La segretaria uscente non sa che pesci prendere. Prima ha puntato sulla Sorrentino. Poi ha spostato il suo peso sull'ex nemico Landini. E per favorirlo ha tentato un blitz in segreteria. Ma non ha funzionato

Susanna Camusso, l’ex ragazza Psi cui è toccata in sorte la Cgil, come spesso le accade non sa che pesci pigliare. Il suo mandato sta scadendo, dopo aver sfiorato sublimi vette con l’endorsement pre-elettorale in perfetto stile Titanic per il fu Pietro Grasso.

Un po’ intelligente, assai più compiaciuta di sé e sempre determinata (nessuno ha mai capito bene a cosa, tanto meno lei), rischia di subire l’ennesimo smacco dopo quello delle urne (un terzo degli iscritti ha votato Di Maio): non riuscire a guidare la successione.

Aveva puntato su Serena Sorrentino, già leader studentesco al liceo Caccioppoli di Napoli e oggi capo degli affaccendati statali. Poi, a 8 mesi dal congresso, Susanna ha riaperto ?gli occhi, scoprendo che la sua pupilla non ha i voti. E che rischia di passare Vincenzo Colla (oggi al 70 per cento), non renziano, ma comunque vicino all’odiato Pd.

Così, ha deciso di spostare tutto il suo peso sull’ex arci-nemico Maurizio Landini. Il sindacalista da talk show (sotto i decibel, niente) ha però ancor meno seguito (un suo sciopero Fiom a Pomigliano raccolse 5 adesioni ?su 1.437 operai). E allora, il 7 aprile, in segreteria (dopo aver annunciato di voler scalare nientemeno che il sindacato mondiale, si sospetta in dialetto milanese), la Camusso ha (inutilmente) proposto di dare maggior peso all’apparato nell’assemblea cui spetta la nomina. Landini, che pure in passato aveva chiesto le primarie, per una volta è rimasto muto.

Come dopo il flop della “Coalizione s ociale”, lanciata nel 2015 con il plauso di riserve della Repubblica tipo Pancho Pardi e Vittorio Agnoletto (dev’essere senz’altro che nessuno aveva avvertito ?per tempo Antonio Ingroia e Topo Gigio). Poi, però, Landini ha riordinato le idee. E dettato un’articolata e incontestabile ricetta: «Ci vorrebbe una società diversa».