Sono 23 i cibi acquistabili con la card proposta dal governo. «È paternalismo di stato». Uil: «La spesa di produzione della carta è superiore al beneficio del cittadino che la riceve».Non riconosce la dignità delle persone»

Con un allegato il governo scioglie l’equivoco sul concetto di sovranità alimentare, denominazione adottata dal ministero per l’Agricoltura. Non si riferisce alla sovranità delle Nazioni e neanche a quella (troppo di sinistra) delle comunità contadine, ma punta a decidere cosa dovrebbero e cosa non dovrebbero mangiare le persone che hanno una certificazione Isee non superiore ai 15 mila euro.

 

Nelle modalità d’uso della carta “Dedicata a Te”, la tessera prepagata, elargita dal governo Meloni per i poveri (382 euro dal 18 luglio fino al 31 dicembre, 32 euro al mese, quasi un euro al giorno): si spiega quali «beni alimentari di prima necessità» si possono comprare.

 

Carni, «pescato fresco» ma non surgelato, caffé ma non camomilla, miele naturale ma non marmellate, zuccheri ma non il sale.

L’elenco ha già suscitato le polemiche dell’opposizione: «Che abbiano in mente una nuova dieta dalle parti del ministero della Sovranità alimentare?» ironizza Leonardo Donno, deputato M5S componente della commissione Bilancio. «Il caffè sì, ma la marmellata no. Lo zucchero sì, ma il sale no. Il pesce fresco sì, ma quello surgelato no. E niente farmaci: se tuo figlio ha la febbre, la Tachipirina te la paghi tu. I dettagli che stanno venendo fuori su questa "social card" sono da mettersi le mani nei capelli». Scrive la deputata del M5S Chiara Appendino in un post su Facebook.

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«L'elenco dei prodotti acquistabili con la social card richiama, per il 90% a produzioni che per la maggior parte derivano dal nostro territorio». Ha risposto piccato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine dell'Assemblea di Confagricoltura. «Mai il paternalismo di Stato (Sei povero? decido io quel che è bene per te) si era spinto a tanto» è il commento della responsabile lavoro del Pd Maria Cecilia Guerra.

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Anche il reddito di cittadinanza conteneva varie limitazioni ma, oltre ai beni alimentari di prima necessità, permetteva l’acquisto di cellulari; piccoli e grandi elettrodomestici, vino, vestiti, mobili, libri, giocattoli.

 

Critiche sulla “Dedicata a Te”, sono arrivate anche dal presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo: «La card Dedicata a te è prevista per i nuclei da tre persone in su, quando in Italia ci sono 9 milioni di anziani soli o in coppia. Noi chiediamo al governo di tenere conto di questi anziani, molti di loro poi oltre ad essere soli sono anche poveri», ha detto durante la conferenza stampa sull'emergenza caldo e l'allarme solitudine per gli anziani, nella sede della comunità a Roma. Mentre in una nota il segretario confederale Uil Domenico Proietti attacca: «La carta “Dedicata a te” replica in maniera ancora più paradossale la social Card per i pensionati del 2008: a conti fatti, costa più in spesa di produzione che per il beneficio reale del cittadino che la riceve. Il paradosso continua quando si può acquistare, ad esempio, il tè, ma non una comune tisana. Questo intervento, insomma, non contrasta affatto la povertà e non riconosce la dignità delle persone. La via maestra per contrastare la povertà è rappresentata da risposte lungimiranti e strutturali come il Reddito di Cittadinanza, che negli ultimi 3 anni aveva concretamente aiutato alcuni milioni di persone».