La delega a maglie larghe, i tagli alla Guardia di finanza, il Pos obbligatorio dimenticato. Oltre al tetto dei contanti. È il fisco amico secondo il premier

L'evasione è anche una questione ambientale. C'era il clima berlusconiano, con l'allora presidente del Consiglio che si diceva “moralmente autorizzato a evadere”. Al polo opposto, l'ex ras di Equitalia e Agenzia delle Entrate Attilio Befera, secondo il quale era “necessario incutere agli evasori un sano timore”. In mezzo c'è Matteo Renzi: dichiarazioni dalla parte del rigore ma provvedimenti che allargano le maglie dei controlli. Descritti come “segnale fiducia”.

Tetto sfondato
Il punto più discusso è l'innalzamento al tetto dei contanti. Un ritocco sostanzioso, da mille a tremila euro, proprio mentre la Francia (citata da Renzi come esempio virtuoso) va nella direzione opposta. Nell'arco di un anno, il premier e Pier Carlo Padoan hanno cambiato direzione. Il ministro dell'Economia diceva che l'abbassamento del tetto era “motivato dall'esigenza di far emergere l'economia sommersa e aumentare la tracciabilità delle movimentazioni per contrastare il riciclaggio di capitali di provenienza illecita, l'elusione e l'evasione fiscale”. Adesso rivendica “il diritto di cambiare idea”.

Avanti tutta, nonostante i malumori interni al Pd e gli appelli. A farsi sentire è stata anche Libera. L'associazione antimafia guidata da Don Ciotti ha lanciato una petizione su Change.org nella quale chiede a Renzi di “non farlo” perché “l'uso del contante è un regalo agli evasori”. L'impatto di questa misura non può essere definito con certezza. Ma, scrive Libera, il problema è un altro: passa “l’idea che un po’ di 'nero' sia tollerabile se si tratta di far girare i consumi”.

I tagli alla Gdf
Il tetto ai contanti non è l'unico segnale presente nella legge di Stabilità. In una tabella allegata si annida un taglio al fondo creato dal governo Letta per sostenere l'ammodernamento dei mezzi della Guardia di finanza: 50 milioni di euro per il 2016. La legge di Stabilità 2016 toglie al fondo 15 milioni per il prossimo anno. Un taglio del 30% per una voce di spesa creata anche “ai fini del perseguimento degli obiettivi di contrasto dell'evasione fiscale, delle frodi fiscali” per rafforzare “il controllo economico del territorio”.

Anche l'Agenzia delle entrate ha dovuto fare i conti con l’austerità. Il numero dei controlli operati nel 2014 è diminuito del 9,2% rispetto al 2013. “Il risultato conseguito – si legge nella nota di accertamento del Def è strettamente connesso agli obiettivi numerici di budget fissati su livelli compatibili con il massimo sforzo delle risorse disponibili”.

Come a dire: l'Agenzia fa quello che può anche se ha sempre meno soldi a disposizione. Nonostante le risorse in calo, l'attività di recupero dell'evasione ha toccato i 14,2 miliardi (+8,4% rispetto al 2013), in linea con un trend decennale (fatta eccezione per il 2012). Nei primi 9 mesi del 2015, però, non si assiste allo stesso progresso: il gettito derivante dall’attività di accertamento e controllo è stabile (+0,1%, +8 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

No Pos
Il 30 giugno 2014 è entrato in vigore per commercianti e professionisti l’obbligo di avere un Pos. Un provvedimento voluto per incentivare i pagamenti elettronici. La norma però nasce monca. Perché è un obbligo senza sanzioni né premi. I professionisti protestano per i costi di installazione (stimati tra i 25 e i 180 euro) e le commissioni che garantirebbero incassi alle banche.

Le soluzioni proposte sarebbero due: la prima, avanzata da consulenti del lavoro e avvocati, prevederebbe l’azzeramento dei costi d’installazione. L’idea pare concordare con i tweet di Renzi. Ma non se ne farà nulla.



La seconda soluzione è invece un disegno di legge presentato il 22 gennaio 2015 dal senatore Piero Aiello (Ncd). Il ddl prevedeva prima incentivi fiscali per chi decidesse di installare il Pos e (in un secondo momento) sanzioni, dai 500 euro fino alla chiusura dell’attività. Nuove proteste degli ordini professionali e ddl bocciato per mancanza di coperture. Da allora niente di nuovo.

Le maglie della delega fiscale
Quest’estate il Consiglio dei ministri ha approvato i decreti attuativi della delega fiscale. Il quadro della legge prevede una semplificazione normativa, con la possibilità di rateizzare le tasse in caso di “temporanea difficoltà” e diminuire i contenziosi.

I singoli provvedimenti alzano l’asticella. L’omesso versamento Iva è punibile con un’evasione superiore ai 250mila euro (cinque volte il limite precedente). Sotto questa cifra, solo sanzioni amministrative. Una norma che potrebbe far saltare più di 9 mila processi.

È stata triplicata (da 50mila a 150 mila euro) la soglia di non punibilità per la dichiarazione infedele. Il carcere scatterà a quota tre milioni, contro i due milioni precedenti.

La frode fiscale è punibile con il carcere a partire da 1,5 milioni di euro (e non più 1 milione).

Punibilità esclusa anche se i costi portati in deduzione sono falsi ma contenuti (cioè se genera uno scarto del 10% rispetto al dovuto) e indicati nel bilancio. Renzi parla di “Fisco amico”. Forse un po’ troppo.

Il Fisco amico
“Il contrasto all'evasione fiscale è una priorità del Governo”, ha scritto il Mef in una nota di fine ottobre. Passando poi in rassegna le misure approvate. Oltre agli accordi multilaterali sottoscritti a livello internazionale, il ministero cita la voluntary disclosure. Termine inglese che sta per sanatoria: i contribuenti italiani che detengono capitali all'estero non dichiarati regolarizzano la propria posizione pagando le imposte evase.

C’è poi la reverse charge, che sposta il pagamento dell’Iva da chi acquista a chi vende. Per il Mef, la misura ha consentito di recuperare un miliardo. Per la Commissione europea "non c'è evidenza sufficiente che contribuisca a contrastare le frodi".

La dichiarazione dei redditi online precompilata è al suo primo giro ed è presto per valutarne gli effetti. I Caf hanno protestato per il sovraccarico di responsabilità previsto dalla legge. E gli errori non sono infrequenti. Intanto l’Agenzia delle entrate ha inviato le prime 220 mila cartelle per segnalare le incongrueze dei 730.

E poi c’è l’obbligo di fatturazione elettronica. Una luce sulle forniture dello Stato ma un’arma spuntata contro l’evasione: riguarda solo la pubblica amministrazione. Sarà estesa ai privati solo nel 2017, ma “in via opzionale”. Nessun obbligo: questione di fiducia.