Il fatto
Tutto quello che sappiamo su dove sono finiti i soldi scomparsi della Lega di Matteo Salvini
Con i conti del partito nel mirino dei magistrati sono nate società dove farli transitare. Ecco cosa abbiamo ricostruito fino a oggi con le nostre inchieste. E gli sviluppi esclusivi che possiamo raccontare
2016-2019, il triennio cruciale. Decisivo per le finanze del partito: la sentenza sulla truffa e il sequestro dei fondi; l’arrivo dei due commercialisti bergamaschi (Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba) chiamati ad affiancare il tesoriere Giulio Centemero nel tentativo di risollevare le sorti economiche del vecchio partito e gettare le basi di quello nuovo; il declassamento a bad company della Lega Nord con i suoi debiti e la creazione della nuova creatura nazionalista.
E in questo contesto di cambiamenti interni e di elementi giudiziari oggettivi (il debito da onorare con lo Stato e i denari che non ci sono più sui conti) che i detective della Uif segnalano l’imponente flusso di denaro che dalla galassia del partito si muove verso lidi sicuri, nei conti di aziende della provincia di Bergamo, legate l’una con l’altra dai protagonisti principali di questo giallo: i due commercialisti e il tesoriere del partito.
Il primo aprile 2018 L’Espresso pubblica lo scoop sulla Più Voci, l’associazione fondata dal tesoriere Centemero e dall’amico commercialista Andrea Manzoni. In quell’inchiesta, firmata assieme al collega Stefano Vergine, svelavamo l’esistenza della Più Voci - con sede legale nell’ufficio dei commercialisti bergamaschi - e i finanziamenti di 250 mila euro ricevuti dal costruttore romano Parnasi e quello da 40 mila di Esselunga.
Dopo l’articolo la procura di Roma e quella di Milano hanno indagato per finanziamento illecito Centemero, che ora rischia il processo. L’accusa dei magistrati è che attraverso la Più Voci sia stata finanziata la Lega. Perché allora non darli direttamente al partito? Questo aspetto interessa più i pm di Genova che invece seguono l’indagine sul riciclaggio di parte dei 49 milioni. Il sospetto è che per non lasciare denaro sui conti correnti del Carroccio, passibili di sequestro, siano stati creati canali alternativi per salvaguardare il tesoretto. Una di queste piste conduce al giro di fornitori del partito.
Ecco così che arriviamo al 28 aprile e al 5 maggio 2019. L’Espresso titola in copertina “Prima i soldi degli italiani” e poi “RicicLega”. Due inchieste giornalistiche che hanno trovato conferma nelle segnalazioni sospette dell’ufficio antiriciclaggio di Bankitalia. Analizzando i conti correnti dei due partiti - Lega Nord e Lega-Salvini Premier - e delle società controllate - da Pontida Fin a Radio Padania - avevamo scoperto che almeno 3 milioni di euro sono usciti dalle casse dei due partiti e sono spesso finiti, dopo lunghi e complicati giri, ad aziende private e sui conti personali di uomini molto vicini allo stesso Salvini. Gente come il tesoriere Giulio Centemero, i commercialisti bergamaschi Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, alcune semisconosciute imprese lombarde che ultimamente hanno fatto grandi affari con la Lega salviniana. In tutto più di 3 milioni di euro, approdati a una cerchia strettissima di persone. Milioni che sono usciti dalla Lega e si perdono in società private neonate. Tutto questo mentre i conti correnti del partito erano nel mirino della magistratura.
Prendiamo per esempio tre imprese della Bergamasca che fanno capo direttamente a Di Rubba e Manzoni, rispettivamente revisore legale del gruppo Lega al Senato e direttore amministrativo di quello alla Camera. Studio Dea, Cld e Non Solo Auto dal 2015 al 2018 hanno ricevuto 1,7 milioni dal partito. Motivazione? Pagamento di fatture non meglio specificate. Nei due servizi di copertina della primavera 2019, raccontavamo anche di Francesco Barachetti, il più fortunato di tutti, con la sua Barachetti Service di Casnigo, provincia di Bergamo.
Tra il 2016 e il 2018 il partito e le società del gruppo Lega hanno versato a Barachetti almeno 1,5 milioni di euro. In più, a pochi giorni di distanza dall’accredito sui conti della “Lega per Salvini Premier” dell’anticipo del 2 per mille anno 2018, 311 mila euro lasciano il conto corrente del partito sovranista e finiscono sempre alla Barachetti: saldo fatture, come sempre. Una ventina di giorni più tardi, la Lega si accorderà con la procura di Genova per restituire i 49 milioni a rate. Saranno necessari 76 anni circa per estinguere questo particolare mutuo.
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