Erdogan chiede a Putin un cessate il fuoco. Si uccide il presidente di Visibilia. I fatti da conoscere

Niger: l'Ecowas non è ancora pronto a inviare truppe
La Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas) non è ancora sufficientemente pronta a usare la forza militare contro i golpisti in Niger, afferma il Wall Street Journal citando un comandante di alto rango di uno degli stati membri dell'Ecowas. Il 30 luglio i membri della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale hanno condannato il colpo di Stato in Niger e hanno concesso agli ammutinati una settimana per ristabilire l'ordine costituzionale, minacciando di adottare misure fino a un intervento militare. Il termine da poco scaduto ma l'Ecowas non ha ancora tentato di far avanzare le sue truppe in Niger, secondo il quotidiano Usa. «Per il momento dobbiamo aumentare la forza delle nostre unità prima di prendere parte a una tale azione militare», ha detto il comandante citato dal Wsj. «Il successo di qualsiasi azione militare dipende da una buona preparazione», ha aggiunto la fonte del giornale.

Ucraina: Erdogan proporrà a Putin un cessate il fuoco anticipato
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante i previsti colloqui con Vladimir Putin che si dovrebbero tenere a breve, intende proporre la ripresa dei colloqui di pace sull'Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco anticipato: lo ha detto all'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti una fonte dell'amministrazione di Ankara. «Erdogan offrirà la sua mediazione ribadendo la tesi che non ci saranno vincitori nella guerra e vinti nel processo di pace», ha detto la fonte, definendo il presidente turco «l'unico leader mondiale" che gode della "sincera fiducia" di Putin e Zelensky».

Ponte sullo stretto. Oggi i decreti omnibus in Cdm
Il Consiglio dei ministri di oggi, l'ultimo prima della pausa estiva, avrà all'ordine del giorno due decreti omnibus, nel senso che abbracciano le materie più svariate, che comprendono anche l'intervento sui taxi, misure contro il "caro voli" e l'ipotesi della deroga al tetto per gli stipendi per la società incaricata di realizzare il ponte sullo stretto di Messina. La bozza prevede una deroga al tetto agli stipendi dei manager e anche per le assunzioni dei dipendenti, oltre a consentire che il cumulo tra pensione e compensi possa superare i 240mila euro. «Era e rimane una mangiatoia di Stato», accusa il verde Angelo Bonelli dopo che tutti i partiti di opposizione si erano già schierati contro lo sforamento del tetto. Ma, si difende l'ad della società, si tratta di una misura che non si applicherà al consiglio di amministrazione (per il quale quando la Stretto di Messina spa è stata riportata in vita è stato previsto un compenso complessivo di 125mila euro). Servirà invece per «l'assunzione di dipendenti, ovvero ingegneri ed esperti con le massime competenze», spiega Pietro Ciucci, l'amministratore delegato della Società Stretto di Messina, ricordando che la società assumerà «100 risorse da Anas e Rfi», senza aggravi per le casse pubbliche quindi, e «aziende per le quali il tetto non è previsto». Si tratta del «più grande investimento degli ultimi decenni» per cui, l'argomentazione, «la società deve poter contare sulle migliori professionalità ingegneristiche e tecniche» che sul mercato possono guadagnare ben più di 240mila euro. Per il momento nessuno ministro, né Palazzo Chigi, si è espresso ufficialmente sulla misura che avrebbe però sollevato qualche perplessità non solo tra i parlamentari di opposizione. Se ci sarà una retromarcia si vedrà all'esito del Cdm.

Si uccide Luca Ruffino, presidente di Visibilia Editore
La procura di Milano indaga per il reato di istigazione al suicidio in merito alla morte di Luca Ruffino, presidente di Visibilia Editore che si è ucciso nella notte tra sabato e domenica, sparandosi un colpo di pistola nella sua abitazione nel capoluogo lombardo. Un atto necessario, si apprende da fonti giudiziarie, anche solo per procedere con gli accertamenti, tra cui l'autopsia sul corpo del manager che sarà disposta nelle prossime ore. Storicamente legato all'amministrazione condominiale, Ruffino, 60 anni, era subentrato nella società di Daniela Santanchè nell'ottobre del 2022, rilevando le quote della senatrice di Fdi.

 

Rocca: “De Angelis parla a titolo personale. Valuterò”
Resta per il momento al suo posto, Marcello De Angelis, l'ex estremista di destra e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, finito nella bufera dopo il post su Fb con cui ha sconfessato la matrice neofascista della strage di Bologna, sostenendo l'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini. Il presidente della Regione, Francesco Rocca - sollecitato da tutta l'opposizione a far dimettere De Angelis - prende invece tempo, annunciando che «valuterà» nei prossimi giorni dopo averlo incontrato: «ha parlato a titolo personale». Né, tantomeno, un passo indietro arriva dal diretto interessato, che con un nuovo post sempre su Facebook ha ribadito la sua posizione. «Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso», ha affermato De Angelis. Pressing da Elly Schlein a Carlo Calenda per la rimozione del responsabile della Comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervistato da Il Corriere della Sera, ha specificato: «Ho più volte detto pubblicamente che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni». 

Violante: “Se De Angelis ha prove, le presenti” 
«Al nuovo partito conservatore che Giorgia Meloni credo voglia costruire non servono né le reticenze né i richiami sibillini del portavoce del presidente della Regione Lazio. Si chiuda una volta per tutte nella chiarezza con quel passato". «Se qualcuno sa che ci sono innocenti, parli e porti le prove". Così a Il Giornale Luciano Violante, per il quale «Se De Angelis conosce i nomi dei responsabili della strage di Bologna e sa che non sono quelli condannati, avrebbe il dovere di chiarire. Viene da quel mondo. Se ha informazioni le tiri fuori. Punto e basta». De Angelis - spiega Il Giornale - sui social è stato nettissimo: «Con la strage Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini non c'entrano nulla». Non può essere uno spunto di riflessione e ricerca di una verità che infine sfugge sempre? «C'è una verità giudiziaria che fa stato in un paese civile - risponde Violante -. Per la storia ci sono gli storici, non i portavoce. Altrimenti ci si aggroviglia in continue ricattatorie incertezze». «Le stragi volevano sovvertire la democrazia da destra, non da sinistra. Alti ufficiali infedeli hanno falsificato le prove e sono stati condannati ad anni di carcere. La cosa importante e della quale tutti dobbiamo essere orgogliosi è che la Repubblica ha vinto. Ha vinto l'intero popolo italiano contro i brigatisti e contro gli stragisti. Non è stato facile. Dovremmo insegnare i nostri valori».