L’Hmv di Oxford riapre i battenti e porta ottimismo in un mercato in crisi. Forse c’è ancora spazio per i luoghi fisici dove acquistare musica

In netta controtendenza con la progressiva “liquefazione” dell’oggetto musicale arriva una notizia inaspettata, ovviamente piacevole, con un retrogusto addirittura poetico, e anche incoraggiante, al di là del possibile effetto nostalgia. Riapre a Londra, a quattro anni da una chiusura che sembrava definitiva, uno storico negozio di dischi che faceva parte stabilmente dello skyline del paesaggio cittadino, tappa quasi inevitabile per un appassionato di musica, un megastore dove si poteva trovare più o meno tutto quello che c’era in circolazione.

 

Stiamo parlando di HMV, al numero 363 di Oxford Street, famoso per la sua posizione strategica e per l’antichità della sua storia. La notizia è curiosa per molte ragioni. Il negozio, che era stato sostituito da un grande magazzino di caramelle, riapre perché la musica è in ripresa, e perché anche il cosiddetto “fisico” potrebbe avere qualche possibilità di resistere. C’è di mezzo la crescita del vinile, sempre di nicchia però costante, anno dopo anno, e più in generale una ripresa globale del consumo musicale che potrebbe giustificare l’esistenza di un luogo di vendita che comprenda tutte le forme del mercato: vinili, dvd, biglietti per concerti, merchandising e quant’altro.

 

Lo store di Oxford Street è quello più simbolico della catena perché fu il primo, inaugurato poco più di un secolo fa, nel 1921, da sir Edward Elgar, un compositore inglese il cui nome forse dirà poco ai lettori, ma è l’autore di “Pomp and Circumstance March no.1”, il pezzo più suonato in assoluto nelle cerimonie istituzionali britanniche, noto quasi quanto l’inno nazionale.

 

Non solo, dietro l’acronimo HMV si nasconde il nome del più celebre marchio della storia discografica, ovvero His Master’s Voice, o meglio La voce del padrone: sì, proprio il marchio col vecchio grammofono a tromba con accanto il cagnolino attratto dalla musica. È il marchio che fu rilevato nel 1967 dalla Emi, e al quale alludeva a doppio senso Franco Battiato quando nel 1981 pubblicò il suo disco più famoso e acclamato, intitolato appunto “La voce del padrone”. Col tempo HMV era diventata anche una catena di grandi negozi, e quello di Oxford Street era stato spesso luogo di presentazioni di nuovi progetti, dai Blur alle Spice Girls, oltre ad aver avuto anche un ruolo, marginale ma gustoso, nella storia dei primissimi Beatles, perché fu proprio in quei locali che Brian Epstein andò a registrare le copie dei primi demo dei Beatles, attirando l’attenzione del tecnico che propose a Epstein di telefonare a un produttore della Emi che era negli uffici attigui al negozio. Un negozio di dischi poteva essere tante cose e chissà che non possa tornare a esserlo nell’immediato futuro.

 

UP
Tornano i Sud Sound System con un singolo che fa scintille, una bella spruzzata di energia salentina intitolata “Gira gira”, come se non fossero da più di trent’anni ininterrottamente in scena a far ballare e pensare col loro ragamuffin. Il ritmo è accelerato e contagioso, e versano parole a ritmo di furia.

 

& DOWN
Pupo decide di non andare più a cantare in Russia dove però era atteso, dicendo che non ha cambiato idea per le polemiche, ma per ragioni che spiegherà a suo tempo. Nel frattempo l’unica certezza è che rimane immutabile il rapporto che i russi hanno con la parte più tradizionale della nostra canzone. Anche in tempo di guerra.