L'ex vice presidente della Provincia di Udine l'aveva fatta assumere a tempo intedeterminato. E nella scheda della donna era specificato a chiare lettere: 'Legata sentimentalmente a...' .  Lui prova a negare, l'inchiesta si apre e oggi arriva l'inequivocabile decisione del gup: rinvio a giudizio per tutti

Segni particolari: «Legata sentimentalmente all'ex vicepresidente della Provincia». Proponente: «Fabio Marchetti». Cioè, appunto, l'ex numero due dell'ente intermedio di Udine e attuale sindaco di Codroipo, comune di quasi 16 mila abitanti nella provincia di Udine, allora e a tutt'oggi esponente di spicco del Pdl. Quanto basta per gridare allo scandalo. E, soprattutto, per mettere in moto la macchina investigativa della Procura del capoluogo friulano. Sul tavolo del procuratore aggiunto, Raffaele Tito, un fascicolo per l'ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio. Per avere, cioè, fatto "pressioni" sui vertici di un Consorzio per lo sviluppo industriale del quale la Provincia era fondatrice e socia, affinché la fidanzata fosse assunta con contratto a tempo indeterminato.

Dentro il fascicolo, oltre all'esposto di un consigliere provinciale del suo stesso partito deciso a fare della trasparenza una crociata politica e personale, anche la scheda di assunzione della donna (il documento è stato pubblicato sul quotidiano "Messaggero Veneto"). Segnalata, appunto, come persona legata da un vincolo affettivo all'uomo che, guarda caso, l'aveva anche sponsorizzata. Non un proponente qualsiasi, s'intende, bensì il referente politico con il quale l'allora presidente del Consorzio, Cesare Strisino, si sentiva spesso.

Da qui, il coinvolgimento nell'inchiesta dello stesso Strisino e di Marzio Serena, il direttore della Zona industriale Aussa Corno, nella quale la donna, a partire dal 2010, si era aggiudicata un posto, ovviamente fisso, come impiegata amministrativa. Il tutto, va da sé, senza passare attraverso alcun tipo di concorso pubblico e senza possedere - questa l'ipotesi dell'accusa - alcuna specifica o generica competenza. Partita lo scorso febbraio, l'inchiesta è approdata oggi in tribunale. Identiche le accuse e invariata anche la difesa: nessun favoritismo. E, quindi, nessuna raccomandazione.

Di più: al magistrato, l'ex presidente della Ziac aveva negato anche di sapere che, al momento dell'assunzione, la dipendente avesse una relazione con il vicepresidente della Provincia. La scelta, aveva spiegato, fu fatta soltanto sulla base della sua validità e dell'esito positivo della work-experience svolta l'anno precedente nel Consorzio. Dimenticando, evidentemente, le referenze indicate dal Consorzio stesso sulla scheda di assunzione. Inequivocabile la decisione del gup: rinvio a giudizio davanti al tribunale collegiale per tutti.