In molti paesi europei, tra cui la Spagna, le coppie gay posso sposarsi, adottare o avere figli con le tecniche di fecondazione assistita. Così esiste un'emigrazione di italiani e italiane che vanno a vivere all'estero per essere genitori. E scoprono che in Italia i loro figli non hanno alcun diritto

In Spagna, secondo l'associazione di famiglie LGBT Galehi, sarebbero 300.000i figli con almeno un genitore omosessuale. Il 27 per cento di coppie lesbiche e il 10 per cento di coppie gay hanno figli. Lo scorso maggio l'Università di Madrid ha presentato uno dei più ampi studi sociologici sulle famiglie omo-parentali. Un'indagine condotta su 71 mila famiglie con bambini dagli 0 ai 18 anni. Il grado di integrazione è ritenuto dalle famiglie altamente soddisfacente.

Nella penisola iberica dal 2005 le coppie gay possono sposarsi e adottare, e già dalla fine degli anni ottanta la fecondazione assistita eterologa è possibile anche per i single. Molte coppie di lesbiche negli ultimi vent'anni hanno avuto figli grazie alla fecondazione in vitro.

Anche per questo la Spagna è una delle mete più gettonate per le coppie italiane che vogliono avere figli. “Generalmente funziona così – spiega Giuseppina La Delfa presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno – le donne vanno in Belgio o Spagna o altri paesi dove è possibile l'eterologa per coppie gay o per single. Tornano in Italia con una delle due donne incinta che poi si dichiara madre single. All'altra madre, la cosiddetta 'madre sociale' sono negati in questo caso i diritti/doveri di un genitore: affidamento in caso di decesso della madre biologica, corrispettivo degli alimenti in caso di separazione e diritto di visita o possibilità di prendere decisioni su eventuali cure del figlio”.

Per le coppie sposate in Spagna ci sono tecniche di fecondazione in vitro all'avanguardia: “Le donne sposate - spiega La Delfa – possono accedere alla ROPA (Reception of Oocytes from Partner). Ovvero un ovocita fecondato di una delle due donne viene impiantato nell'utero della moglie. In questo caso è ancora più difficile escludere una delle due madri dalla tutela del figlio”.

Per ora nessuna coppia omosessuale è riuscita a far trascrivere un atto di nascita con entrambi i babbi o le mamme come genitori legali. Le cose però si stanno smuovendo: “Molte coppie che hanno avuto figli cinque o più anni fa – racconta La Delfa - tornano in Spagna, si sposano e chiedono l'adozione del figlio del coniuge. Queste coppie al rientro in Italia chiederanno la registrazione dell'adozione. Io e la mia compagna ci siamo sposate un mese fa in Francia e abbiamo chiesto un atto di nascita nuovo. Avendo io nazionalità francese la possono avere anche i miei figli. Quando fra qualche mese lo Stato francese ci darà il nuovo atto di nascita chiederemo all'anagrafe italiana per farlo registrare. Se ci sarà opposto un rifiuto andremo per vie legali”.

“I gay italiani si sono preclusi la possibilità di essere genitori per tantissimo tempo. Adesso non più grazie al fatto che in tutta l'Europa occidentale o quasi sono riconosciuti alle coppie dello stesso sesso i diritti a sposarsi e avere figli. Fra poco l'Italia sarà invasa da una marea di ricorsi”. In Italia potrebbero essere i figli a far riconoscere le proprie mamme e i propri babbi gay come coppia, forse molto prima di una decisione politica.