Si avvicina il voto in Parlamento sul reato universale di maternità surrogata e i dem vacillano per mantenere una posizione unitaria. L’ordine di scuderia di Bonaccini è “rompere su tutto” per andare contro la segretaria che si è detta più volte a favore

Si vota, dunque, sulla maternità surrogata reato universale. Prevista oggi solo la discussione della questione pregiudiziale. L'esame del testo invece si terrà la settimana prossima con le richieste di modifica al testo. Il reato universale è fantapolitica, il divieto esiste già. Uno slogan buono per riempire qualche pagina di giornale, gonfiare le liste delle “polemiche del giorno” buttate tra i piedi del dibattito pubblico come fialette puzzolenti. Ma resta, a ben vedere, una partita a carte tutta interna al Partito Democratico. Una guerra di nervi destinata a essere giocata fino all'ultimo minuto: si potrebbe spaccare il partito, si potrebbe trovare un equilibrio e andare oltre. Un braccio di ferro fra la vecchia guardia e la nuova. Fra i bonacciniani che usano la gestazione per altri come una clava per schiacciare la linea della segretaria, Elly Schlein e chi invece chiede distensione, dialogo, riflessione.

 

La maternità surrogata, come in passato molte altre leggi sui diritti civili (dai Dico al ddl Zan), diventa per la sinistra il pretesto per una conta, per vedere chi vince e chi perde e “pesarsi”. Nel segno della distensione ieri a mezzanotte passata la capogruppo del Pd Chiara Braga ha provato a mettere un punto. «La mia proposta è per l'astensione ma siccome si tratta di questioni che toccano la coscienza di tutti noi...». Presenti i Gruppi parlamentari ma anche “esterni”, come gli esponenti della Direzione o le firmatarie degli appelli delle femministe, contrarie e favorevoli, alla maternità surrogata. A tenere banco è stato, in particolare, l'emendamento del segretario di Più Europa, Riccardo Magi, sostanzialmente una legge per il riconoscimento della Gpa solidale sottoforma di richiesta di modifica al ddl in discussione.

 

Ieri la segretaria, già a Bruxelles per il vertice dei socialisti europei, ha aperto l'incontro collegandosi da remoto. La discussione è stata accesa. Tra i più decisi per votare no all’emendamento Magi, i cattodem Silvia Costa e Stefano Lepri. «Ma la verità è che questa discussione sulla Gpa è un pretesto per rimettere in discussione la leadership del partito e la capacità di Schlein di gestirla», assicura un deputato.

 

Così sull'emendamento scoppiano urla, bagarre, anche pianti. Giacché l’ordine di scuderia Stefano Bonaccini ai suoi era chiaro: votare contro la gestazione per altri. Rompere su tutto ciò che potrebbe somigliare a un’ipotesi d’apertura, anche l’astensione. Così l’emendamento sulla Gpa solidale di Magi, quella sulla quale in Direzione la segretaria Schlein aveva spiegato di essere d'accordo (a titolo personale), allontana dem come Valeria Valente. 

 

Alcuni parlamentari (Claudio Mancini, Stefano Graziano) chiedono la libertà di coscienza. Solo dopo la mezzanotte la linea è decisa: il Partito Democratico voterà contro l'istituzione del reato universale di maternità surrogata. Ma voterà a favore degli emendamenti per la trascrizione dei figli delle famiglie arcobaleno. «Questa è la battaglia vera, quella su cui ci dovremmo concentrare, tralasciando provocazioni e polemiche interne». La provocazione, infatti, per il Partito Democratico sarebbe la proposta di Più Europa sulla quale i dem non parteciperanno al voto. . L'astensione, fanno notare fonti parlamentari, implicava un giudizio nel merito, mentre la non partecipazione parte da una distinzione sul metodo. Per i bonacciniani, che hanno posizioni diverse sul tema, astenersi avrebbe significato prendere una posizione, quando la discussione nel partito resta ancora aperta.

 

Intanto diversi deputati - come Piero Fassino, Debora Serracchiani e Michela De Biase - avrebbero anche chiesto di chiarire, al momento della dichiarazione di voto, che il Pd è contrario a modificare la legge 40. La settimana prossima arriverà l'ora di andare a vedere le carte, ultima mano.