L’associazione degli imprenditori deve far quadrare i conti in rosso: e ora sgombra un po’ di uffici di viale dell’Astronomia per darli in affitto

Gran via vai di scatoloni al terzo piano del quartier generale romano di Confindustria. Un tempo erano le vecchine rimaste da sole in case troppo grandi e alle prese con pensioni da fame ad affittare stanze a squattrinati studenti fuori sede. Ora a cercare inquilini per far quadrare in qualche modo i conti sono gli ex poteri forti di viale dell’Astronomia, che per la prima volta nella loro storia ultracentenaria hanno chiuso in rosso (per 700 mila euro) il bilancio (non quello consolidato, beninteso, che non sanno neanche tanto bene di cosa diavolo si tratti). Tutta colpa del “Sole”, l’ex gallina dalle uova d’oro che oggi brucia 4 milioni tondi al mese. Quello del quotidiano rosa è diventato un trappolone da cui non sarebbe riuscito a liberarsi neanche il mago Houdini. Figuriamoci il povero Enzo Boccia.

L’inconsapevole stratega salernitano già non sa che pesci pigliare con il nuovo governo. Tra un’apertura di credito al lunedì, una porta sbattuta in faccia al martedì e una meritoria pausa di riflessione al mercoledì, ?il novello emulo di Patty Pravo (“Oggi qui, domani là”) ha finito per smarrire ?ogni residuo senso di orientamento politico. E, portando a spasso quella sua espressione spaesata che non si capisce perché mai un industriale straniero dovrebbe avere l’alzata d’ingegno di venire a investire in Italia, naviga a mosca cieca. Cercando di schivare sempre nuove macerie.

Mentre Matteo Salvini studia un blitz per impedire alle aziende pubbliche di aderire all’aquilotto, nei giorni scorsi ha mollato l’ormai mesta compagnia anche Luxottica. Poi, a ruota, è arrivata la defezione, ben più pesante, di Emma Marcegaglia, grande elettrice di Boccia. E, con l’ex responsabile per la legalità di Confindustria, Antonello Montante, traslocato dai domiciliari al carcere, al soi-disant leader non resta ?che il conforto dell’ultimo dei fedelissimi: Alfonso Ruffo. E chissà se qualche volenteroso s’è preso la briga di informarlo che nel frattempo il capo della comunicazione è stato rinviato a giudizio. Per truffa aggravata.