Giuseppe Brindisi mette al bando le urla, ma non gli ospiti discutibili. E cambia divisa, come Superman

L’aspetto più affascinante di “Zona bianca”, il talk show in quota moderata di Rete 4 che si chiama come la fascia a rischio minore ai tempi del Covid, è la scaletta. Giuseppe Brindisi da Modugno, col suo italiano impeccabile e una voce da basso, annuncia il tema di puntata, ovvero l’annoso problema delle borseggiatrici rom, tutta una parola.

E si fa giusto in tempo a digerire un intervento a caso della leghista Silvia Sardone che in punta di piedi Brindisi, più che voltare pagina, sfoglia un intero abbeccedario: «Scusate scusate ci colleghiamo con Lampedusa che c’è il record di sbarchi, scusate parliamo però di utero in affitto su cui il Paese è diviso, scusate ma per la prima volta su Rete 4 c’è in collegamento il ministro Roccella, scusate ma ritorniamo alle borseggiatrici, scusate lasciamo intervenire il vincitore del Grande Fratello 9, scusate però adesso parliamo ancora di utero in affitto, scusate c’è la pubblicità». E con una puntualità diabolica parte lo spot della famiglia naturale che fa la pizza della tradizione.

Insomma viene quasi da volergli un po’ bene agli autori, che passano con un ascensore da un argomento all’altro, vanno, vengono, ogni tanto si fermano, come le nuvole di De André.

Ma non si capisce però se il motore mobile sia quello di scompigliare le carte per confondere le seppur vaghe idee, oppure al contrario quello di smorzare i toni, creando però al contempo un (voluto?) effetto di amplificazione nel silenzio.

Perché è vero che Brindisi esibisce come un biglietto da visita la sua ferrea volontà di evitare le urla in studio, al punto da abbassare realmente i microfoni a chi si infervora. Ma il risultato buffo è che alcune esternazioni quantomeno discutibili («Se comprasse latte ai suoi figli poveri anziché un giaccone firmato sarebbe meglio» e così via) non riescono a essere controbattute dall’ospite che si ritrova a muovere la bocca come un pesce nell’acquario.

Nel tutto il giornalista Mediaset si presenta con una doppia veste, nel senso di doppio vestito. Quand’è in incognito, per esempio in altri programmi, ha un’aria alla mano, felpa col cappuccio, sneakers, quel filo di barba, braccialetti intrecciati. E si interroga, con saggezza. «Nei talk non si fa chiarezza perché fa più gioco la confusione, l’agone fa smarrire il focus».

Poi entra nel suo studio e neanche fosse la cabina telefonica di Superman si trasforma dalla testa ai piedi: gemelli, fazzoletto di seta che fa capolino dal taschino della giacca, impeccabile. E chiede: «Perché le donne rom sono sempre incinte?». Insomma, zona bianca, sì, ma precipitare nella rossa è questione di attimi.

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