Chi è davvero l'inventore del “Quotidiano in classe”, costretto a ridimensionare i dati della sua poco meritoria iniziativa. Cresciuto sulle ginocchia di Andreotti e Romiti, oggi vanta un filo diretto con Renzi. È riuscito a prendersi gioco di mezzo mondo, impancandosi a guru dell'editoria. Ma non conosce neanche l'uso della virgola

Tira un’ariaccia per Andrea Ceccherini. Il leaderino di Firenze-Scandicci ha dovuto infine ammettere di essere un Pinocchio. Il teatrino che ha allestito con ?il “Quotidiano in classe”, consentendo a molti giornali di gonfiare le tirature con la distribuzione nelle scuole di copie a prezzi stracciati, non coinvolge oltre due milioni di studenti, come andava strombazzando, ma solo uno, ovvero la metà, che è un po’ diverso.

E chissà come l’avrà presa il patron di Rcs, Urbano Cairo, che già un anno fa voleva cestinare il contratto con l’Osservatorio giovani editori, minacciando una verifica dei suoi conti. Cresciuto sulle ginocchia di Andreotti e Romiti, il sedicente guru dell’editoria è stato capace di coinvolgere nelle sue sfarzose iniziative i colossi mondiali del web, i governatori delle banche centrali di mezza Europa (via Ignazio Visco e Salvatore Rossi) e i direttori dei più grandi fogli americani.

Diversamente simpatico, modi ottocenteschi, un debole per le tavole stellate, sempre scortato da un avvenente segretario stile padre Georg, ?il “fratello” Ceccherini è un beniamino di Gabriele Galateri, Fabrizio Saccomanni, Marco Morelli (e prima Giuseppe Mussari) e del fu Corrado Passera. Ha poi un antico legame con Franco Frattini e vanta un filo diretto con Matteo Renzi dal 2009, quando portò un po’ di giovani alle primarie del centro-sinistra per il municipio di Firenze.

Eppure, per smascherare il bluff del ragazzotto in grisaglia, che al liceo aveva cavalcato una rivoluzionaria rivolta contro le interrogazioni del lunedì, sarebbe bastato sbirciarne il biglietto da visita, il sito dell’Osservatorio: in un tripudio di virgole impazzite, e regolarmente assenti lì dove necessarie, ?si rincorrono concetti coerentemente all’altezza.

«Sono felice, anzi di più», aveva annunciato al mondo anni fa, forse mentre contava giulivo i denari. E ora?