Quattro appuntamenti per aprire una discussione sui temi fondamentali per il Paese. Si comincia il 18 maggio con la silver economy

Non si fanno figli o si fanno tardi: il profilo demografico delle economie avanzate sta cambiando. E l’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone: si stima che nel 2050 gli ultra 65enni saranno il 35,9 percento della popolazione. La natalità decresce in un clima di instabilità economica e nel mondo del lavoro le donne madri pagano un prezzo decisamente troppo alto.

 

Con l’obiettivo di aprire una discussione sui temi fondamentali nella pianificazione economica e sociale del Paese, L’Espresso si fa promotore di una rubrica di approfondimento: dall’economia dello spazio alla green economy, dalla salute all’economia della terza età.

 

Il primo dei quattro appuntamenti del progetto “I colori del futuro” affronterà proprio il tema della silver economy: si terrà giovedì 18 maggio alle 18.00, all’Antico Tiro a Volo di Roma, storico circolo fondato centotrenta anni fa. 


Tra gli interventi previsti che animeranno il dibattito, moderato dal direttore de L’Espresso Alessandro Mauro Rossi: Gian Carlo Blangiardo, ex presidente Istat; Francesco Boccia, capogruppo al senato del Pd; Mariolina Castellone, del Movimento 5 Stelle, vicepresidente del Senato; i rappresentanti di Banca Intesa e Cassa Depositi e Prestiti; Sergio Rizzo, giornalista, collaboratore de L’Espresso; Riccardo Cattaneo, chief regulatory officer di Amplifon; Giovanni Messina, direttore generale di Stannah in Italia e Francia.

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Il 2022 è stato «l’anno nero della natalità” secondo l’Istat. Meno di 400mila nuove nascite, in calo di oltre 184mila dal 2008. Si definisce “inverno demografico” ed è la fotografia di un paese stanco e invecchiato. «Nei prossimi anni avremo 800mila morti l’anno a fronte di 300mila nascite», ha avvertito Gian Carlo Blangiardo in occasione degli Stati Generali della Natalità. «Per questo perderemo 500 miliardi di pil».

 

Ma se pensiamo agli anziani come peso sociale, ci dimentichiamo che esiste un’economia della terza età: l'aumento degli anziani e il calo dei giovani portano incognite legate alle politiche fiscali. Eppure, il Pil generato dagli over 65, secondo Confindustria, nel 2020 è stato tra i 300 e i 500 miliardi di euro, ovvero tra il 20 e il 30 percento del totale. Numeri destinati a crescere: gli anziani viaggiano, fanno sport, vanno al cinema, al teatro. Hanno una vita sociale piena, una condizione economica migliore e un potere d’acquisito superiore rispetto alle altre fasce d’età. 

 

Nel 2070 ci saranno oltre 2 milioni di ultranovantenni, di cui 145mila ultracentenari. «A questi signori dobbiamo garantire qualità della vita» ma è necessario anche considerare «l’enorme spesa sanitaria per sostenere una popolazione così invecchiata», ricorda Blangiardo. Con il Ddl Anziani il governo si impegna a promuovere «invecchiamento attivo e dignità, autonomia e inclusione sociali degli anziani» attraverso «sanità preventiva presso il domicilio».

 

Il disegno di legge, approvato dal senato l’8 marzo, prevede una serie di interventi a favore dei caregiver e sostegno economico. Ma non è abbastanza. Come non è abbastanza l’ipotesi «niente tasse per chi fa figli»  finché una donna sarà costretta a scegliere tra il lavoro e la maternità. Ne parliamo giovedì 18 maggio all’Antico Tiro a Volo, a Roma.