Per fare emergere le testimonianze del passato l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano organizza ogni anno una competizione letteraria, che premia il diario storico più bello. E quest'anno tre delle otto testimonianze finaliste risalgono alla Prima Guerra mondiale. Ad attrarre sono state soprattutto le iniziative realizzate dall’Archivio con il Gruppo Espresso in occasione delle commemorazioni per i cento anni dallo scoppio del conflitto mondiale 

Un archivio per i diari
Storie di vita di persone comuni, racchiuse in diari, memorie, lettere e, da qualche tempo, anche nelle scritture digitali. L’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, riceve ogni anno centinaia di testimonianze di questo genere. Succede così dal 1984, dall’anno in cui il giornalista Saverio Tutino, per anni inviato di “Repubblica”, ha fondato quella che è diventata la “banca della memoria” degli italiani. Ogni settembre l’Archivio organizza il Premio Pieve - divenuto “Premio Pieve Saverio Tutino” dopo la scomparsa del fondatore nel 2011 – un concorso pensato per scegliere il diario più bello tra quelli donati all’Archivio nell’ultimo anno, ma anche per portare letteralmente in piazza e raccontare, tra i vicoli del piccolo borgo toscano, queste testimonianze così significative.

Il Premio Pieve Saverio Tutino 2015 – Trentunesima edizione
Anche per l’edizione 2015 del Premio Pieve, la trentunesima, che inizia venerdì 18 settembre e termina domenica 20, una “commissione di lettura” ha selezionato una rosa di otto testimonianze tra le quali una giuria di scrittori, accademici e giornalisti sceglierà il vincitore. Quel diario diventerà un libro e sarà pubblicato nella collana I diari di Pieve edita da Terre di Mezzo.

Sono otto testimonianze molto rappresentative del tipo di materiali che annualmente affluiscono sugli scaffali dell’Archivio. Coprono un arco temporale di un secolo, perché la prima riporta la data del 1914 e l’ultima del 2014, e contengono le vicende di persone che hanno incrociato grandi eventi storici, quali le guerre mondiali del Novecento, ma anche il racconto di esperienze professionali o di vicissitudini affettive. 

Gli otto finalisti del Premio Pieve 2015
Raccontano della Prima guerra mondiale Emilio Cianca, soldato operaio e socialista che osserva e descrive il conflitto anche alla luce delle sue idee politiche; Giuseppe Salvemini, sottotenente che parte per il fronte a 18 anni e nonostante la guerra narra di amori e amicizie, di una gioia di vivere persa solo a causa della Decima battaglia dell’Isonzo e di un’intossicazione da gas; Giovanni Viglione, sottufficiale della Marina militare, il cui diario comincia nel novembre del 1918 a bordo di una nave che costeggia le terre irredente appena conquistate dall’Italia. Ester Marozzi è invece una maestra antifascista, che vive a Milano e descrive con grande acume gli anni della Seconda guerra mondiale. 
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Tra le scritture più intimistiche, quella di Giuseppina Pendenza che conduce una vita poverissima tra l’Abruzzo e la periferia di Roma, nel secondo dopoguerra, caricandosi sulle spalle il peso di una famiglia numerosa. Poi Emidio Boccanera che parla di amore, politica, lavoro e arte durante gli anni Sessanta. E la giovanissima Caterina Minni, adolescente che racconta nelle pagine di un diario il percorso intrapreso per uscire dall'anoressia. Infine il diario dell’esperienza umana e professionale di Giuseppe Novelli, medico che trascorre un periodo in un ospedale del Burundi come volontario. 
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I diari della Prima guerra mondiale e “Cronache dal fronte”
Dunque ben tre degli otto diari finalisti del Premio Pieve 2015 racchiudono testimonianze risalenti alla Prima guerra mondiale. Diari, memorie, epistolari di quel periodo sono sempre affluiti a Pieve Santo Stefano, ma negli ultimi dodici mesi è stato registrato un incremento notevole. Ad attrarre le testimonianze sono state soprattutto le iniziative realizzate dall’Archivio con il Gruppo L’Espresso in occasione delle commemorazioni per i cento anni dallo scoppio del conflitto mondiale e dall’ingresso in guerra dell’Italia (1914-2014 e 1915-2015). A partire dal database che raccoglie centinaia di storie di soldati “La Grande Guerra, i diari raccontano” pubblicato online nel giugno 2014 e continuamente implementato. Per arrivare alla collana “Cronache dal fronte” uscita in allegato all’Espresso nel giugno 2015, che rappresenta un documento senza precedenti, una sorta di diario collettivo ottenuto sommando singole pagine dei diari, delle memorie e delle lettere scritte dai soldati al fronte, durante l’intero arco temporale in cui l’Italia è stata coinvolta nelle ostilità.

Questo straordinario mosaico autobiografico della Grande Guerra sarà presentato al pubblico del Premio Pieve sabato 19, alle ore 18.00, dal responsabile del progetto editoriale, il giornalista Pier Vittorio Buffa, insieme al direttore del Centre for the Advanced Study of Italian Society all’Università di Reading, Christopher Duggan, e a Marco Mondini dell’Istituto Storico Italo Germanico-FBK di Trento. I due studiosi inquadreranno nel contesto storiografico internazionale questa singolare iniziativa editoriale, mentre le voci su carta che ci hanno lasciato i soldati, torneranno a risuonare grazie alle letture dal vivo di Andrea Biagiotti.

La Grande Guerra, il teatro, la musica, la pittura
L’incremento delle spedizioni dei diari della Grande Guerra ha fatto nascere spontaneamente un fondo speciale “L’Espresso – I diari raccontano” presso l’Archivio di Pieve Santo Stefano, che conta già decine di esemplari. Ma non è questa l’unica disseminazione generata dalla collaborazione tra l’Archivio e il Gruppo Editoriale, che ha tra l’altro ispirato la nascita dello spettacolo teatrale “Milite Ignoto – quindicidiciotto”. L’opera, che ha debuttato nella primavera del 2015, è andata in scena giovedì 17 settembre al teatro Argentina di Roma in una serata commemorativa e di anteprima del Premio Pieve, nata in collaborazione con la Struttura di missione per gli anniversari di interessa nazionale di Palazzo Chigi.
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Un’ulteriore e inaspettata contaminazione è nata grazie a un gruppo di ragazzi, musicisti e artisti, che l’Archivio ha coinvolto nel progetto europeo “Through the memories – Un secolo di giovani” e guidato alla lettura dei diari dei soldati inseriti nel sito “La Grande Guerra, i diari raccontano”. Traendo ispirazione da alcune di queste scritture, e in modo particolare dall’epistolario del tenente Sisto Monti Buzzetti, Giovanni Pichi Graziani, Damiano Lanzi e Michele Corgnoli hanno composto e suonato alcuni brani musicali, divenuti poi la colonna sonora del Premio Pieve. Tra le canzoni, una ballata struggente intitolata “Baci ardentissimi” che racconta la partenza del tenente Buzzetti per il fronte. Le stesse testimonianze hanno infine ispirato il lavoro un altro giovane artista, Maurizio Rapiti, che ha realizzato alcune bellissime tele tra le quali “Gorizia”, che rievoca lo scenario della città a lungo contesa tra italiani e austroungarici fino alla Sesta battaglia dell’Isonzo.
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Siti web, collane editoriali, spettacoli teatrali, canzoni e dipinti. I cento anni dallo scoppio della Grande Guerra sono stati raccontati con una transmedialità totale, nata grazie all’azione ancora oggi imprescindibile dell’Archivio dei diari, la salvaguardia delle testimonianze autobiografiche dalla dispersione e dall’oblio.