L’India promise cinque milioni di mascherine, mai arrivate. Nessun compenso per gli intermediari italiani

Caro Direttore,
se Fabrizio Gatti mi avesse rivolto la domanda che chiude il suo articolo, prima di pubblicarlo sul sito internet dell’Espresso, gli avrei risposto con piacere. Ma evidentemente quello che gli sta a cuore è continuare a dire che il Dipartimento della Protezione Civile avrebbe fatto perdere cinque milioni di mascherine dall’India.
 
Vista la ripetuta attenzione del vostro giornale su questa vicenda, dopo aver già risposto su alcuni aspetti, è necessario fare chiarezza specialmente sul fatto che nessuno ha mai ostacolato l’arrivo di materiali sanitari destinati alla lotta contro il Coronavirus.
 
Il primo contatto da parte del Dipartimento della Protezione civile con la società Anotop avviene grazie a una segnalazione del sig. Vincenzo Scancamarra. Dalle prime interlocuzioni emerge che l’azienda indiana sarebbe stata in grado di fornire 5 milioni di mascherine in una settimana, un quantitativo simile e in tempi così contenuti, era di sicuro interesse ma anche alquanto anomalo. Così, cautelativamente, in data 4 marzo, si è preferito chiedere alla società Apogeo, che aveva già dato prova di solidità finanziaria e di affidabilità, di farsi carico dell’intermediazione dell’operazione.
 
A riprova della sua concretezza, la società aveva già importato, senza pagamento di alcun anticipo, circa 800.000 mascherine ffp2.
 
Nel corso delle successive interazioni, la società indiana Anotop ha comunicato alla società Apogeo che non sarebbe riuscita a garantire i quantitativi ipotizzati nei tempi previsti. Ciononostante, si è attesa una nuova proposta, proprio per non escludere nessuna strada che potesse consentire di aumentare la disponibilità dei dispositivi di protezione. La nuova proposta prevedeva la consegna di 200.000 mascherine alla fine della settimana e 500.000 mascherine la settimana successiva, numeri molto lontani dai 5 milioni promessi. Il 20 marzo - dopo circa due settimane dal primo contatto - avendo riscontrato che ancora non si era arrivati ad una fornitura, sono stati interrotti i rapporti con Anotop che nella stessa giornata ha comunicato l’impossibilità di procedere alla fornitura dall’India a causa della chiusura delle esportazioni da parte delle dogane.
 
È bene sottolineare che per l’attività di intermediazione condotta da Apogeo, vista la mancata consegna della fornitura, non è stato versato alcun compenso.
 
Preme inoltre evidenziare che procedere ad approvvigionamenti di beni e servizi attraverso l'intermediazione di agenti non solo è assolutamente legittimo, ma persino consigliato in situazioni di estrema urgenza e imprevedibilità, come quella che stiamo vivendo; è la stessa Commissione Europea, infatti, ad indicarla tra le opzioni previste dal quadro normativo comunitario per "acquistare il più rapidamente possibile beni e servizi direttamente collegati alla crisi della Covid-19". 
 
Sarebbe interessante, piuttosto, sapere da Fabrizio Gatti quale ministero, dipartimento statale o forza armata è in grado di produrre mascherine, tute, camici o ventilatori per la terapia intensiva. Se, come lui propone, avessimo cercato tra questi enti i produttori dei dispositivi di protezione individuale saremmo stati a dir poco degli sprovveduti e avremmo perso tanto tempo inutilmente. Riguardo alle allusioni sottese nel suo articolo in relazione alle ulteriori attività professionali di Fabrizio Macchia o come preferisce chiamarlo ingiustificatamente Gatti  “deus ex machina”, ci tengo a precisare con forza che mai abbiamo agito per soddisfare richieste di gruppi di interesse o lobby politiche. Il Dipartimento che dirigo può vantare di non aver mai perso un minuto in queste attività, rivolgendosi esclusivamente a chi poteva essere in grado di garantire la fornitura dei materiali, stando sempre attenti a truffatori e speculatori, rispettando tutte le norme e tutelando attentamente soldi pubblici.
 
Abbiamo lavorato senza sosta per individuare e reperire, nel rispetto delle procedure consentite dalle norme, la quantità maggiore di dispositivi e materiali sanitari per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, in un contesto caratterizzato da una carenza generalizzata di prodotti che coinvolge il mercato italiano ed estero. Si tratta di un’attività che abbiamo svolto e continuiamo a svolgere in un’ottica di massima collaborazione per supportare il Commissario Arcuri, il cui scopo non è certamente quello di vigilare sulle attività della Protezione civile - come viene scritto nell’articolo - ma di assicurare la più elevata risposta sanitaria all'emergenza.
 
Quanto al mio ruolo, attraverso due note del Ministro della Salute e del Presidente del Consiglio dei Ministri sono stato indicato per assicurare il coordinamento degli interventi di protezione civile per l’emergenza Coronavirus. Questa scelta è stata recepita attraverso un’ordinanza di protezione civile che, come previsto anche nella delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio scorso, rappresenta lo strumento normativo attraverso cui vengono attuati gli interventi di protezione civile in caso di dichiarazione dello stato di emergenza che viene stabilito dal Governo.
 
Nella speranza di aver chiarito la vicenda relativa alla fantomatica partita di 5 milioni di mascherine provenienti dall’India, mi permetta di definirla cosi in considerazione delle reiterate modifiche di offerta a noi pervenute, confermandole la consueta disponibilità mia e del mio Dipartimento di rispondere dettagliatamente alle vostre domande, saremmo lieti di essere contattati prima della pubblicazione di un vostro articolo e non essere costretti a rispondere nuovamente a seguito di vostre pubblicazioni.

La nostra risposta
La nostra inchiesta sull'insufficiente approvvigionamento di mascherine protettive è tra l'altro confermata dal grafico pubblicato dal sito della Presidenza del Consiglio sul trend giornaliero dei materiali distribuiti (qui sotto). Nonostante l'emergenza sia stata dichiarata il 31 gennaio con precisi compiti affidati al Dipartimento della Protezione civile per "porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul territorio nazionale che internazionale" e l'epidemia sia stata confermata in provincia di Lodi il 21 febbraio, fino al 10 marzo la distribuzione di protezioni è minima e aumenta significativamente soltanto dopo il 18 marzo, periodo che coincide con la nomina da parte del premier del commissario straordinario Domenico Arcuri. (Fabrizio Gatti)