al centro della Germania era “il triangolo della chimica e carbone”, una delle più inquinate e tristi di tutta la ex DDR. Mentre oggi Halle è risorta, ed è una delle perle più autentiche e splendenti al centro della Germania.