Dopo i torti arbitrali contro la Roma, i giocatori della Fiorentina vengono bersagliati impunemente dai teppisti inglesi in Conference league. In sede continentale il calcio azzurro pesa sempre meno. E sabato è il turno dell’Inter con l’arbitro Marciniak, che partecipa a eventi razzisti a sua insaputa

Povero calcio italiano, umiliato e offeso nelle prime due finali di coppe europee. Dopo la rapina di Roma-Siviglia in Europa league, ieri è passata in cavalleria una partita ancora più scandalosa, con la Fiorentina sconfitta dal Westham in condizioni di gioco, e di arbitraggio, scandalose.

 

Fin dall’inizio del primo tempo, i calciatori viola sono stati bersagliati da un lancio sistematico di oggetti in campo di fronte al quale la direzione di gara non ha battuto ciglio. Al contrario, l’arbitro spagnolo Del Cerro Grande ha consentito alla squadra inglese di proseguire in campo una tattica intimidatoria fatta di contrasti oltre il limite.

 

Battere un calcio d’angolo è subito diventato un’impresa, come ha imparato a sue spese il capitano della Fiorentina Cristiano Biraghi, centrato da un oggetto contundente che gli ha procurato una ferita alla testa con abbondante perdita di sangue. Poco prima su Nico González erano piovuti bicchieri di plastica fino all’interno dell’area di rigore.

 

Detto che il comportamento dei tifosi inglesi a Praga è inammissibile, e non per la prima volta, c’è da interrogarsi sulle capacità reattive della dirigenza viola. Biraghi andava sostituito e bisognava presentare riserva scritta all’Uefa. Il fair play non può essere a senso unico, né è accettabile che una finale europea si trasformi in una gazzarra fra squadre iscritte alla seconda categoria dilettanti.

 

Soltanto dopo che gli ultras inglesi sono stati ridotti alla ragione dalla mediazione del capitano degli Hammers Declan Rice, peraltro esemplare per correttezza in campo, il bombardamento dalle tribune è stato interrotto. Ma il danno era fatto.

 

Che Biraghi non fosse del tutto in grado di proseguire lo dimostra il resto del match. Oltre a provocare il calcio di rigore dello 0-1 con un fallo di mano assurdo, il numero tre ha giocato in evidente stato confusionale. Nel secondo tempo, oltre a rigore, si è esibito in un tiro da trenta metri che è quasi finito in corner, lui che è noto per le sue capacità di calciare in porta. All’indomani della sconfitta, non pochi giornali gli hanno consegnato la pagella di peggiore in campo, aggiungendo la beffa al danno. Adesso è in vista la terza coppa, la più prestigiosa. Sabato 10 giugno per l’atto conclusivo della Champions league sarà di scena la terza finalista italiana.

 

L’Inter ha nella sua storia l’episodio di Mönchengladbach, passato alla storia come la “partita della lattina”. Era il 20 ottobre 1971 e, durante l’andata degli ottavi di Coppa dei campioni in Germania, una lattina colpì alla testa il centravanti nerazzurro Roberto Boninsegna durante una rimessa laterale. Boninsegna fu sostituito, come lo fu la lattina che i dirigenti del Borussia fecero sparire e che Sandro Mazzola rimpiazzò con un equivalente procurato da tifosi italiani. L’Inter lasciò andare la partita fino alla sconfitta finale per 7-1 ma il risultato non venne omologato. L’Uefa fece rigiocare l’incontro e i nerazzurri superarono il turno.

 

Per il match contro il Manchester city si spera in un arbitraggio più equilibrato, anche se le premesse non sono entusiasmanti per motivi extracalcistici. Il direttore di gara designato è il polacco Szymon Marciniak, che già ha arbitrato la finale di Coppa del mondo tra Francia e Argentina il 18 dicembre 2022.

 

Marciniak è stato contestato per avere partecipato a un evento del leader antisemita e omofobo Slawomir Mentzen lo scorso maggio. Il giovane politico e imprenditore ha una piattaforma che non difetta di chiarezza. «Siamo contro gli ebrei, i gay, l’aborto, la tassazione e l’Unione europea».

 

Dopo che la notizia è stata diffusa, Marciniak si è scusato e si è dichiarato «all’oscuro della reale natura dell’evento». L’Uefa, che da anni investe in campagne pubblicitarie contro il razzismo, lo ha perdonato. Come sembra avere già dimenticato i delinquenti al seguito del Westham. Per la linea dura contro gli hooligan e i suprematisti ariani c’è sempre tempo.