L'ex senatore dell'Udeur è indagato dalla procura di Napoli nell'inchiesta sui colletti bianchi del clan dei Casalesi. Nel 2008 quando sedeva a palazzo Madama sputò al collega Cusumano perché quest'ultimo voto la fiducia a Prodi. Ma di lui erano noti anche i rapporti con il cognato del super boss Michele Zagaria

Un ex sindaco. Un ex senatore. Un ex consigliere regionale. E un membro della commissione antimafia. Ci sono anche loro tra le tredici persone arrestate nell' operazione dei carabinieri del Ros coordinati dalla procura antimafia di Napoli. Gli indagati sono esponenti e favoreggiatori del clan dei Casalesi - gruppo Zagaria, accusati, tra l'altro, di associazione di tipo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbata libertà degli incanti e finanziamento illecito a partiti politici. Sono stati sequestrati inoltre undici milioni di euro.

La procura ha evidenziato «un diffuso sistema corruttivo all'interno degli Enti che gestiscono i servizi idrici della Regione Campania; l'elargizione di illeciti finanziamenti a esponenti politici locali. E ancora la dispersione di materiale informatico rinvenuto nel bunker di Michele Zagaria il giorno della sua cattura e il suo successivo passaggio di mano in favore di esponenti del clan».

L'ex senatore finito nell'indagine è Tommaso Barbato. Militava nell'Udeur ai tempi del governo Prodi. Politicamente è passato alla storia del galateo politico per lo sputo al collega Nuccio Cusumano, quando quest'ultimo decise, nel febbraio 2008, di votare la fiducia a Romano Prodi contro l'indicazione del gruppo.
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L'indignazione per quel gesto, però, è durato poco. E Barbato è tornato in pista velocemente. Pronto a dare battaglia nelle campagne elettorali. Proprio alle ultime regionali è stato molto vicino a Vincenzo De Luca. Candidato nella lista del presidente "Campania Libera" non è stato eletto nonostante le quasi 4000 preferenze raccolte. Ha fatto gli onori di casa anche quando in terra napoletana arrivò il neo-ministro Graziano Delrio.

Proprio "l'Espresso" aveva sollevato la questione Barbato pubblicando, nel gennaio scorso, l'intercettazione tra l'ex Udeur e Francesco Zagaria, cognato del superboss Michele e reggente del clan, emersa dagli atti dell'inchiesta sulle infiltrazioni nell'azienda ospedaliera S.Anna e S.Sebastiano a Caserta, poi sciolta per condizionamento camorristico.

Francesco Zagaria, scomparso nel 2011, è stato, per la Procura, uno dei capi dei Casalesi durante la latitanza del cognato Michele, dominus della gestione criminale dell'azienda sanitaria. Un capitolo dell'ordinanza, eseguita a inizio anno, era dedicata ai rapporti tra Zagaria e politici. «A Francesco Zagaria si rivolgevano anche senatori della Repubblica come il senatore Tommaso Barbato», si legge nel documento.

Nella misura cautelare emergevano non solo i rapporti ma anche un incontro:«Il 23 novembre 2007, il senatore Barbato contattava Zagaria Francesco e lo invitava presso la propria abitazione sita nel comune di Marigliano. Il senatore sollecitava l’incontro per la necessità di affrontare alcuni argomenti. Dalle successive conversazioni emergeva che, effettivamente, Zagaria Francesco si era recato a Marigliano». C'è confidenza tra i due, tanto che Barbato si rivolgeva così a Zagaria: «Oh (…) Allora , senti ti devo parlare un momento, tu dove stai?».

Dagli atti emerge anche che «Zagaria avrebbe dovuto fare ritorno presso l'abitazione del senatore Barbato». L'ex senatore, in questa inchiesta, non eratra gli indagati. Ma si già si delineavano le relazioni con l'uomo di Gomorra.

Sospetti che però non gli hanno impedito di continuare a candidarsi. Così, dopo la pubblicazione delle liste degli imprensentabili della commissione antimafia, aveva persino attaccato la stampa: «Io, nonostate sia stato citato per circa un paio di mesi, non sono un impresentabile» e aggiungeva: «Invito tutti i cittadini onesti e 'impresentabili' come noi a votarci».

A poche settimane dell'insediamento del nuovo governatore della Campania, ora Barbato si trova in un'altra lista, quella degli arrestati in un'inchiesta per camorra.