Vertice in salita sul salario minimo. Ryanair contro il Governo. L’Ohio boccia la misura che minacciava il diritto all’aborto. I fatti da conoscere

Salario minimo, vertice in salita
A poche ore dall'incontro con i leader dei partiti di minoranza - in calendario venerdì alle 17 - Giorgia Meloni chiarisce, o meglio conferma, quella che è la posizione del governo sul tema del salario minimo: se approvato per legge, «potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e diventare così un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora». Una premessa - scandita in una diretta social con la sua rubrica “Gli appunti di Giorgia” - che spiazza le opposizioni leggendo nelle sue parole una chiusura ad ogni confronto. «Qual è la strategia di Meloni? Convocare l'incontro e poi cercare l'incidente per farlo saltare?", si chiedono dalle parti del Nazareno con Elly Schlein comunque decisa a fare valere le sue ragioni - anche sul caso De Angelis e i ristori per l'Emilia Romagna - direttamente a Palazzo Chigi. Se all'incontro «dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento" commenta invece Riccardo Magi di +Europa, mentre Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs reputano inutile la convocazione di Meloni se fatta soltanto «per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo». «Una parte di opposizione preferisce di gran lunga che la proposta di Salario minimo venga bocciata e basta, per farci una bella campagna sopra. Allo stesso modo, la Meloni e FdI hanno enormi difficoltà ad ammettere che anche loro, quando erano minoranza, proponevano il Salario minimo per legge, ma ora che han cambiato ruolo sono contrari. È il solito eterno gioco», dichiara Carlo Calenda, leader di Azione in una intervista a Il Giornale, sostenendo la sua linea di necessario tentativo di dialogo.


Regeni, l’udienza davanti alla Corte Costituzionale il 20 settembre
È stata fissata per il prossimo 20 settembre la trattazione davanti alla Corte Costituzionale della questione sollevata dal gup di Roma relativa al processo per l'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Lo scorso maggio il giudice per l'udienza preliminare accogliendo la richiesta del procuratore capo Francesco Lo Voi e dell'aggiunto Sergio Colaiocco, finalizzata a sbloccare lo stallo in cui si trova il processo, ha inviato gli atti alla Consulta. Imputati nel procedimento sono quattro 007 egiziani: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato. La procura di Roma aveva sollevato la questione di costituzionalità dell'articolo 420 bis nella parte in cui prevede che l'assenza di conoscenza del processo da parte dell'imputato derivi dalla mancata attivazione della cooperazione dello Stato estero.


Ryanair contro il ministero delle Imprese e del Made in Italy
Intervistato dall'Ansa l'ad di Ryanair Eddie Wilson ha criticato la misura del governo per limitare il caro voli sottolineando che il decreto è illegale e interferisce con le regole del libero mercato. Fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy replicano che una eventuale richiesta di notizie sulla formulazione del provvedimento da parte della Commissione europea sarebbe «di prassi» e «nell'ambito del consueto dialogo tecnico tra gli uffici sarà fornito ampio supporto motivazionale». Il ministero si dice «pienamente disponibile» al confronto e fa trapelare «stupore» per le parole dell'ad del vettore low cost, Eddie Wilson, che in una intervista con Repubblica parla di provvedimento «ridicolo» e lo paragona alle politice commerciali dell'Unione Sovietica. Ryanair è il primo vettore in Italia nel 2022 ha totalizzato 45,7 milioni di passeggeri, pari a un terzo del totale. La presa di posizione arriva dopo settimane di polemiche sul caro voli in estate, a partire dai trasporti per le isole, Sicilia e Sardegna. Una situazione a cui il governo ha risposto con un provvedimento che prova a stoppare l'algoritmo di calcolo del prezzo.


