La Banca Centrale Europea ha deciso per una misura più forte rispetto alle attese per contrastare l’inflazione crescente. E vara il nuovo scudo anti-spread

Alla fine il direttivo della Bce ha deciso per la misura più drastica. Dopo 11 anni di tagli, ha sottratto i tassi d’interesse dalla zona negativa con un balzo di 50 punti base.  

 

Il tasso d'inflazione nell'eurozona aveva raggiunto l'8,6 per cento nel mese di giugno rispetto all'obiettivo del 2 per cento della Banca centrale. Fino a oggi, a differenza della Federal Reserve e della Banca d'Inghilterra, Francoforte aveva preferito immettere liquidità nei mercati per permettere la ripresa dalla pandemia e dalla crisi generata dall'invasione russa dell'Ucraina. Ma oggi ha messo da parte ogni incertezza.

 

Ad aiutare la decisione del direttivo di Francoforte è stata la caduta del tasso di cambio euro-dollaro a valori non visti da due decenni, un dato che, pur aiutando le esportazioni, penalizza l’economia europea perché l’energia è prezzata in dollari. «Avevamo discusso un rialzo dello 0,25 come annunciato un mese fa ma poi abbiamo deciso che era appropriato fare un passo maggiore dall'uscita dei tassi di interesse negativi sulla base di diversi elementi che sono cambiati dall’ultimo incontro di giugno».

 

Tra questi fattori, innanzitutto l'inflazione che prima era un rischio ma adesso si è materializzata ed destinata «a restare per un po'», come ha detto Lagarde, che ha sottolineato: «Il nostro compito è abbassare la crescita dell'inflazione che è alta a livelli “indesiderati”, ed è per questo che un aumento dei tassi d'interesse è nell'interesse dei singoli cittadini». La Bce prevede un successivo aumento dei tassi di interesse a settembre, la cui entità è ancora incerta.

 

Oltre al rialzo dei tassi d'interesse, la Bce ha approvato all'unanimità anche lo scudo anti-spread, il cosiddetto Tpi, un meccanismo di acquisto di titoli sovrani di cui non sono stati rivelati i dettagli ma che ha permesso un rialzo dei tassi più alto del previsto. Tutti i membri dell'area euro possono servirsi dello scudo: il consiglio di governo della Bce determinerà a sua discrezione, sulla base degli indicatori di mercato, se un Paese potrà attivare o meno lo scudo. «Il Tpi è un'aggiunta alla nostra scatola degli strumenti e può essere attivato per disinnescare situazioni di mercato che destabilizzano l'area euro ma non è il nostro unico strumento», ha sottolineato Lagarde. Tra le condizioni per ottenere il Tpi ci sono il rispetto delle raccomandazioni del Consiglio europeo, la mancanza di infrazioni, la sostenibilità fiscale e politiche macroeconomiche sane, in linea con le raccomandazioni fiscali del semestre europeo e del Recovery Plan. «La portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria», ha aggiunto: «Gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante».

 

Lagarde ha poi illustrato le prospettive dell'economia nel prossimo semestre, sottolineando come l'inflazione rimarrà alta, la crescita economica diminuirà a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e del cibo oltre che dei colli di bottiglia nell’approvvigionamento globale. L'indebitamento delle aziende sta rallentando e le banche stanno restringendo i cordoni della borsa. Ma ha anche aggiunto che la decelerazione della crescita economica potrebbe essere rallentata da fattori positivi come la completa riapertura dell'economia, l'aumento dei consumi post-pandemia, aiutato dai risparmi accumulati, da una disoccupazione ai minimi storici (6,6 per cento) e anche da un probabile aumento, seppur moderato, dei salari. L'orizzonte è insomma altamente incerto, «coperto dalle nuvole», dunque difficile da prevedere.