Save the Children ha dato la parola alle ragazze. Hanno raccontato i tabù che frenano la parità di genere. Un ideale che è interesse anche dei maschi

«Abbiamo chiesto a un gruppo di ragazze di raccontarci pregiudizi e stereotipi con cui si scontrano ogni giorno». Inizia così un video bellissimo di Save the Children che vi invito a cercare in rete e a guardare. Riporta le testimonianze di alcune ragazze sul loro essere donna...

Sul lavoro: «Non penso ci siano lavori da donna e lavori da uomo».

Sullo studio: «Ci sono persone che possono essere portate per materie scientifiche o umanistiche».

Sulla maternità: «Una donna, per realizzarsi, non ha proprio bisogno di avere un figlio o più figli, o comunque un marito».

Sulla vita quotidiana: «In casa mia le faccende domestiche non sono suddivise equamente. Sono suddivise solo tra mia sorella, me e mia madre».

Abbigliamento: «È capitato a volte che il mio abbigliamento fosse considerato non abbastanza femminile».

Ancora abbigliamento: «Stavo andando di corsa verso la metropolitana e avevo addosso una maglia un po’ scollata… C’era un uomo sulla trentina che faceva la strada opposta alla mia. Lascio immaginare quale sia stato il commento».

Ancora abbigliamento: «Una mia amica si era fidanzata, stavamo al mare e il fidanzato tutte le sere che uscivamo le chiedeva di mandargli le foto. Lei non si poteva mettere le gonne o i vestiti».

«Vorrei che le ragazze», dice una voce decisa, «smettessero di abbassare la testa».

E un’altra: «Vorrei che le ragazze sentissero di avere l’opportunità di realizzarsi in qualsiasi modo, campo o ambito senza avere paura dei pregiudizi».

E un’altra ancora: «Mi auguro che le battaglie che sono state fatte non siano vane, ma che ci sia anche una componente maschile in queste battaglie».

Perché ho deciso di riportare queste frasi? Perché sono certo che chiunque di voi le stia leggendo, abbia riconosciuto almeno in parte il mondo in cui viviamo. Un mondo in cui alle bambine, alle ragazze e alle donne viene chiesto uno sforzo sovrumano per essere se stesse, per poter strappare (letteralmente strappare) ambiti di libertà, di autonomia e di realizzazione a prescindere dalle aspettative. Perché è ancora così: le donne, spesso, non possono essere libere senza mettere in conto di dover pagare un dazio.

Le frasi che ho riportato sono importanti non solo perché già di per sé ci raccontano cosa accade, ma anche perché spiegano dinamiche economiche: la disoccupazione femminile, e il poco che si fa per contrastarla, dipende in larga parte dai pregiudizi e dalle limitazioni che le donne subiscono sin da bambine. Per poi arrivare alle violenze psicologiche e fisiche: anch’esse si nutrono di pregiudizi e condizionamenti.

È chiaro che non possiamo abbassare la guardia. È chiaro che dobbiamo, ciascuno di noi con i propri strumenti, fare in modo che chi lotta (eh sì, si tratta di lotta) per affermare i propri diritti non sia solo, anzi, sola.

Il 15% degli adolescenti (il 21% tra i maschi e il 9% tra le femmine) pensa che le vittime di violenza sessuale possano contribuire a provocarla. La convinzione diffusa è poi che il maschio nella coppia abbia il compito di proteggere la ragazza (78% dei ragazzi, 55% delle ragazze). Non finisce qui: 4 intervistati su 10 ritengono che nella coppia la donna sia capace di sacrificarsi più dell’uomo.

Resta la convinzione (29% degli adolescenti) che il sogno delle ragazze sia quello di sposarsi (35% tra i maschi, 23% tra le ragazze) e che per essere pienamente donna bisogna avere un figlio (ne è convinto il 17% dei ragazzi contro il 9% delle coetanee).

E poi c’è il 40% dei ragazzi che ancora crede che sia più importante per i maschi realizzarsi sul lavoro che per le femmine (il 21% delle ragazze condivide questo pensiero), così come avere una formazione universitaria rimane una priorità per gli uomini più che per le donne.

So che tutto questo sembra assurdo, ma non lo è; è invece ciò che vivono spesso le donne in contesti dove l’attenzione alla loro condizione è fondamentale.

Non smettiamo mai di prendere parte a questo dibattito, non archiviamolo mai, non consideriamolo argomento del passato che poteva riguardare le generazioni che ci hanno preceduto. Non consideriamolo come qualcosa che non ci riguarda perché a noi le cose vanno bene.

E grazie a Save the Children per tenere sempre accesa una luce dove mai deve esserci ombra.