Ecuador: condanna unanime per l'omicidio di Villavicencio
L'omicidio di Fernando Villavicencio, candidato della maggioranza di governo alle prossime presidenziali dell'Ecuador, ha scosso tutto l'arco politico del Paese. La condanna dell'attentato contro il 59enne giornalista e politico, delfino dell'attuale presidente Guillermo Lasso, è stata unanime anche da parte dei suoi avversari alla corsa alla presidenza. La favorita assoluta dei sondaggi, Luisa Gonzalez, candidata del partito dell'ex presidente Rafael Correa, ha manifestato la sua «indignazione» affermando che la morte di Villavicencio «è un lutto per tutti». Allo stesso modo il candidato del movimento indigenista Pachakutik, Yaku Peréz, in corsa per il ballottaggio, ha manifestato il suo cordoglio e ha affermato che «l'Ecuador non merita nessun'altra morte». "E' il momento di unirci e recuperare la pace», ha detto. Il candidato indipendente di centrodestra, Otto Sonnenholzner, ha condannato l'attentato sostenendo che «il Paese è sfuggito di mano» al governo. Le elezioni presidenziali si disputeranno il 20 agosto nel contesto di una grave crisi della sicurezza provocata dalla presenza sempre più forte dei cartelli della droga nel Paese. Lo stesso Villavicencio aveva denunciato nei giorni precedenti l'attentato di aver ricevuto minacce concrete da parte di un leader narco di nome José Adolfo Macías Villamar, alias "Fito". Il governo uscente del presidente Guillermo Lasso ha cercato di gestire la grave situazione con un massiccio dispiegamento di militari e con misure straordinarie di ordine pubblico mirate su alcune province, ma senza risultati concreti. Dichiarato dopo l’omicidio lo stato di emergenza nel Paese.


In Ohio vince il diritto all’aborto, stop alla proposta repubblicana
Vittoria in Ohio per i sostenitori dell'aborto. Gli elettori hanno respinto una proposta che avrebbe reso più difficile la modifica della costituzione dello Stato, secondo i media statunitensi, in un caso visto a livello nazionale come una prova del potere dei conservatori di opporsi a cause liberali come come diritto all'aborto. L'elezione speciale «Numero 1» - che ha unito i gruppi anti-aborto con gli oppositori di un aumento del salario minimo - era incentrata sulle proposte per aumentare il limite per approvare gli emendamenti costituzionali al 60% dei voti a maggioranza semplice. Il voto e' stato visto come un tentativo di contrastare un referendum previsto per novembre sulla codificazione del diritto all'aborto nella costituzione dell'Ohio. La questione in sè richiedeva solo una maggioranza semplice per essere approvata.


Ucraina: maxi attacco con droni russo a ovest
Le forze russe hanno lanciato nella notte un «massiccio» attacco con droni nella regione di Rivne, nell'Ucraina occidentale, distruggendo un deposito di petrolio nel distretto di Dubno; lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Vitaliy Koval, come riporta il Kyiv Independent. Dubno si trova a circa 125 km dal confine con la Polonia. «Nella notte, la regione di Rivne ha subito un massiccio attacco con droni. Purtroppo è stato distrutto un deposito di petrolio nel distretto di Dubno. Non ci sono state vittime», ha scritto Koval. Almeno 45 membri delle squadre di soccorso sono al lavoro sul posto.


Corea Nord: Kim licenzia il capo militare, si prepara a guerra
Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha licenziato il suo generale di punta e ha chiesto all'esercito di intensificare i preparativi per la guerra «in modo offensivo», incluso un aumento della produzione di armi ed esercitazioni più frequenti: lo riporta l'agenzia di stampa nordcoreana Kcna. Kim ha licenziato il capo dello Stato Maggiore Pak Su Il, sostituendolo con il vice maresciallo Ri Yong Gil, durante una riunione della Commissione militare centrale tenuta ieri, pochi giorni dopo la sua visita ad alcune importanti fabbriche di armi. Secondo la Kcna, l'ordine del giorno dell'incontro della riunione di ieri era «la questione dei preparativi di guerra completi», tra cui la necessità di «procurarsi mezzi d'attacco più potenti» per garantire «la perfetta preparazione militare per una guerra». Kim ha invitato «tutti gli stabilimenti industriali di munizioni a rafforzare la produzione di massa di varie armi e attrezzature». Il leader nordcoreano «ha inoltre invitato a condurre attivamente esercitazioni di guerra per far funzionare in modo efficiente le armi e gli equipaggiamenti più recenti», ha aggiunto l'agenzia di stampa.