Arriva il cantante e d’improvviso si scopre che destra e sinistra amano le stesse canzoni. Però nessun governo ha mai fornito l’aiuto necessario all’industria discografica

La performance di Gianni Morandi al Senato ci ha ricordato una cosa ovvia, evidente, ma che è bene sottolineare: la musica, tranne rarissimi e riprovevoli casi, unisce, accomuna, supera barriere e fazioni, riesce a mettere insieme in una sola emozione perfino la rissosissima politica, vedi l’entusiasmo bipartisan di tutti i presenti di fronte a “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” e “Caruso”. Se anche a cantare è un uomo che è stato sempre posizionato a sinistra, figlio di un ciabattino comunista che ogni mattina gli faceva leggere ad alta voce L’Unità, e “Caruso” l’ha scritta un artista che si vantava di essere cattolico e comunista, il problema non sussiste, per una volta si canta tutti insieme perché non conta da dove arrivino le canzoni, unico possibile caso nella storia del mondo.

 

La musica unisce, dunque, riesce a creare condivisione perfino nella piazza simbolo della politica, ma dal canto suo la politica per la musica popolare ha fatto poco o nulla e anche questo paradossalmente accomuna i governi di destra e di sinistra. A mancare è stata la stessa idea che valesse la pena fare qualcosa, come se le canzoni non fossero una parte così rilevante e identitaria del patrimonio culturale del nostro Paese.

 

Peggio: si sono consumati nel silenzio generale e nell’indifferenza dei partiti e dei governi di qualsiasi colore crimini nefasti, primo dei quali lasciar morire senza muovere un dito l’industria discografica nazionale che vantava etichette prestigiose e antiche come la Ricordi e la Cgd. Sono volate via in un battito di ciglia, divorate dalle multinazionali. Pensate, esisteva perfino un’etichetta, la Fonit-Cetra, che era in parte della Rai, con la possibilità di inventare strategie, sfruttare risorse comuni. Neanche quella si è salvata di fronte alla crisi del settore. Nè mai a qualcuno è venuto in mente di sostenere la creatività e la qualità a fronte di un mercato che per sua natura è spietato, cinico, guarda al sodo e al guadagno immediato, senza valutare prospettive più lungimiranti.

 

Ora è un coro continuo, dovunque in televisione vengono osannati i maestri del passato, ma quelli erano tempi di vacche grasse, quando Pino Daniele, Battiato, Dalla e gli altri erano anche i più amati dal pubblico di massa, i loro dischi vendevano come e più degli altri. Ma sono miracoli che accadono di rado. In tempi “normali” bisognerebbe pensare a preservare, a coltivare, a garantire ai giovani la speranza che la musica di qualità non debba essere lasciata solo all’azzardo del mercato e all’approssimazione selvaggia dei social, e per farlo ci vuole amore, cura, attenzione. Le canzoni ci rubano il cuore, ma sarebbe bello ricordare che dietro le emozioni c’è il lavoro di un’industria che avrebbe bisogno di aiuto, di sostegno, di considerazione.

 

UP
Daniele Silvestri esce con un ottimo nuovo singolo, “Tutta”, il cui testo è stato scritto da un bibliotecario di Forlì. Silvestri ha chiesto a chi lo seguiva di mandargli storie e idee. Alcune di queste storie sono diventate parti dello spettacolo e una addirittura una canzone, anzi il singolo che annuncia il nuovo album.

 

& DOWN
Si avvicina la bella stagione e di conseguenza inizia a esplodere la guerra dei tormentoni estivi. Detto senza alcun moralismo, potrebbe essere perfino un’occasione di festa e divertimento e invece gli ultimi anni ci hanno abituato a una gara al ribasso. Ma noi continuiamo a sperare.