Le mani di Fdi sulla Costituzione. Il piano anti-migranti di Piantedosi. La Russia conferma la morte di Prigozhin. I fatti da conoscere

Manovra, oggi il primo cdm dopo le ferie ma è tensione tra Salvini e Tajani
È in programma per oggi a Palazzo Chigi il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Nel corso della riunione i ministri discuteranno delle misure che entreranno nella Legge di Bilancio. «Il sentiero del governo verso la manovra non è stretto, è strettissimo, perché scarsissimi sono i fondi disponibili. Nella corsa affannosa per trovare qualche risorsa si compiono passi falsi, come la tassa sulle banche. L’unica è una minuziosa e capillare spending review» dice, in un'intervista a Repubblica, Giovanni Tria, economista all’università di Tor Vergata a Roma, ex ministro dell’Economia nel Conte I e consulente di Giancarlo Giorgetti nel periodo del governo Draghi. Sono tante le questioni su cui il governo ha annunciato o messo in cantiere decisioni, non sempre con una visione condivisa da tutti i maggiori azionisti. A giudicare dallo scambio a distanza tra Antonio Tajani e Matteo Salvini, ieri, durante la kermesse 'La Piazza' organizzata da Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, le distanze sono ampiamente misurabili su più argomenti. Almeno tre i temi di contrapposizione netta: la privatizzazione dei porti, la questione accise e carburanti e gli ostacoli al taglio.

 

Piantedosi: «Da misure contro malamovida a rimpatri»
Torna sul tavolo del Governo anche il capitolo migranti: allo studio misure per accelerare i rimpatri degli irregolari. I dettagli in un'intervista a Libero, del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: «Insieme ai colleghi degli altri ministeri stiamo definendo un pacchetto di misure per garantire maggiore sicurezza e legalità nelle nostre città. Una direttrice lungo la quale il Viminale si sta muovendo da tempo, come dimostrano anche le 'operazioni ad alto impatto' avviate da gennaio presso le principali stazioni ferroviarie delle città metropolitane e il rafforzamento delle azioni su tutto il territorio nazionale per la liberazione degli immobili occupati abusivamente». Afferma il ministro: «Nel decreto intendiamo introdurre regole più severe per chi aggredisce le forze dell'ordine e misure contro la malamovida e le baby gang. Un'altra priorità è rappresentata dall'aumento delle risorse e degli organici delle Forze di polizia, proseguendo lo sforzo già messo in atto nella manovra di bilancio», continua. Quanto all'immigrazione «nel decreto proporremo misure per facilitare il rimpatrio dei migranti irregolari che si sono distinti per condotte violente o pericolose e continueremo nell'azione intrapresa per realizzare altri Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, e per ripristinare la piena funzionalità di quelli attuali - conclude - Parallelamente, sempre per agevolare i rimpatri, abbiamo iniziato a realizzare le strutture per l'identificazione degli sbarcati, necessarie per attivare le nuove procedure accelerate previste dal decreto legge approvato a Cutro: la prima, a Pozzallo, sarà operativa dal primo settembre».

 

Le mani di Fdi sulla Costituzione
La riforma costituzionale «sarà pronta entro fine estate», nel segno del premierato. Lo afferma a Repubblica il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti. Non è un segnale per Renzi, aggiunge, ma «a tutte le opposizioni». «Non è la scoperta dell'acqua calda - prosegue - dire che FdI preferisse una riforma presidenziale o semi-presidenziale. Ma sull'elezione diretta del Capo dello Stato abbiamo notato più alzate di scudi. Il Pd credeva nel premierato, quindi sarà più difficile per loro prendere le distanze. Si potrebbe aprire una discussione franca». Critici i costituzionalisti: «La cosa più saggia sarebbe rafforzare il potere del Parlamento con una riforma in senso monocamerale, associata a una nuova legge elettorale proporzionale per garantire il pluralismo»: intervistato da La Stampa, Gaetano Azzariti, costituzionalista di primo piano, smonta il sistema di elezione diretta del premier, «il più ingannevole, che delegittimerebbe il ruolo del capo dello Stato e che in diversi Paesi produce una deriva autocratica» e indica quale dovrebbe essere nelle condizioni attuali l'approccio più sensato. «Delle tre forme di governo di elezione diretta, presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato, la terza mi sembra la più ingannevole per due ragioni: in primo luogo perché si fa credere che governare il Paese sia come governare un comune, secondo la formula del 'Sindaco d'Italia'; in secondo luogo, si afferma che non si toccano i poteri di garanzia del capo dello Stato, senza tenere presente che le forme di governo sono costruite su delicatissimi equilibri tra poteri. Ed è evidente che se ne rafforzi uno, ne indebolisci un altro. Se al capo dello Stato si sottrae il potere di nomina del presidente del Consiglio, nonché quello di sciogliere le Camere, lo si priva dei due più importanti poteri di interlocuzione col governo e il Parlamento».

 

Libia, sospesa la ministra degli esteri con l’incontro con Cohen
Il primo ministro del governo di Tripoli, Abdelamid Dbeibah ha sospeso a titolo precauzionale la ministra degli Esteri Najla Al Mangoush e l'ha denunciata per avviare indagini penali sul suo conto, a seguito del suo «incontro segreto» a Roma con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. La notizia dell'incontro di Roma ha immediatamente scatenato forti proteste a Tripoli. Già dalla tarda serata scene di pneumatici bruciati, bandiere d'Israele alle fiamme e gente in strada per chiedere le dimissioni di Mangush erano segnalati in vari quartieri della città.

 

«È lui», il test del dna conferma la morte di Prigozhin
Il test del dna mette la parola fine alla parabola di Yevgeny Prigozhin, e probabilmente anche a quella della sua Wagner. Ora Vladimir Putin ha mano libera per portare a termine l'opera di pulizia nelle forze armate, consolidare il suo potere e proseguire in una guerra che potrà essere di lunga durata o, se sarà il caso, di mettervi fine con un negoziato senza il rischio di essere attaccato dagli estremisti nazionalisti. Il Comitato investigativo, che conduce le indagini sullo schianto del jet Embraer il 23 agosto nella regione di Tver, mentre era in volo da Mosca a San Pietroburgo, ha reso noto che gli esami genetici molecolari hanno confermato l'identità dei dieci cadaveri ritrovati carbonizzati. Una lista in cui figurano, oltre a Prigozhin, il comandante militare della Wagner, Dmitry Utkin, e Valery Chekalov, responsabile della logistica, delle finanze e dei contratti della milizia privata. La Wagner, insomma, è stata decapitata. I nomi di membri della compagnia figurano tra gli altri quattro passeggeri identificati, insieme con i due piloti e l'unica donna a bordo, l'assistente di volo Kristina Raspopova. Nessuna indicazione, per ora, sulle ipotesi relative alle cause dello schianto, dopo che nei giorni scorsi diverse testimonianze raccolte da canali Telegram russi e dai media occidentali avevano accennato alla possibilità che a bordo fosse esplosa una bomba.