Lo show di Rai Due poteva essere un carrozzone trash. Invece ha la dignità del torpedone Priscilla regina del deserto. Anche grazie al freno a mano della conduttrice che lascia il palco alle queen

Un grande dubbio aleggia sulla visione dello show “Non sono una signora” in onda su Rai Due: per quale accidente di motivo abbia dovuto rimanere fermo al palo neanche fosse una partita di Monopoli per mesi e mesi, evocato, nominato e atteso come Godot, sbandierato dall’anima progressista della televisione, e al tempo stesso supposto vessillo del fantomatico gender da chi in realtà non aveva la più pallida idea di che cosa si trattasse veramente.

Poi è andato in onda alla chetichella, mentre il caldo svuotava le case, quasi ci fosse bisogno di un blando diversivo per distogliere l’attenzione.

E a sorpresa ci si è resi conto in parecchi, visto che gli ascolti del giovedì non sono male per niente, che si trattava di una produzione dignitosa.

Lo show in drag, che vede scontrarsi a suon di tacchi, parrucche e lip sync personaggi famosi di cui bisogna scoprire l’identità, ha una caratteristica perlopiù inedita: è elegante. Di classe i travestimenti, le performance, a volte persino i commenti dei cosiddetti “investigatori del glitter”.

Un intrattenimento perfettibile ma di fronte al quale una volta tanto non si abbassa la testa facendo finta di non conoscere quelli che ti siedono al fianco, della serie, ehm, lo sto guardando ma giuro che non volevo. Invece in questo caso l’arte drag diventa un’occasione, seppur blanda, di imparare che al di fuori dei paraocchi comunemente utilizzati dai più esiste un mondo colorato tutto da scoprire che oltretutto, e qui viene il bello, diffonde con leggerezza messaggi contro l’omofobia e il pregiudizio di cui si ha un disperato bisogno.

Certo, Alba Parietti, tornata alla conduzione dopo troppi anni da opinionista diffusa nel fu salotto di Barbara D’Urso, ha il freno a mano tirato. E si attacca al gobbo neanche fosse un paio di ciglia finte, persino per il conto alla rovescia per gli spot pubblicitari: «Ci rivediamo tra 60 secondi, 59, 58 ecc», dice leggendo, per non correre il rischio di sbagliare un numero. Ma a pensar male si fa male e basta. Quindi è meglio immaginare che Parietti, donna intelligente e orgogliosamente sfrontata, capace di passare dai funerali di Berlusconi all’inaugurazione del nuovo salone di Federico Fashion Style, dal ricordo del padre partigiano alle esibizioni di “Tale e Quale” convinta di essere persino una cantante, abbia per una volta deciso di fare un passo indietro, togliersi la corona, ripiegare il suo ego smisurato dentro la giacca di un tailleur e lasciare il palco alle vere queen.

Perché il rischio di trasformare il tutto in un carrozzone trash era davvero dietro l’angolo. Invece il piacere di vedere il torpedone Priscilla attraversare il deserto televisivo è una solida realtà.

 

DA GUARDARE
Nel rutilante mondo dei palinsesti che verranno, una solida certezza è data dal Sanremo targato Amadeus. E che dai primi annunci, snocciolati come da tradizione al Tg1, regala la sua prima vera buona notizia. Ovvero che il numero dei cantanti in gara, a ora, dovrebbe essere 26, ovvero due in meno dei 28 dello scorso anno.

 

MA ANCHE NO
Strettamente dedicato a chi ancora si interroga sul senso del programma di Pierluigi Diaco “BellaMà”, senza trovare risposta: come se non bastasse il ritorno di una nuova edizione, il 9 settembre Rai Due regala agli spettatori lo speciale “ri-aspettando BellaMà”. Trattenete l’entusiasmo voi che potete.