Ogni frase della campagna contro la violenza è un vero e proprio palinsesto. Perché tra studi interamente al maschile e scene di ordinario sessismo si capisce quanto il Paese abbia davvero bisogno di essere educato

Quante volte davanti a una cantante, una giudice, una concorrente a cui si vorrebbe magari persino col cuore fare un complimento sentito, viene detto, con trasporto: «Hai proprio le palle». Quante volte? Troppe. Anche in programmi illuminati, quelli per esempio che hanno un target di riferimento abbastanza giovane, e che possono contare sull’uso di un linguaggio disinvolto, ecco persino lori ci cascano puntualmente. Sei simpatica? Hai le palle. Prendi decisioni coraggiose? Hai le palle. Sei determinata? Furba? Creativa. Decisamente, hai le palle. E spesso la donna che riceve questa sorta di elogio guarda in camera con una sorta di commiserazione, scuote la testa e ringrazia, che si sa sono ragazzi.

Perché il luogo comune è un’erba cattiva che in tv cresce senza posa. Frasi fatte che raccontano un Paese maleducato che non è ancora pronto all’educazione di genere, e che dà acqua al vasetto dell’ignoranza, goccia dopo goccia, sino a che quello che dovrebbe essere un sentire distorto, a furia di essere quotidiano si trasforma in modo di agire ordinario.

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Così, per esempio, negli studi abitualmente invasi da ospiti maschili, che si rivolgono a un conduttore maschio, tra direttori di giornali uomini per una discussione che in quanto tale rischia di essere l’unica parola al femminile, ogni tanto a qualcuno viene in mente he forse tutte quelle cravatte siano troppe. E allora invitano una donna, la famosa donna a caso, giusto per spezzare la monotonia. Persino in programmi intellettualmente gradevoli come “Che tempo che fa” accade molto spesso che seduti al tavolo, lo spazio pop in coda alla trasmissione, siano seduti in un rapporto di 11 a tre: Fazio, Frassica, Marzullo, Lopez, Solenghi, De Martino, Pezzali, Vitali, Paolantoni, Ferrini… Tipo una squadra di calcio contro una di calcio balilla.

Perché ormai il surreale si fa normale, l’impossibile diventa ordinario, al punto per esempio che un signore come Memo Remigi non solo arrivi a toccare in diretta il sedere a Morlacchi, una collega ospite fissa dello studio di “Oggi è un altro giorno”. Ma, e qui potrebbe partire la risata quantomeno per asciugare la lacrima fuggente, Remigi si è scusato dicendo testualmente: «È stato solo un gesto goliardico, mi dispiace che si sia offesa». Che per capire davvero sarebbe bastato invertire l’ordine degli addendi e immaginare un giornalista che appoggia la sua mano sul di dietro di Bruno Vespa e come si dice vedere l’effetto che fa.

Perché poi di grazia ci si dovrebbe offendere, tanto ci si abitua, deve aver pensato Ivan Zazzeroni, giornalista, direttore e giudice di Ballando con le stelle, quando a Claudia Mercurio, ideatrice e conduttrice della trasmissione “Il bello del calcio”, ha detto con noncuranza «Sei cresciuta tantissimo, anche davanti e per paura che non fosse chiaro il senso della frase lo ha accompagnato con un gesto esplicativo per misurare la grandezza del suo seno. Elegante non c’è che dire. Ma tanto cosa vuoi che sia, oggi non si può più dire niente.