Lontani i tempi della lotta contro la chiusura che volevano i Cinque stelle capeggiati da Vito Crimi, il «gerarca minore» di Massimo Bordin. Adesso Virginia Saba e Irene Testa intervistano l’ex portavoce di Palazzo Chigi: “Ciao Rocco, c’è stato un giornalista particolarmente duro con te?"

«Ciao Rocco, quali giornalisti ti hanno dato particolarmente fastidio in questi anni?». Siccome tutto cambia e niente resta, adesso tocca sentire Rocco Casalino, anima mundi della comunicazione Cinque stelle e negli ultimi tre anni portavoce del premier Conte, parlare non soltanto in tutto l'orbe mediatico, ma anche dalle frequenze di Radio Radicale. La radio cioè che proprio i Cinque stelle tentarono di far chiudere, dopo oltre quarant'anni di trasmissione, per dimostrare che loro, pur ormai assisi comodamente al governo, erano lì ancora per far fuori la “kasta”. La casta era, in modo inspiegabile, precisamente la radio fondata fra gli altri da Marco Pannella e Massimo Bordin: i grillini l'avevano presa a simbolo di tutto il male possibile dei famosi «contributi pubblici all'editoria». All'epoca, fu per certi versi d'aiuto, quel clamoroso abbaglio: semplificò il quadro. Se l'obiettivo era Radio radicale, infatti, si trattava chiaramente dell'obiettivo sbagliato. E fu facile fare le squadre. Di qua c'era il sottosegretario Vito Crimi, il «gerarca minore» che voleva chiudere la radio, di là tutti gli altri.

 

Ecco adesso, sarà la confusione dei tempi, sarà il governissimo di Mario Draghi che tutto mescola. Mentre persino la stella minore di Crimi è in declino, mentre c'è chi pensa che Conte possa federare la sinistra, a Radio Radicale abbiamo Rocco Casalino. Che, in uno spirito pannellian-libertario portato al parossismo, ha pure grazie a Radio Radicale la squisita possibilità di stilare la sua personale lista postuma dei giornalisti cattivi - una pratica quotidiana sul blog di Grillo, la proscrizione, per la quale senz'altro la comunicazione Cinque stelle ha un debole, ma difficilmente ascrivibile nel novero delle pratiche liberali e libertarie.

 

E chi dà questa occasione, chi domanda: «C'è stato un giornalista particolarmente duro, rispetto al quale vuoi toglierti un sassolino dalla scarpa e dire che ha esagerato»? Non chiunque. È Virginia Saba, giornalista (al pari del resto di Casalino), e nella vita compagna di Luigi Di Maio, ex capo dei Cinque stelle e attuale ministro degli Esteri. Su Radio radicale Saba conduce infatti una rubrica fissa, Lo stato del diritto, insieme con la tesoriera del partito radicale, Irene Testa. Con l'uscita del libro “il Portavoce”, è parso questo senz'altro lo spazio più opportuno, per ospitare un'intervista all'autore Rocco. E dargli ad esempio l'occasione di ricordare, ma per puro caso, quanto sia stata «magnifica» proprio la campagna elettorale «fatta da Luigi Di Maio»: «Uno che lavora giorno e notte», ha spiegato flautato Casalino, «e mi fa sorridere, quando viene criticato ora: non ci si ricorda quanto dobbiamo a lui».

Queste ed altre, tutte frasi e circostanze da annotare, per raccontare questi tempi. Nell'attesa magari che, nel rinnovato spirito radicale, arrivi direttamente una Francesca Verdini, compagna di Salvini a intervistare Luca Morisi, alias Bestia del leader leghista. Ma già non sarebbe la stessa cosa, in effetti.