Canzoncine pronte per le versioni accelerate, ritmi fatti per ispirare balletti adolescenziali. Ormai la classifica è dettata dai social

Ciao, ciao a tutti, la musica è finita, gli amici se ne vanno. Che inutile serata… beh, proprio inutile forse no, ma di sicuro Nisa, Bindi e Califano quando nel 1967 scrissero quel gioiello intitolato “La musica è finita”, a tutto pensavano meno che a quello che sta succedendo oggi. Senza cedere a facili semplificazioni apocalittiche, e ormai certo che una serie di circostanze tra il culturale e il matematico stanno mettendo a dura prova quello che rimane della musica del nostro tempo.

Presa a schiaffi dagli algoritmi e dalla frettolosità della comunicazione social, la cosiddetta qualità sta diventando un bene di lusso, raro, e se proprio qualcuno ci tiene a perseguirlo a ogni costo deve essere pronto a una dura e cruenta lotta per la sopravvivenza. Altrimenti la musica è per lo più catturata da un vortice di cazzeggio e filmatini, con una nuova tremenda moda che la dice lunga sulla alta considerazione “artistica” di cui gode la musica, quella delle versioni “speed up”, ovvero versioni accelerate di pezzi nati più lenti, allo scopo di renderli più adatti, più facilmente utilizzabili nel breve tempo di un balletto o di un’altra azione da comunicare.

Niente di male se non fosse che sembra tutto comicamente rivisto in stile chipmunk e che questo andamento sta condizionando fortemente la produzione di musica. Un esempio lampante: Annalisa. Sette mesi fa uscì il suo singolo “Bellissima”, che come ben sappiamo ha spopolato e continua a stazionare in classifica. Forse non tutti sanno però che buona parte di questa persistente longevità è dovuta a TikTok. Quando il pezzo uscì andò bene, ma non così bene, finché non partì la condivisione sulla piattaforma cinese. Da lì il diluvio. Fino a oggi.

Da pochi giorni è uscito il nuovo singolo “Mon amour” e ad ascoltarlo la sensazione è piuttosto lampante. Il pezzo sembra essere stato studiato e realizzato già dal principio per essere amato e adottato immediatamente da TikTok, scavalcando altri meccanismi, così, dritti allo scopo, senza aspettare di essere scoperti per caso o per fortuna dagli utenti della piattaforma, e del resto ci sono artisti che forniscono le versioni speed up dei loro pezzi per facilitare il lavoro, e la tentazione del percorso veloce è così alta che perfino alcuni vecchi decani autorizzano l’uso dei loro pezzi su TikTok, vedi i Rolling Stones.

Anche qui niente di male se non fosse che il livello della produzione musicale del nostro Paese, tranne fulgide eccezioni, si sta paurosamente abbassando. La musica non è finita, forse ancora non del tutto, certo, ma ridurla a una storia di 30 secondi o un minuto è mortificante, anche perché, come continuava a spiegarci la canzone di Bindi e Califano, «un minuto è lungo da morire, se non è vissuto insieme a te, non buttare via così, la speranza di una vita d’amore».

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UP & DOWN
Con un briciolo di allegria, duettando con Blanco, Mina si distingue ancora una volta per lungimirante superiorità, per capire, come ha sempre fatto, il bello che c’è in giro, dovunque sia, da quel lontano giorni in cui scoprì “Il cielo in una stanza” e portò in classifica il nuovo linguaggio dei cantautori.

 

La interminabile telenovela che divide da sempre i due fratelli Gallagher è arrivata a un livello di assoluta insopportabilità. Dopo essersi presi a pugni e brutte parole per anni, stanno facendo circolare per l’ennesima volta voci su una possibile reunion degli Oasis. Anche le pantomime, quando troppo sfacciate, alla lunga stancano.