In un sito di shopping si possono trovare biglietti d'auguri con forni crematori, medagliette per cani con riproduzione del cancello o delle torrette dei campi di concentramento, biglietti da visita per nostalgici delle SS, borse e portachiavi. Fiano (Pd): "Una discesa negli inferi dell'ignoranza"

Portare a spasso il proprio cane che indossa un impermeabile decorato con la scritta “mio nonno è morto ad Auschwitz” oppure pranzare su tovagliette che riproducono i forni crematori di Birkenau. Oppure ancora mandare un biglietto augurale con i sinistri binari che portarono alla morte i deportati. Si può. Basta andare sul sito Cafepress.com e selezionare il prodotto, pagarlo con carta di credito e aspettare i tempi di consegna. Non sono nazisti del Combat 18 o della White Supremacy e neppure ammiratori di Ahmadinejad.

Cafepress è un portale internazionale di vendite fondato nel 1999 da gli americani Fred Durham e Maheesh Jain e con sede nel Kentucky. Un colosso, quotato in borsa, che vanta 200 milioni di prodotti e 13 milioni di utenti. Il sito offre anche un portale italiano e in Europa è presente in Francia, Inghilterra, Germania e Spagna. Tshirt, borse, prodotti per la cucina, oggettistica per animali, gift, poster, cappellini e tanto altro ancora.

Se sulla stringa di ricerca si seleziona Auschwitz o Concentration Camp si entra in una visione abietta o quantomeno discutibile. Biglietti augurali con forni crematori, medagliette per cani con riproduzione del cancello o delle torrette dei campi di concentramento, biglietti da visita per nostalgici delle SS con un demenziale “mio nonno è morto ad Auschwitz... cadendo da una torretta di guardia” e tanto altro ancora.
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Una macabra sequenza interrotta qualche volta da frasi come “Never Again” o “Don't Forget me” che in realtà appaiono più come un goffo tentativo di rendere meno imbarazzante la vendita di questi souvenir, il politicamente corretto dello sfruttamento commerciale di un'immane tragedia. “Un caso allucinante, un perverso gusto del macabro. Qualche produttore ha scambiato Auschwitz con Il Colosseo e la Torre Eiffel” commenta Emanuele Fiano, deputato Pd e figlio di Nedo sopravvissuto al campo di concentramento nazista.

“Certo non siamo nell'antisemitismo ma è evidente che rischiamo che il passare del tempo metta il ricordo in un frullatore dove si trovino insieme gli epigoni del nazismo e la devastante riduzione patologica di una tragedia. Una discesa negli inferi dell'ignoranza. E' opportuno domandarci se non ci siano somiglianze con le gite che qualcuno organizza per andare a visitare i luoghi di omicidi e massacri come era capitato per Sara Scazzi ad Avetrana. Morbosità e ignoranza che colpiscono. Anche in politica Grillo e la sua rivoluzione sintattica di Arbeit Macht Frei ne è un esempio”. La banalità dell'ignoranza piuttosto della banalità del male.

“L’immagine di Auschwitz, della morte di massa è un pezzo del mercato” si affianca David Bidussa, storico sociale delle idee e direttore della Biblioteca della Fondazione Feltrinelli. “E oggi il mercato vive anche del gusto estetico della morte. Di vedere la morte. Di mostrare i luoghi e i simboli della morte. Magari pensando o dichiarando di voler difendere la memoria delle vittime. In realtà ciò avviene, consapevolmente o meno, identificandosi con i carnefici, con i loro simboli, con le loro macchine di morte, con i loro gesti, con le loro parole. E’ come dire: mi ricordo della morte violenta della mamma assassinata e per immagine del suo ricordo farsi stampare sulla maglietta la foto del suo assassino.

Lo fareste? Forse no. Ma questo è esattamente ciò che avviene. E' un segno della sconfitta culturale di chi si è battuto per un’etica pubblica fondata sul rispetto della vita degli altri. ” Più drastico Abraham H. Foxman, portavoce dell'americana Anti-Defamation League: “commercializzare Auschwitz e la sua tragedia è profondamente offensivo e non solo per la comunità ebraica. Dovrebbe disgustare chiunque abbia una coscienza, soprattutto coloro che producono simili prodotti sia chi li acquista. In certi casi si sfocia nell'antisemitismo con riferimenti ad Israele del tutto inappropriati. Questa vendita dovrebbe essere immediatamente bloccata.”