«Stiamo lavorando a per rafforzare gli strumenti della nostra assemblea in materia di trasparenza, etica e rapporti con i Paesi terzi. Quanto successo dimostra che la democrazia europea è sotto attacco». Dialogo con la presidente dell’Europarlamento

È da un anno Presidente del Parlamento Europeo e in 365 giorni Roberta Metsola, classe 1979, maltese, ha dovuto rivedere molti dei suoi piani. La guerra in Ucraina, il Qatargate con l’arresto, tra gli altri, dell’ex vicepresidente greca Eva Kaili, il cambio di scenario politico internazionale, hanno modificato il profilo della sua presidenza e della leadership dei Popolari europei, in cui la destra identitaria convive con la vocazione moderata.

 

Presidente, alla luce di quanto accaduto, cosa dobbiamo attenderci per questa ultima finestra della legislatura?
«È stato un anno impegnativo, ma anche un periodo in cui l’Europa ha mantenuto la sua posizione. Sul Qatargate, il Parlamento europeo ha reagito rapidamente, con forza e continuerà a farlo. Sto lavorando a un pacchetto di riforme che mira a rafforzare strumenti della nostra assemblea in materia di trasparenza, etica e rapporti con i Paesi terzi. Primi passi di una più ampia riforma del Parlamento europeo. Non ci sarà impunità. Niente polvere sotto il tappeto. La fiducia che abbiamo costruito per anni, si è smarrita in un attimo. È nostro dovere riconquistare credibilità».

 

Lei è subentrata a David Sassoli, quanta continuità ideale c’è tra voi, pur nella diversità di estrazioni politiche?
«Un anno fa l’Europa ha perso un leader e io un amico. David Sassoli era un uomo di grande visione. Ha esercitato la sua funzione di eurodeputato e di Presidente con dignità, equilibrio e onestà. Ho voluto onorare il suo operato avendo sempre a cuore la dignità, i diritti e le libertà».

 

Nel Qatargate si saldano antichi vizi della politica con ingerenze dei Paesi terzi. Non sarebbe il caso di attuare un protocollo politico diverso tra istituzioni europee e regimi oligarchici illiberali?
«Questi eventi hanno dimostrato che il Parlamento europeo, la democrazia europea sono sotto attacco. Questi attori spregevoli, legati a Paesi terzi autocratici, si sono presumibilmente serviti di Ong, sindacati, individui, assistenti ed eurodeputati nel tentativo di sottomettere i nostri processi decisionali. Il mio messaggio è chiaro: non permetteremo che ciò accada. Non accetteremo interferenze».

 

Lei viene da Malta, terra complessa, dove corruzione sistemica, riciclaggio e società offshore sono pratiche radicate. Non crede che la lotta ai sistemi criminali sia stata sottovalutata dalla politica?
«Credo che né Malta né altri Paesi possano essere stigmatizzati in questo modo. Ciò che dobbiamo combattere in modo permanente sono i comportamenti individuali criminali. È una delle mie priorità come Presidente. Ho scelto di fare politica proprio per combattere la corruzione e difendere i principi dell’Europa».

 

Come cambierà l’Europa a causa della guerra in Ucraina? Saranno superate le storiche ritrosie sulla difesa comune?
«La nostra priorità è porre fine alla guerra e far sì che l’Ucraina vinca. L’Ue ha reagito con un’unità e una solidarietà senza precedenti dal punto di vista politico, umanitario, finanziario e militare. Possiamo fare di più. Il nostro sostegno all’Ucraina rimarrà forte e deciso. Abbiamo imparato che le grandi crisi non possono essere affrontate dai soli Paesi membri. In settori come la difesa, ma anche in altri come l’energia o la sanità, dobbiamo muoverci rapidamente verso una maggiore integrazione».

 

Lei è stata eletta da una larghissima maggioranza, speculare al modello Ursula, ma nel Ppe convergono forze che in molte nazioni sono partner di formazioni di destra, euroscettiche. Non crede che questo incida sulla tenuta dell’Unione?
«La mia elezione è un’ulteriore prova che si possono costruire solide maggioranze solo con un forte ideale europeista. Questa è la strada che dobbiamo seguire».

 

Con quali prospettive di crescita?
«L’Ue è il progetto delle possibilità. Abbiamo dimostrato che è possibile creare un’area di pace, libertà, prosperità e sicurezza per milioni di persone, superando i conflitti del passato. Siamo stati in grado di prendere decisioni rapide e senza precedenti sulla pandemia e l’invasione russa. Dobbiamo continuare a rafforzare e migliorare questo progetto, in modo che ne benefici il maggior numero possibile di persone».

 

Da tempo si parla della creazione di liste transnazionali per le Europee. Sarà così nel 2024, la vedremo candidata in Italia?
«Penso che le liste transnazionali siano un’ottima idea per l’Europa, tuttavia non c’è ancora un accordo. Provo un grande amore per l’Italia ma il mio seggio sarà ancora Malta. Non sto pensando molto alla prossima legislatura, le sfide presenti sono davvero tante: il sostegno all’Ucraina e il miglioramento delle nostre politiche in settori come la salute, il cambiamento climatico, la sicurezza, la difesa, la migrazione e il rafforzamento della competitività dell’economia europea».

 

Cosa le hanno insegnato questi dodici mesi?
«Una cosa che le riassume tutte: l’importanza del rimanere uniti. Guardando indietro, possiamo concludere che l’Ue è più forte di un anno fa. Questo deve essere l’imperativo anche per il 2023: un’Europa più forte e libera».