Sarebbe stato un ottimo presidente della Repubblica, garante di tutti, stimabile da tutti, persino da Bossi. Ma non da quelli del fuoco amico

Pierluigi Bersani
Gentiluomo

Solo in un Paese come il nostro l’uomo che ci ha liberati dalla schiavitù degli operatori telefonici e dei contratti capestro può passare per un pericoloso comunista. Ma va così perché lo storytelling mitomane ha la curiosa caratteristica di ripetersi finché non viene creduto, dacché i bolscevichi stanno su tutto e non impegnano. Un po’ come i presidenti della Repubblica fino a Mattarella che, per una certa narrazione, anche nel presunto centrosinistra, vengono tutti dalla scuola quadri dell’Urss. Poi per fortuna ci sono le foto. E le foto di Bersani, che le sue belle topiche politiche le ha prese anche lui, ma resta di un’altra grana, magari grossa come quella del salame di Felino, ma sincera… Le foto mentre si china su Umberto Bossi in carrozzella e ne accarezza il viso piegato dalla malattia, raccontano di un uomo perbene. Di uno che sarebbe stato un ottimo presidente della Repubblica, garante di tutti, stimabile da tutti, persino da Bossi, ma non da quelli del fuoco amico che hanno cercato di relegarlo all’irrilevanza politica. Poi per fortuna c’è la rilevanza umana. E a uno così, fatichi a non volergli bene.

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Cazzeggio
Attitudine variabile

Sia benvenuto il cazzeggio. Siano benvenute la leggerezza, il lazzo defatigante. Siano accolti con applausi liberatori la pernacchia al momento giusto, il motteggio liberatorio, la battuta vincente che spezza la tensione, ottunde il gelo, denuda il re. Sia onorata la satira e chi la fa, soprattutto chi la fa bene, quindi non i presenti. A patto che tutto ciò non venga da chi il cazzeggio, in modi e tempi dati, non può permetterselo. Da chi non può dire che il re è nudo perché gli banchetta accanto e spesso si sente tale. Da chi affronta il proprio ruolo e le proprie responsabilità perché eletto, dunque elevato, dunque responsabile rispetto alla massa di comuni mortali che il cazzeggio possono e devono frequentarlo appena si può. Questo per dire che i voti coi nomi buffi, al prossimo giro, ve li tenete per voi. Perché non siamo all’asilo Mariuccia, state eleggendo il Quirinale. E questa tardo-adolescenza foraggiata da chi vi vota, ecco, anche no. Perché il passo successivo sono la fetta di mortadella o il simbolo fallico, che peraltro in alcuni casi rischia di costituire preferenza indiretta, o autoritratto. E purtroppo, per restare in tema di simbologia, nello spettacolo dato in settimana non c’era un cazzo da ridere.
 

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Mario Balotelli
Cartina di Tornasole

La convocazione dell’ex milanista per lo stage azzurro in vista dello spareggio mondiale ha fatto rimontare la campagna contro di lui da parte di compagni, commentatori, giornalisti. Con alcune ragioni: se parcheggi le auto capottandole, i dubbi sulla tua tenuta caratteriale sono legittimi. Però c’è un problemino che si chiama contesto. E il contesto è quello di chi nel nostro Paese è sempre stato accolto con un sottofondo di contumelie razziste ed è stato bersagliato quando ha reagito sparando pallonate a chi lo scimmiottava. Letteralmente. Il crinale non è facile, specie per chi ha la tastiera in mano. Ma mi sento di consigliare un doppio passaggio: prima di scrivergli contro, chiedetevi sempre se ce l’avete con lui per il suo vittimismo. Perché capita spesso che i vittimisti siano vittime per davvero.