L’appello firmato dal professore Alessandro Barbero e dagli altri studiosi è solo una delle tante forme di protesta. Che si alimentano anche con gruppi di studenti organizzati in Rete, movimenti no vax, complottisti e avvocati che fiutano l’affare. E non solo

Mentre il Green Pass diventa legge dello Stato, monta la protesta degli Studenti no vax contro quella che definiscono una politica discriminatoria che tende ad escludere dalla vita pubblica chi non è in grado di esibire il certificato vaccinale. Gli universitari raccolti in numerosi gruppi Telegram, da settimane sono sul piede di guerra e hanno messo in campo diverse iniziative, finite presto nel dimenticatoio.

 

L'ultima riguarda l'appello contro l'obbligo di Green Pass sottoscritto da 400 studiosi, ricercatori e dal professore Alessandro Barbero, docente e volto della storia raccontata in tv, che definisce il certificato verde un “sotterfugio” per costringere gli studenti alla vaccinazione. Ma uno degli accademici che più si sta spendendo è Paolo Gibilisco, matematico di Tor Vergata, che rifiuta la definizione di no vax, ma assume quella di “dubbioso”. Per comunicare sceglie Twitter, dove è seguito da 10 mila persone.

 

Ma da nord a sud, le iniziative si moltiplicano di ora in ora. Lettere ai Rettori, appelli, diffide legali, manifestazioni in piazza e fuori gli Atenei. Una parte di studenti, seppure minoritaria, rigetta la logica che senza green pass si venga esclusi dalla vita universitaria, fatta di esami, ma anche di laboratori e lezioni in aula. Tra i contestatori ci sono i no vax convinti, ma anche chi ne fa una questione di diritto. «Se non esiste un obbligo vaccinale, non possono esserci limitazioni al mio partecipare alla vita pubblica e nel caso dell'Università. Se pago le tasse perché non ho gli stessi diritti di un vaccinato?» racconta Marco, studente di Giurisprudenza de La Sapienza.

 

Ma nelle chat Telegram, sono molti quelli che credono che il Covid non sia altro che un complotto mondiale. Graziella scrive: «Sento parlare di un piano del transumanesimo da almeno 30 anni, ci vogliono trasformare in robottini e non mi vaccinerò». Le fa eco Kris: «Lo scopo del vaccino è avere il controllo su tutti gli esseri umani, creando una classe privilegiata di potenti e una massa senza diritti, se non elargiti su concessione». Poi nel gruppo “Sapienza contro il green pass” c'è Marco che insieme al fratello Andrea ha depositato presso la questura di Mesagne (Brindisi) una querela nei confronti del Presidente della Repubblica chiedendo alle autorità di verificare l'intervento all'Università di Pavia, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico. Sotto accusa è finita la dura presa di posizione di Mattarella contro chi: «Invoca la libertà per non vaccinarsi, perché quell'invocazione corrisponde a mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso la vita altrui» e poi riferendosi ai no vax, il Presidente ha condannato le espressioni di violenza e minacce che affiorano in questo periodo contro medici, scienziati e giornalisti, che «sono fenomeni allarmanti e gravi. Vanno contrastati con fermezza e sanzionati con doveroso rigore».

 

I due fratelli pugliesi sono diventati degli esempi e molti si dicono pronti a presentare denunce simili contro il capo dello Stato e il presidente del Consiglio Mario Draghi. Nelle settimane scorse altre querele sono partite all'indirizzo di Roberto Burioni e il presidente dell'Ordine dei Medici, tutti accusati di alimentare un clima d'odio verso i no vax.

 

Con l'obbligo di Green Pass scattato il primo settembre, il prossimo rischia di diventare un autunno caldo per quella fronda resistente al siero vaccinale. Dopo un anno e mezzo di pandemia, che ha tenuto tutti lontani dalle aule, c'è voglia di tornare negli atenei, ma non a qualunque prezzo. È quello che emerge da ogni iniziativa che sta nascendo in giro per l'Italia.

 

A Bergamo, la città che ha pagato il prezzo più caro al Covid, il Rettore ha ricevuto una lunghissima lettera anonima che inizia così: “Non ci qualifichiamo, non ci quantifichiamo. Potremmo essere 10, 100, 1000, 10.000. Ma anche se fossimo solo in due, dovrete fare i conti con la nostra presenza” e che prosegue “Esattamente novant’anni fa, nel 1931, venne imposto a tutti i professori universitari l'obbligo di giurare fedeltà al regime fascista, pena la destituzione dalla cattedra di cui erano titolari. Come ben sappiamo, solo 12 professori su 1.225 rifiutarono. Oggi il personale docente e non docente presente negli istituti universitari italiani ammonta a circa 125.600 persone: quanti di questi si rassegneranno ad accettare l'inaccettabile?”. Questo è uno dei passaggi più contestati della lettera, fulcro di tutte le teorie no vax che vedono dietro alla vaccinazione di massa l'imposizione di un nuovo ordine mondiale. Un complotto per annichilire la popolazione mondiale a una nuova dittatura, quella sanitaria. Ovviamente dalla lettera anonima, la Consulta degli Studenti ha preso immediatamente le distanze.

 

Ma sono molte le iniziative in giro. Il gruppo “Studenti contro il Green Pass – Venezia” ha inviato una diffida a tutti i rettorati delle Università veneziane affinché sia garantito il libero esercizio del diritto allo studio: dalla frequentazione delle lezioni alla possibilità di usufruire della biblioteca. A dare supporto legale a tutti è l'avvocato Alessandro Fusillo, attivissimo nel sostegno alle ragioni del mondo no vax e no green pass. Sul suo sito è possibile scaricare una bozza di diffida ad adempiere (articolo 1454 del codice civile) che poggia sul presupposto legislativo che di fronte ad una regolare iscrizione all'università, vedersi impedito l'accesso, rappresenterebbe una violazione contrattuale e quindi le Università potrebbero essere chiamate a risarcire il danno. Sempre sul sito del legale è possibile partecipare ad azioni collettive dietro versamento di 100 euro sul conto corrente bancario belga del legale.

 

E così via, da nord a sud, gli studenti promettono di non lasciare intentato nulla per vedersi garantito il diritto allo studio e rivendicare la libertà di scelta e autodeterminazione. Certo è che tra ragioni giuridiche e svarioni complottisti, la fronda “no green” si dà appuntamento, come sempre da due mesi a questa parte, sabato pomeriggio nelle piazze italiane contro il sistema, il transumanesimo, la dittatura sanitaria e per rivendicare il diritto di essere liberi contro un virus che ha ucciso più di 4,5 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 129 mila solo in Italia.