Il nuovo strumento di diplomazia e collaborazione, voluta da Emmanuel Macron, mette insieme 27 capi di Stato dell’Unione e 17 di Paesi esterni (tra cui Turchia e Ucraina). Una risposta alla guerra di Vladimir Putin

A Praga nasce tra oggi e domani la Comunità politica europea alla presenza di 27 capi di Stato dell'Unione e di 17 capi di nazioni del Continente Europa. Il primo incontro della nuova comunità si tiene a Praga perché la Repubblica Ceca detiene fino a dicembre la presidenza di turno dell'Unione europea. Ma già si parla di un'alternanza degli incontri almeno semestrali: una volta sul territorio dell'Unione e una volta fuori. Vi partecipano anche la presidenza della Commissione europea, quella del Consiglio europeo e il responsabile del Servizio esterno dell'Unione. La Gran Bretagna si è già candidata a ospitare il prossimo incontro.

 

A dimostrare la necessità di questo nuovo strumento di diplomazia e collaborazione europea, tanto voluto dal presidente francese Emmanuel Macron soprattutto per dare una risposta immediata a quei Paesi che non possono entrare a breve nell'Unione e poi trasformatosi in un nuovo strumento per rafforzare la cooperazione tra gli stati del Vecchio Continente, è la presenza di tutti gli attori invitati, dalla Turchia fino al presidente ucraino che partecipa in videoconferenza. A dargli slancio e urgenza la guerra russa.

Le prime riunioni formali vertono su due grandi temi: la pace e la sicurezza europea e lo stato dell'economia. Su richiesta degli Stati del Sud Europa anche il tema delle migrazioni sarà argomento permanente di discussione comune. Secondo gli osservatori la CPE, diventata realtà nel giro di pochi mesi, rappresenta una risposta ferma alla guerra brandita da Vladimir Putin. «Non esiste un altro foro dove gli stati del continente europeo possano incontrarsi e parlarsi», ha detto un ambasciatore, sottolineando l'importanza del momento.

Ma il foro rischia di diventare anche un roveto incandescente di insoddisfazioni: uno Volodymyr Zelensky a cui non bastano parole, un Recep Tayyip Erdogan che con la sua dittatura attira odi e rancori, i Paesi dei Balcani che non vogliono più aspettare di entrare nell'Unione. Vecchi odi e rancori e gelosie e recriminazioni a banchetto comune. Il concetto di una "confederazione europea" è circolato per trent'anni, fin dai tempi di François Mitterrand, ma non era mai decollato prima: l’obiettivo adesso è che non diventi una bomba ad orologeria per nessuno.