Fuori stagione. Per un festival o per un evento gastronomico. Seguendo consigli della Rete. Lo stile cambia ma gli italiani non rinunciano alle vacanze

Viaggiatori attenti alla qualità ed esigenti, più alla ricerca di esperienze che di relax, concentrati sul benessere più che sui consumi. Un popolo che è inadeguato definire di "vacanzieri", perché al rito della lunga estate al mare preferisce una vacanza breve in cui sperimentare situazioni nuove, emozioni, luoghi e istanti diversi.
Questo è l'identikit del viaggiatore italiano che, pur penalizzato dalla crisi, resiste. Ai tempi della recessione viaggiamo meno, ma ogni volta che possiamo: per poco tempo o con pochi soldi, organizzandoci last minute o "advanced booking", a volta non allontandoci neanche dalla nostra regione. Perché la vacanza continua ad essere un bisogno irrinunciabile, qualcosa da fare appena si può: in tempi duri il relax è necessario, il sogno indispensabile.

"La vacanza è un consumo diffuso ma non ancora per tutti. I dati del 2010 sono abbastanza negativi: solo il 46 per cento degli italiani si è concesso un viaggio, una flessione rispetto al 2009 e al 2008. E la maggior parte di quelli che hanno viaggiato lo hanno fatto restando in Italia", spiega Franco Iseppi, presidente del Touring Club, l'associazione che da più di cento anni opera per la promozione del turismo e che ha da poco presentato il "TourisMonitor 2011". Dove vanno gli italiani quando decidono di partire e varcare i confini? "Continuano a preferire Francia, Spagna e Usa ma gli incrementi di presenze più consistenti sono stati verso Egitto, Brasile e Grecia". Turisti sempre più esigenti. E sempre più insoddisfatti dell'Italia quanto a servizi e infrastrutture. "Chi è andato all'estero fa paragoni. È soddisfatto dell'accoglienza e della disponibilità di informazioni che ha trovato fuori: il turismo italiano, con un'offerta di 34 mila hotel e 1,2 milioni di lavoratori nel settore alberghiero, deve al più presto tornare all'altezza della sua vocazione turistica e programmare investimenti in tutti i settori, a cominciare dai servizi per famiglie. Le critiche alle strutture italiane vengono da italiani e stranieri".

Se il Sistema Italia è in crisi, non lo è il turista italiano: informato, organizzato, deciso, sempre più orientato a crearsi una vacanza personalizzata, capace di scegliere e valutare hotel e destinazioni consultando agenzie, amici, internet. "Oggi i turismi sono tanti. Non c'è più solo la classica vacanza balneare, anzi, il mare italiano è considerato poco interessante", spiega Iseppi : "Si cercano nuove mete e aumenta il turismo "dolce", senza fretta".
Dove si andrà nei prossimi mesi? Più in Italia che all'estero, dicono gli esperti del Touring: spostamenti brevi alla ricerca di esperienze e sensazioni nuove. A caccia di borghi medievali e silenzio, a ritemprarsi in un centro benessere, alla ricerca di sapori dimenticati, a praticare sport sulla neve. "Per le feste ci sarà un "ripiegamento nel nido": il bisogno è di affettività, i valori individuali, i viaggi slegati da ricorrenze classiche", spiega Monica Fabris, sociologa, che ha appena presentato una ricerca su viaggi e turismo al "Bto"- "Buy tourism on line", convegno fiorentino sui nuovi scenari del turismo ai tempi di Internet. "Non è un periodo florido, ma chi viaggerà sceglierà la lunga distanza: vedremo un picco di lunghe percorrenze, da città come Shanghai a Buenos Aires".

La crisi, più che mettere in discussione la vacanza, cambia il modo di farla: sempre più "destagionalizzata" e "multidimensionale", mescola bisogni ed esperienze, dal benessere allo sport, dalla cultura alla gastronomia. "Non è semplice evasione ma ricerca di sé. Nel viaggio si segue una traiettoria esistenziale".
Secondo uno studio realizzato dalla GPF, società di ricerche, la stessa vacanza balneare estiva cambia. Non più all'insegna delle 4 S (sun, sand, sea, sex: sole, sabbia, mare, sesso), ma evoluta, all'insegna di benessere, scoperta del territorio e tradizioni. "Non è tanto il luogo ad essere importante ma la relazione che si stabilisce con quel posto: la sua "densità emotiva"". Il relax rimane al primo posto dei bisogni ma non è disimpegno totale, serve a trascorrere tempo di qualità con i propri cari, a godere del territorio dal punto di vista estetico-artistico e naturale. Aumentano anche le istanze etiche. "I turisti più esperti e maturi cercano tour alternativi alle mete note, privilegiano hotel e strutture ricettive sensibili all'ambiente, che rispettino la tipicità del territorio". Scopo del viaggio è anche il desiderio di arricchirsi culturalmente, frequentando corsi di cucina oppure andando a festival e mostre. " È il turismo degli eventi, sempre più diffuso", spiega Andrea Pollarini, organizzatore di un festival dedicato agli eventi e al loro ruolo socioeconomico, che si terrà a Rimini il 9 e 10 dicembre. Che sia una sagra di paese o una rassegna colta, gli eventi sono diventati un forte motore di aggregazione: danno visibilità ai luoghi e senso di appartenenza a chi partecipa".

Turisti "voraci di esperienze", che per organizzare un viaggio non si affidano più solamente a un'agenzia o a un tour operator, ma cercano in Rete destinazioni, pareri, offerte: è il web la nuova potente fonte d'informazione che sta cambiando radicalmente il modo di viaggiare. Tra i canali privilegiati per organizzare una vacanza, Internet è al primo posto: per GPF due viaggiatori su tre si affidano alla Rete, seguono il passaparola tra amici e le curiosità personali, mentre agenzie e guide arrivano solo al quarto e al quinto posto. I meno giovani consultano i siti istituzionali (musei, comuni, regioni), i più giovani -la Facebook generation- frequentano le travel community, mondo parallelo dove i viaggiatori s'incontrano, si scambiano pareri, producono e diffondono migliaia di conversazioni in grado di orientare le scelte. La rivoluzione del Web si allarga grazie anche agli smartphone (posseduti da 13 milioni di italiani), che permettono di prenotare hotel, comprare pacchetti, consultare guide, entrare nei social network. Una rivoluzione che cambia il modo di viaggiare e dilata il sogno, connettendo fantasie e mondo virtuale: perché il turismo, come scrive il sociologo Jean Pierre Lozato Giotart, "è un sogno in cui si entra sospinti da motivazioni e si esce arricchiti da ciò che quel sogno ha prodotto".